Operazione della Forestale contro il traffico illecito di animali protetti. La persona denunciata scoperta con un arsenale di trappole proibite.
L'uomo falsificava gli anelli di riconoscimento usati dagli allevamenti. Apriva e richiudeva i volatili per dividerli tra maschi e femmine.
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Poteva sembrare l'attrezzatura di un artigiano o quella di un elettricista. Invece era l'armamentario di uno dei più grandi e feroci bracconieri mai finiti nelle mani del Corpo Forestale. Trappole per catturare illegalmente gli uccelli, migliaia di falsi anellini per la certificazione di origine legale, attrezzi vari per riuscire ad applicare i piccoli cerchietti metallici alle zampette dei volatili a costo di atroci sofferenze e un set di strumenti di tortura per capire il sesso degli animali.
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Hanno avuto un sussulto gli agenti del coordinamento del Corpo Forestale di Asiago quando nei giorni scorsi al confine di Vipiteno hanno controllato il furgone, finalmente individuato grazie a una lunga indagine condotta insieme ai colleghi della provincia di Bolzano e della Val D'Aosta e in collaborazione con la Guardia di Finanza e la consulenza della Lipu. Da tempo erano sulle tracce di L. S., un allevatore avicolo originario di Aosta denunciato ora per maltrattamento di animali, possesso illegale di fauna selvatica e detenzione di trappole, ma non credevano di poter trovare un tale campionario di atrocità. Eppure si tratta di professionisti della lotta ai maltrattamenti agli animali.
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Il campionario di malvagità custodito nel centro soccorso fauna selvatica della riserva di Somadida, a pochi chilometri da Cortina, che la Forestale ha aperto pochi giorni fa ai giornalisti proprio mentre era alle calcagna di L. S., mostra il volto oscuro di una società che non ha ancora debellato atrocità che discendono direttamente dal medioevo.
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Tagliole dai denti aguzzi di tutte le dimensioni, gabbiette dai meccanismi che sembrano uscite dalle mani di un orologiaio malvagio, lacci e cappietti per catturare i pregiati osei da accompagnare alla polenta. Un medioevo che quando vuole sa però mettersi al passo con la modernità, ad esempio con i richiami di uccelli vietati inseriti come suonerie dei cellulari.
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Con le reti e gli altri attrezzi sequestrati all'uomo fermato a Vipiteno i piccoli volatili erano catturati con metodi illegali. Le femmine venivano immesse sul mercato nero che alimenta la tradizione della polenta e osei. "Spiumati valgono anche due euro l'uno - spiega il vicequestore Isidoro Furlan, il comandante del Coordinamento distrettuale di Asiago - anche se recentemente abbiamo colpito duramente molti ristoratori e il fenomeno sta andando diminuendo".
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Ai maschi, in parte catturati in maniera illecita e in parte importati di contrabbando dall'Europa dell'Est, venivano invece applicati gli anellini illegali. Quando è stato fermato L. S. stava appunto tornano da uno dei suoi viaggi "d'affari". Negli allevamenti questi cerchietti numerati inamovibili, che il bracconiere aveva trovato il modo di falsificare, vanno inseriti nelle zampette entro pochi giorni dalla nascita. Per infilarli agli esemplari adulti usava vaselina e vari tipi di pinze di precisione, spesso spezzando le zampette. "Sono solo i maschi che cantano e i cacciatori li usano come richiamo per le loro battute, a certe condizioni si tratta di una pratica legale, ma la persona denunciata li vendeva anche ad altri bracconieri per essere utilizzati nelle trappole illegali", spiega ancora Furlan.
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Per capire come dividere la sua merce tra maschi e femmine l'uomo aveva con sé anche bisturi, tubetti di colla e Coca Cola. "Con la lama incideva gli uccelli per controllare il sesso, poi richiudeva i maschi con una goccia di Attak, fatta saldare attraverso la reazione con la bibita", racconta Furlan con un leggero brivido nella voce.
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La Forestale insieme a tutto il resto ha sequestrato anche vari esemplari di peppola, di passera mattugia, di prispolone e di ballerina bianca. "Quello del bracconaggio è purtroppo un fenomeno in forte crescita e in alcune provincia come Brescia rappresenta una vera piaga", commenta ancora il comandante Furlan. Nel 2006 i reati accertati sono stati 1461 per un totale di otto arresti .
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di VALERIO GUALERZI, da repubblica.it. (13 febbraio 2008)
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