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Un amico per due isole
Pubblicato da Lidio il 08/08/2013 alle 19:25:10, in Diario di ValleVegan, letto 2473 volte

Editoriale pubblicato sul bollettino primaverile del CABS (Committee Against Bird Slaughter) - 2012

di Maria Teresa de Carolis

Raccontare se stessi è impresa difficile, a volte sotterranea e faticosa; raccontare un amico è un viaggio verso un’ isola, verso le stelle, verso un mondo diverso fatto di curiosità e conoscenza. Raccontare Piero vuol dire sistemare nella mia testa tutto ciò che ricordo: i campi antibracconaggio, i suoi trascorsi, le sue imprese, le telefonate fugaci o gli sms brevi e pericolosi, perché mi mettono in allarme. Voglio mettere ordine a questi ricordi, raccontando qualcosa, brevi appunti di recenti vicende.

Quando si parla di campi antibracconaggio, ad alcuni –  forse -  potrebbe venire in mente una sorta di campeggio naturalistico, un’attività  di osservazione e monitoraggio, magari con lanterne nel buio dell’alba o con cannocchiali e fotocamere all’avanguardia.  In  realtà un campo antibracconaggio non  è fatto solo di questo, ma  di appostamenti, di fughe, di soste nella notte al freddo,  nascosti dietro cespugli.  È  fatto di pedinamenti e investigazioni.

Da oltre 10 anni Piero Liberati, amico… praticamente fratello, compie salti, blitz, corse tra le isole del mediterraneo, e non solo. Ponza,  luogo strategico per gli uccelli migratori,  è ormai il punto chiave di campi ed attività.  Le  specie più cacciate a fucilate sono quaglie e tortore ma nelle trappole cadono piccoli passeriformi tra cui monachelle, balie, pettirossi, stiaccini. Ponza vessata dalla ignoranza e dalla prepotenza.
Nonostante  la ferocia del bracconaggio che affligge l’isola, Ponza è anche  un luogo di infanzia e ricordi, quando Piero accompagnava sua madre, insegnante di lettere, sull’isola e già allora osservava il cielo, rapito dalla bellezza della natura, dal mare che lambiva le rocce e dagli uccelli che coloravano l’aria.  L’ improvvisa nevicata del gennaio  1985 è un ricordo vivido al quale Piero associa i suoi viaggi per raggiungere l’isola.
Vista dal traghetto l’isola di Ponza è un insieme meraviglioso di vegetazione e rocce, un punto nel mare, un’oasi accogliente e profumata;  ma come purtroppo a volte accade, la bellezza cela infamie e degrado,  nasconde crudeltà ed illegalità: Ponza è  l’isola incantevole dove si spara tutto l’anno, dove i bracconieri, spesso con regolari permessi di caccia, nascondono le armi nelle grotte, recuperandole all’alba, dirigendosi nell’oscurità della macchia, aspettando volatili nel buio. È l’isola delle trappole, dove gli orti nascondono gli inganni, dietro piantine di fave o cumuli di erbacce che fanno da fortino per qualche schiaccia.  E solo nella notte gli inganni possono essere svelati.

I richiami elettrici scattano sempre alla stessa ora e fanno da eco agli insetti che ignari cadenzano col loro canto l’inizio del giorno.  Ponza, che  inonda di fragranze la notte,  è macchiata dalla ferocia dei “soliti”.
Nel 2005 Piero,  insieme alla sua compagna e volontaria,  andò  a parlare con il Preside della scuola Media, tesserato ad una associazione ambientalista; seguì una illuminante cena con altri professori con i quali si concordò un incontro per i ragazzi, durante il quale si parlò del bracconaggio e dei danni gravissimi che esso produce. Fu un’azione coraggiosa:  molti di quei ragazzi probabilmente avevano un genitore o un parente cacciatore in casa e quindi  la prospettiva dalla quale guardare  quella “tradizione” poteva finalmente cambiare. Una professoressa, in seguito,  riuscì a scovare quattro  trappole in una zona dell’isola. La scuola, dunque, come  punto di partenza per la coscienza di futuri adulti, che  guardano  con occhi diversi la fauna dell’isola, diventata un luogo da proteggere e non da violare. 
In questo panorama i blitz sono il  pensiero ricorrente di Piero,  costituiscono la forte tenacia nello scovare i bracconieri.

Ricordo il campo del maggio dell’anno scorso, al quale partecipai e soprattutto  le fughe dai bracconieri che ci inseguivano nella notte, le camminate interminabili al buio affinché nessuno ci potesse vedere, i chilometri in salita per arrivare alla Piana d’Incenso, dove la nostra presenza sarebbe stato il deterrente migliore per disarmare quegli individui assetati di sangue.
Ogni  anno la determinazione e la presenza costante si rinforza.

Quest’anno Ponza  è stata una meta ricorrente;  la notte tra il 10 e l’11 marzo una corsa in macchina ed un fugace appostamento notturno:  Piero, Antonella, Marco e Susanna, attivisti del CABS Italia, per scovare quattro luoghi con trappole, di cui uno mai individuato prima. Quando questo succede le informazioni vengono comunicate tempestivamente al Corpo Forestale.

Dal primo  al 5 aprile, Piero e Andrea  sono tornati sull’isola, i loro metodi “segreti” hanno dato frutti inaspettati: l’individuazione e successiva denuncia di cinque trappolatori  e l’incontro fatale con  il peggiore bracconiere dell’isola, lo stesso che l’anno precedente aveva inseguito e percosso due volontari, di cui uno minorenne (mio figlio). Il tipo, che chiameremo “Il Losco”,  passeggiava col suo fucile in spalla, all’alba di un giorno qualunque – non in periodo venatorio - ; quel giorno qualunque è diventato il palcoscenico  di  un’ azione brillante, catturato infatti dagli sguardi di Piero e Andrea, il  bracconiere è stato “incastrato” ed affrontato alle prime luci dell’alba. Naturalmente i “coraggiosi bracconieri” non sono mai soli, hanno sempre qualche amico nei paragg, che li possa assistere nell’eventualità di essere scoperti. Altri quattro compari,  infatti, sono subito accorsi, tra cui un improbabile quanto grottesco Dj trash dell’isola. In questa circostanza Piero e Andrea hanno sperimentato le loro doti migliori di  diplomazia e sangue freddo , affrontando i bracconieri con  calma e controllo.
Naturalmente un’azione di tale successo ha spinto Piero ed Andrea, insieme ad altri volontari italiani del CABS, Stefano e Fabio, ad andare oltre: perché non recarsi   ad Ischia, dove i campi antibracconaggio negli ultimi anni erano stati meno intensi?

Così  anche quest’isola diventa  meta di  appostamenti. Ischia è una piccola isola ai confini col Golfo di Napoli, isola splendida che nella mente di Piero chissà quali oscurità nascondeva.  Appena arrivati Piero ed Andrea sono stati accolti da alcuni volontari di una associazione partner del CABS: Lina e Luigi, attivisti ed esperti del territorio, preziosi aiuti per le incursioni. Gli obiettivi di un campo sono sempre gli stessi: scovare trappole, reti da uccellagione e luoghi di appostamento dei bracconieri.

Le “Ischitane” sono trappole che prendono il nome dall’isola, piccoli congegni di ferro fatti a mano, armati con una camola e pronti a scattare in maniera letale  alla prima beccata di un uccellino. Durante la sosta ad Ischia ne sono state individuate 150 e,  per la prima volta, sono state trovate anche  due maxi trappole, pericolose anche per l’uomo, probabilmente usate per la cattura del coniglio selvatico. 
Un bracconiere, che per anni esercitava il suo “potere” senza mai essere scoperto, soprannominato “O’ Tossico”,  è stato individuato e denunciato. La costanza premia, si sono rinvenuti due bauli per fucili  murati in una roccia e centinaia di cartucce pronte all’uso. E’ un lavoro di pazienza, dove la presenza e l’attenzione portano a sicuri risultati.

Ischia è così [ri]entrata ufficialmente nel gruppo di isole dove i campi antibracconaggio sono l’obiettivo per l’osservazione di un fenomeno da controllare e combattere. Dall’anno prossimo, infatti,  si organizzeranno campi strutturati con volontari e date precise.
Ponza rimane comunque il luogo di attenzione costante, dove la presenza dei volontari è una tradizione. Recentemente Catia della LAC, ha organizzato una bellissima iniziativa nelle scuole Pontine, invitando gli alunni a far volare nel cielo aquiloni, invadendo pacificamente le zone di appostamento dei bracconieri,  per contrastare con i colori la violenza degli spari.

Il 10 aprile Piero ed Andrea  sono tornati a Ponza e,  noleggiato uno scooter, hanno girato in due ore l’intera isola, controllando velocemente la situazione,  per verificare se qualcosa fosse cambiato. Per fortuna la passeggiata su due ruote è stata una semplice “promenade”: nessun sito attivo, nessuna trappola, nessuno sparo.
I  campi  antibracconaggio sono il progetto di ogni singolo istante, là dove il significato di “legalità”, è solo sottilmente connesso ad un senso di giustizia umana,  ma  fortemente collegato  al diritto di esistere per ogni essere ed ogni abitante del pianeta.