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Campagna antibracconaggio. Sardegna 2009.
Pubblicato da Piero il 16/12/2009 alle 23:01:53, in anti caccia, letto 2446 volte
Una quindicina di volontari della Lega per l'Abolizione della Caccia ha condotto la tredicesima campagna anti-bracconaggio nel Cagliaritano ed ha portato alla neutralizzazione di oltre 15 mila trappole. La campagna, svoltasi in costante contatto con il Corpo forestale e di vigilanza ambientale e con il contributo del Gruppo d'Intervento Giuridico, ha visto, come di consueto, la partecipazione di volontari giunti da varie parti d'Italia (Lombardia, Toscana, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio, Sardegna) e dall'Estero (Paesi Bassi) con l'obiettivo di bonificare quanti più boschi e zone di macchia mediterranea dalle micidiali trappole posizionate dai bracconieri, per aiutare la costante attività nel settore del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale e delle altre Forze di Polizia.
Numerose le aree battute, nei territori comunali di Capoterra, Uta, Assemini, Santadi. Sono state neutralizzati e rimossi n. 90 lacci in acciaio per la cattura di ungulati (cervi sardi e cinghiali), circa 15 mila lacci in nylon e crine per la cattura di avifauna selvatica, utilizzati dai bracconieri per la cattura delle grive. Sono stati anche rinvenuti e liberati alcuni piccoli uccelli (pettirossi, tordi) ed un cinghiale preso al cappio, prontamente liberato.
Il bracconaggio è un'attività illegale e distruttiva del patrimonio ambientale (si stimano n. 120 bracconieri "fissi" + n. 350 "occasionali" nella sola Capoterra). Il giro di affari è di sensibili dimensioni: basti pensare che una sola griva (spiedo di 8 tordi) costa al mercato illegale un centinaio di euro al dettaglio.
Tuttavia fra i principali "fruitori" finali del bracconaggio sembrano proprio essere alcuni noti ristoranti del Cagliaritano nei confronti dei quali appaiono necessarie ispezioni senza preavviso da parte delle Forze dell'ordine. Da non tralasciare il controllo, nel periodo delle festività natalizie, dei mercati pubblici.
Tutte le trappole rinvenute sono state naturalmente consegnate al Corpo forestale e di vigilanza ambientale quali corpi di reato.
La caccia di frodo è, infatti, un reato contravvenzionale punito dalla legge n. 157/1992 e successive modifiche ed integrazioni con sanzioni penali (art. 30) e con sanzioni amministrative (art. 31), nonché dalla legge regionale n. 23/1998 e successive modifiche ed integrazioni (art. 74).
Graziella Zavalloni, coordinatrice della campagna anti-bracconaggio della L.A.C., in proposito ha dichiarato: "anche quest'anno siamo particolarmente soddisfatti dell'aiuto fornito alle Forze dell'ordine che combattono il bracconaggio ogni giorno, tuttavia sono necessari un impegno molto più incisivo nei confronti degli acquirenti e un deciso rafforzamento delle sanzioni: sequestri dei mezzi utilizzati per il bracconaggio, auto comprese, ispezioni in ristoranti e mercati. Il bracconaggio è un vero e proprio danno al patrimonio ambientale, è un vero e proprio furto ai danni di tutti noi".
La L.A.C. conduce campagne anti-bracconaggio nelle zone del Paese dove il fenomeno è più grave: in Sardegna come nelle Valli Bresciane, a Ponza come nelle Valli Venete, nel Bergamasco come sull'Appennino ligure.