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Sopravvivere al bracconaggio. Resoconto blitz a Ponza.
Pubblicato da Piero il 14/04/2008 alle 10:04:52, in anti caccia, letto 4978 volte

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Tre giorni e due notti di controllo del territorio, presidio dei punti sensibili e collaborazione con il NOA (Nucleo Operativo Antibracconaggio) del Corpo Forestale dello Stato.

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Quattro attivisti della Lega per l’Abolizione della Caccia e di ValleVegan tra martedì 8 e giovedì 10 aprile hanno presidiato l'isola di Ponza, storica meta dei campi antibracconaggio dove da un paio di anni a questa parte il fenomeno è in verticale diminuzione grazie all'aumentata vigilanza delle forze dell'ordine e alla costante presenza degli attivisti. Oltre a dover constatare l'abituale scempio di una bellissima isola sfigurata dall'abusivismo edilizio, nei giorni di permanenza sull'isola, i volontari hanno osservato la presenza di trappole illegali per la cattura di uccelli selvatici in sole due località delle oltre trenta controllate e storicamente infestate.

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Capillarmente più diffuse purtroppo le cosiddette 'schiacciate', trappole con i sassi che i bracconieri spacciano per strumenti di topicidio. Il topo e il ratto sono notoriamente esclusi anche dalle leggi che tutelano la fauna selvatica, pertanto non perseguibili legalmente. In realtà uccisi dalle schiacciate spesso e volentieri ci finiscono anche i volatili, oltre ai roditori e alle lucertole.

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I volontari strategicamente non hanno rimosso immediatamente le trappole di tipo sep per la cattura degli uccelli ma si sono limitati a segnalarne la presenza agli agenti del NOA per organizzare l'appostamento. In tal modo, un bracconiere è subito stato denunciato, oltre venti trappole (tra cui anche un archetto, strumento diffuso soprattutto nel nord Italia) sono state successivamente sequestrate.
Gli attivisti hanno avuto conferma del netto miglioramento della situazione a Ponza come già riscontrato negli anni scorsi.

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"Abbiamo letto l'odio, l'impotenza e la rabbia negli occhi dei bracconieri più noti dell'isola quando ci siamo incontrati per strada con loro, e questo ci ha resi colmi di gioia e di ironia”. riferiscono Marco Arceri, Piero Liberati, Chiara David e Simone Molla. “Abbiamo anche parlato con cittadini ponzesi che ci hanno espresso tutto il loro fastidio e il loro disprezzo per i cacciatori, siano essi bracconieri o «in regola». Tuttavia l'emergenza ponzese (isola fondamentale per la protezione della fauna selvatica, perché situata sulle rotte di migrazione degli uccelli) non è ancora risolta, e molto resta da fare. Pur di arrivare nel posto più sperduto dell’isola, conosciuta così a fondo solo da noi attivisti, dai bracconieri e dal Falco della Regina, abbiamo dormito in tre giorni solo poche ore, con sacchi a pelo anche sotto il vento e la pioggia. Dopo anni di dura lotta solitaria, dopo migliaia di trappole e reti rimosse, dopo tante aggressioni anche armate subite, siamo soddisfatti di aver finalmente ricevuto l’adeguato supporto".

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Chiaramente sono in programma altre visite all'isola nei prossimi giorni, seguendo una strategia che non prevede più un campo fisso lungo più di un mese ma più presenze improvvise di pochi giorni per disorientare ulteriormente i bracconieri, anche se ormai allarmati e, si spera, rassegnati.

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Dopo avere illustrato agli agenti della Forestale i punti caldi di Ponza, gli attivisti della LAC e di ValleVegan hanno lasciato stanchi ma soddisfatti l'isola, apprendendo poco dopo anche di una seconda incursione del NOA con esito positivo. Bilancio dei tre giorni: due tra gli ultimi bracconieri ostinati presi sul fatto e denunciati, oltre 35 trappole rimosse. Si attendono altre buone notizie!

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