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VEGANSEXUALS: ESTREMISTI VEGAN IN NUOVA ZELANDA
Pubblicato da Lidio il 02/08/2007 alle 15:40:17, in Notizie sparse, letto 1453 volte
Fonte: La Stampa - 31/7/2007
Uno studio antropologico sugli stili di consumo lancia alla ribalta i vegansexuals
CARLA RESCHIA
L'uomo è ciò che mangia, diceva Feuerbach. Un gruppo di ultrà vegetariani in Nuova Zelanda ha preso talmente alla lettera il monito del filosofo tedesco da teorizzare l'impossibilità di qualsiasi genere di contatto intimo con chi si pasce di «cadaveri». Il gruppo, studiato quasi fosse una tribù perduta dell'Amazzonia da Anne Potts, ricercatrice dell’Università di Canterbury e direttrice del Centro neozelandese di studi umani e animali, e stato ribattezzato vegansexual.
E' stato individuato grazie a una serie di interviste condotte a campione su 157 persone. Una chiaccherata sui massimi sistemi, dalle preferenze sui consumi alle abitudini sessuali. Ebbene, i vegan, vegetariani particolarmente ortodossi che, oltre alla carne, rifiutano anche uova e formaggi, si sono detti, in linea di massima, contrari a mescolarsi, anche solo per una notte di sesso, con chi ha il corpo «ripieno di carcasse animali».

Che, detto così, in effetti non suona invitante. Non è tuttavia una ripugnanza istintiva, dettata dalla diffierenza di gusti e abitudini, è una scelta ideologica. Molte donne, infatti hanno ammesso di essere attratte da persone che mangiano carne, ma di non voler avere nulla a che fare con loro.
Lo studio della Potts, intitolato «Consumi senza crudeltà in Nuova Zelanda. Rapporto nazionale sulle prospettive ed esperienze di vegetariani e di altri consumatori etici», cita molti esempi e racconti: «Se sei vegetariano o vegan, sei molto consapevole del fatto che coloro che seguono una dieta di carne sono una specie di cimitero di animali», ha risposto una donna. Una altra ha detto: «Non voglio essere in intimità con qualcuno il cui corpo è letteralmente composto da corpi di esseri prima viventi, che sono morti per il suo sostentamento».
Anche la Potts si è detta stupita da risultati così netti, «Sono concetti completamente nuovi, non li avevo mai sentiti prima» . E stupire antropologi e sociologi, si sa, non è impresa facile.