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Fois gras, animalisti contro EuroDisney
Pubblicato da Claudia (Nefertari77) il 17/12/2007 alle 23:39:14, in Notizie sparse, letto 2450 volte


Campagna contro il parco di divertimenti: «Esaltano Paperino, ma poi servono in tavola il fegato d'oca»
MILANO - Lungo i viali di Disneyworld Parigi, il mitico Paperino e l'intera banda di Paperopoli sono venerati e acclamati come star. Ma ai tavoli dei tanti ristoranti che costellano il parco, i loro omologhi del mondo reale sono serviti nei piatti sotto forma di «fois gras», una pietanza particolarmente apprezzata in Francia e in molti stati dell'Europa centrale, che viene però ottenuta al costo di indicibili sofferenze per i poveri animali, costretti a sviluppare nel loro fegato una patologia dovuta all'ingozzamento forzato. Contro quella che considerano come una vera e inaccettabile contraddizione, scendono in campo le associazioni animaliste di mezza europa. La campagna arriva anche in Italia, rilanciata dalla Lega Antivivisezione. A sostegno della mobilitazione, viene diffuso il video del gruppo olandese Stichting Wakker Dier, che attraverso un cartoon cerca di spiegare al grande pubblico cosa ci sia in realtà dietro a quel cubetto gelatinoso considerato da molti una delizia per ghiottoni e gourmand.
IL CARTOON - Nel video si vede un trenino in stile montagne russe che trasporta alcune oche. Ad un certo punto i vagoncini vengono fermati: gli animali vengono presi con la forza e nel loro collo viene infilato un lungo tubo attraverso cui viene sparato direttamente nello stomaco il composto di mais che produrrà l'ingrassamento forzoso. Una volta dinventati belli obesi, i palmipedi vengono macellati per il prelevamento del «fegato grasso». Il filmato traduce in estrema sintesi quello che realmente accade agli animali destinati all'ingrasso.
ALL'INGRASSO - Il foie gras è il prodotto della statosi epatica, una patologia indotta negli animali: il trattamento dura dalle due alle quattro settimane durante le quali viene sparata direttamente nel gozzo degli animali, dalle tre alle otto volte al giorno, una palla di mais cotto e salato del peso di circa 400/500 grammi (come se una persona del peso di 80 kg fosse costretta a mangiare 20 kg di spaghetti al giorno).
LA CAVIA UMANA - Una prova di questa tortura è stata effettuata in una tv olandese su un volontario, il dj Giel Beelen. L’ingozzamento negli animali viene praticato attraverso un tubo metallico di circa 28 centimetri che viene infilato nella gola causando, tra l'altro, lesioni e fratture del collo e lesioni del gozzo con conseguenti infezioni, soffocamenti.
CAMPAGNA INTERNAZIONALE - La campagna è stata lanciata contemporaneamente anche in Francia, Gran Bretagna, Danimarca, Belgio e Israele. «E’ incredibile - commentano alla Lav - che proprio un’azienda che ha in anatre come Paperino e oche come suo cugino Ciccio, le star del parco divertimenti, poi li serva sotto forma di foie gras nei suoi ristoranti. Chiediamo agli italiani di non acquistare fegato d’oca o d’anatra, proprio nel periodo natalizio si riscontra la massima vendita di questi prodotti, e di preferire menu senza crudeltà». E proprio dall’Italia, che ha vietato dal marzo scorso la crudele pratica dell’ingozzamento forzato di anatre e oche, così come altri Paesi, ad esempio Polonia e Israele, può venire più forte la protesta. La Francia è il più grande produttore di foie gras, seguito da Belgio, Bulgaria e Ungheria.
IN RETE - Quella lanciata contro Eurodisney non è la prima campagna senza frontiere contro la produzione di fegato d'oca. Da tempo circola in rete il «Manifesto per l'abolizione del fois gras», un movimento che già raccolto consensi in diversi Paesi europei. Per contro, è considerato una prelibatezza da molti chef e buongustai, al punto che proprio in occasione delle festività natalizie fa la propria comparsa in grande stile nei banchi gastronomia dei supermercati e nelle vetrine dei negozi di specialità gastronomiche. Anche Internet è pieno di siti di cucina che dedicano svariate ricette alla preparazione del fois gras definito con termini quali «prelibatezza, «leccornia», «specialità».

(Corriere della Sera 17 dicembre 2007)