...ma non è ancora tutto a posto
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Da La Rinascente ci è stata spedita una comunicazione riguardo la loro politica fur-free e la presenza di capi con inserti in pelliccia all’interno dei loro punti vendita. Una lettera che ribadisce la loro volontà di mantenere con noi una comunicazione e in cui viene ribadito il loro impegno per applicare questa politica aziendale, che purtroppo rimane ancora piena di promesse e di belle parole ma priva di fatti concreti in tempi ben definiti.
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Se da una parte temevamo un ripensamento totale da parte dell’azienda e quindi un loro trincerarsi dietro al silenzio, dall’altra questa apertura al dialogo non può nemmeno frenare la nostra rabbia per un impegno che Rinascente non sta seguendo. Rimaniamo quindi aperti al dialogo con l’azienda ma fermi sul punto già ribadito nel nostro primo comunicato, in cui si dice che questa nuova mobilitazione si fermerà solamente nel momento in cui non si troveranno più inserti di pelliccia all’interno dei punti vendita Rinascente.
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Secondo quanto scritto dalla dirigenza dell’azienda dopo la nostra segnalazione si sono accorti di capi acquistati e che erano sfuggiti ad una verifica, che sarebbero stati già ritirati dai negozi e rimandati indietro ai fornitori. Questo però per pochissimi capi da loro direttamente acquistati.
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Tutto il resto degli inserti presenti nei loro magazzini si trovano nei corner, in cui le varie aziende si gestiscono da sole gli acquisti. A questi corner sarebbero stati chiesti chiarimenti e a quanto pare “si stanno adeguando” alla politica fur-free. Ma su questo punto solamente parole vaghe, senza un impegno o una scadenza precisa, che poi dovrebbe semplicemente essere immediata. I corner si dovevano infatti adeguare già dal 31 gennaio e di tempo ne hanno avuto già a sufficienza.
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Noi non vogliamo aspettare più. Vogliamo che vengano rispettati gli accordi e che tutti i punti vendita Rinascente in Italia diventino veramente fur-free!
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Clicca qui per visionare la comunicazione de La Rinascente
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Invitiamo quindi ad una forte presenza per le proteste.
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Fonte: Campagna AIP
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