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Corriere della Sera 28 agosto 2007
Embrioni chimera, metà umani metà animali
In Inghilterra la tecnica è legale, ma la comunità insorge
Inserire Dna umano in cellule staminali di mucca permetterà di sviluppare la ricerca sulle malattie neurologiche e genetiche
LONDRA – Gli scienziati inglesi del King’s College di Londra sono ad un passo dalla creazione - legalizzata - dei primi e controversi embrioni ibridi, ovvero mezzi umani e mezzi animali, in laboratorio. Questi embrioni, condannati come «mostruose chimere» dagli oppositori delle modifiche del Dna, sarebbero fondamentali per la ricerca di malattie neurologiche e genetiche come l’Alzheimer, l’atrofia muscolare, il morbo di Parkinson e diversi disturbi neurodegenerativi che colpiscono milioni di persone in tutto il mondo. La licenza dovrebbe essere accordata nei prossimi giorni, quando si riunirà l’Autorità britannica sull’embriologia e la fertilizzazione umana (HFEA), che inizialmente aveva vietato questa sperimentazione per motivi etici. La tecnica genetica, che è violentemente osteggiata da gruppi religiosi, prevede l’utilizzo di ovuli prelevati da mucche uccise al macello, da cui verrebbe rimosso il tessuto genetico animale sostituendolo con Dna umano.
CELLULE MODIFICATE - Il Professor Stephen Minger, a capo del dipartimento di studi sulle cellule staminali del King’s College, uno dei fondatori dell’utilizzo di cellule staminali a scopo terapeutico, ha spiegato il perché questa tecnica sarebbe necessaria: «Ha senso, a nostro parere, usare cellule staminali da embrioni ibridi piuttosto che da embrioni umani perché quelli umani richiedono ovuli umani fertilizzati da sperma, mentre quelli animali possiamo ottenerli in grosse quantità tutti i giorni dai macelli». Minger ha aggiunto: «Quando spiego alle persone che cosa vogliamo fare, spesso reagiscono in modo schifato, perché pensano che sia strambo quello che proponiamo. Ma una volta che spiego come funziona e perché lo facciamo, allora generalmente pensano che si tratti di una buona idea. Sono cautamente ottimista sui permessi. Spero di aver spiegato chiaramente che, grazie a questa licenza, potremmo studiare una serie di malattie genetiche in modo molto più chiaro. Le scoperte che faremo aiuteranno a sviluppare terapie per curare malattie come il morbo di Alzheimer, che colpisce così tanta gente (circa 26 milioni di persone all’anno, secondo recenti stime, ndr) e per il quale non c’è alcuna terapia esistente».
CHIESA CONTRARIA - Anche il capo del dipartimento di genetica all’istituto nazionale di ricerche mediche, il Professor Robin Lovell-Bage si è dimostrato interessato ad uno dei permessi, dichiarando: «Non vedo assolutamente alcuna ragione per cui questi esperimenti non dovrebbero procedere». La Chiesa cattolica ha invece manifestato la sua piena opposizione, dicendosi contraria alla creazione di embrioni solo a scopo di ricerche e ricordando che la vita inizia al concepimento.
Deborah Bonetti
28 agosto 2007