Dieci punti vendita del MaxMara Fashion Group presidiati in quattro giorni e prima distribuzione FoodNotBombs Oltre un centinaio di attivisti compatti e solidali - alcuni assidui, altri alternatisi nei quattro giorni - ha partecipato agli
appuntamenti romani dell'offensiva natalizia AIP davanti a negozi MaxMara, Max&Co e Marella.
Sabato 20 dicembre Dopo la prima visita della settimana precedente, torniamo a presidiare il MaxMara istituzionale di via Ojetti e il vicino Max&Co. Con la presenza di alcuni attivisti pescaresi e di numerose nuove leve dell'antispecismo capitolino, raggiungiamo la quarantina di persone e decidiamo quindi di protestare contemporaneamente davanti a entrambi i punti vendita. Anche stavolta registriamo solo indifferenza dai dipendenti del negozio di proprietà del MaxMara Fashion Group, dato che evidentemente la nostra presenza non influenzerà i loro stipendi sporchi di sangue; mentre il Max&Co in franchising nella stessa via è stato teatro di reazioni ben più nervose, quasi disperate, e la nostra presenza per due settimane di seguito ha anche portato un vicino del negozio a tentare di strappare violentemente il megafono dalle mani di un attivista.
Domenica 21 dicembre Tre ore di incalzante presenza di fronte al punto vendita MaxMara di via Cola di Rienzo. Più di 30 attivisti hanno presenziato con striscioni, megafoni, immagini e supporti audiovisivi per il dispiacere dei dirigenti di quel negozio, i quali ormai nemmeno tolgono più dalle vetrine gli inserti di pelliccia. Cresce parallelamente il loro nervosismo per promettenti giornate prenatalizie sfumate tra cori e proteste. Rapidamente il punto vendita si è svuotato, mentre si sono ingrossate le fila dei manifestanti.
Martedì 23 dicembre Abbiamo deciso di dividerci in
tre gruppi per presidiare altrettante battutissime strade romane, ciascuna con almeno due negozi del MaxMara FG.
Dunque, in tutto, presidi contemporanei di fronte a sei punti vendita in adesione alla "demothlon", la maratona di offensiva natalizia della campagna AIP. Via Ojetti Circa una quindicina di attiviste ed attivisti si sono ritrovati davanti al MaxMara e poi al Max&Co di zona con bandiere verdenero, megafoni e due banchetti per richiamare l'attenzione sull'industria
sanguinaria della pelliccia e sulla dannosità del consumismo natalizio.
Due presidi a breve distanza che si sono svolti molto bene: pochissimi clienti, molti solidali, giornaliste curiose e una simpatica signora che ci ha promesso due pellicce ereditate dalla madre. Ancora una volta abbiamo colpito nel segno.
Via Tuscolana Per la prima volta il negozio Marella di questa via riceve la visita della campagna AIP, con più di 20 attivisti che si sono smistati tra questo punto vendita e quello MaxMara poco distante, già presidiato alcune settimane prima. Nonostante le restrizioni imposte, ci siamo fatti sentire parecchio con 4 ore di proteste continue a meno di un metro dagli ingressi e le reazioni sono state le più imprevedibili: dopo nemmeno un'ora di presidio il direttore di Marella ha deciso di chiudere le porte del negozio, forse sperando che bastasse a porre fine alla protesta, per riaprile due ore dopo; ma gli attivisti erano ancora in zona, mentre le commesse erano ormai andate a casa. Anche il direttore di MaxMara ha provato a scacciarci con modalità poco ortodosse: gettando del puzzolente topicida sul marciapiede davanti la soglia del negozio, con l'unico risultato di far cambiare strada a ogni eventuale cliente.
Viale Marconi I restanti quindici attivisti hanno deciso invece di incalzare senza sosta prima il MaxMara e poi il Max&Co di viale Marconi. Il primo punto vendita si è rapidamente svuotato, con l'eccezione di qualche saltuaria entrata dei soliti indifferenti. Il secondo negozio è risultato invece più popolato, ma comunque povero di acquisti. Molta gente ci ha incoraggiati, una ragazza ci ha regalato il suo collo di
pelliccia di coniglio che credeva sintetico.
Mercoledì 24 dicembre Non esiste vigilia di Natale né vacanze per gli animali rinchiusi negli allevamenti, dunque non possono esisterne nemmeno per noi, e non deve esserci pace per MaxMara. Torniamo in una quindicina di manifestanti a presidiare il punto vendita MaxMara di via Cola di Rienzo. Nuovamente registriamo alcune restrizioni da parte delle forze dell'ordine: divieto di stazionare accanto all'ingresso del negozio, divieto di megafonare a voce troppo alta, divieto di usare più
megafoni contemporaneamente. Non ci manca però il sostegno di molti passanti inorriditi e solidali, come non ci sfugge l'esasperazione della direttrice, la quale ci ha rivelato che pur di non vederci più protestare davanti al suo negozio sta cercando di non ordinare abiti con inserti in vero pelo animale.
Contemporaneamente a questo presidio, è stato organizzato il primo
FoodNotBombs romano, a piazza Vittorio Emanuale: distribuzione gratuita di cibo altrimenti sprecato nella follia consumista di queste ipocrite feste. Moltissime persone prive di reddito hanno apprezzato le abbondanti pietanze (ovviamente vegan) preparate da volenterose/i antispeciste/i, spesso solo dopo essersi sincerati dell'assenza di prodotti di derivazione animale. Un'esperienza molto soddisfacente che replicheremo l'ultimo dell'anno.