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Prima settimana di campo. Impressioni e resoconto ufficioso
Pubblicato da Daniela il 16/10/2008 alle 09:58:40, in anti caccia, letto 1519 volte
Posti meravigliosi, letteralmente invasi dai cacciatori che non danno tregua ai pochi uccelli rimasti, che se sfuggono ai loro tiri incrociati, dovranno poi vedersela con le invisibili reti poste tra albero e albero all’interno del bosco; con gli archetti tentatori addobbati con bacche colorate e messi in bella mostra lungo i sentieri più impervi; con le infime trappole poste sul terreno e malvagiamente nascoste.
Appena il bosco diventa meno fitto, ad ogni radura, sono posizionati dei capanni rivolti verso valle ridicolmente mimetizzati con foglie, rami o reti. Ogni lato di questi capanni presenta delle feritoie dalle quali il cacciatore può far uscire la canna del fucile e sparare. Intorno al capanno vengono costruite delle apposite strutture in legno con lo scopo di far posare gli uccelli attratti da bacche messe lì come esche, o dal canto di uccelli tenuti in misere gabbie poste sugli alberi.

Tra i tanti capanni, come se non bastasse, si intravede un roccolo: questa infernale struttura viene costruita utilizzando alberi in doppio filare posti a formare un semicerchio anch’esso rivolto verso valle. Lungo queste piante viene posizionata un’intelaiatura atta a reggere le reti stese per tutto il semicerchio. Quasi al centro di questa struttura, poco più arretrata, viene costruita una torretta, nascosta da erbe rampicanti o alberi addossati dalla quale il cacciatore può avere una vasta visuale e dominare l’area di cattura.

Dopo la prima settimana del campo antibracconaggio nelle valli bresciane, grazie anche al monitoraggio dei volontari L.A.C., col determinante sostegno delle forze preposte sono stati presi oltre 60 bracconieri (in aumento rispetto agli anni precedenti) molti dei quali anche cacciatori, sequestrate circa 100 trappole tra archetti, vischio e tagliole, moltissime reti da uccellagione e più di 200 uccelli tra beccofrusoni, crocieri, pettirossi e tordi tutti detenuti illegalmente e consegnati al Centro di recupero animali selvatici di Modena. Da notare l’elevato numero di bracconieri colti sul fatto rispetto al basso numero di strumenti di cattura scoperti, fenomeno questo che gratifica per tutti gli sforzi compiuti contro il massacro di animali.