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Corriere della Sera 27 agosto 2007
Paul McCartney animalista contro la figlia
Litigi in famiglia
Stella, stilista e vegetariana, disegna scarpe in pelle di canguro: l'ex dei Beatles si schiera con chi protesta
LONDRA — È lite, o almeno forte malumore, tra Paul McCartney e sua figlia Stella. Lei, stilista, disegna scarpe per la Adidas e, benché vegetariana e animalista dichiarata, sembra non fare caso al fatto che le calzature che portano la sua firma sono fatte in pelle di canguro. Questo all'ex dei Beatles non va giù: si è schierato con l'associazione Animal Aid che lamenta il massacro di «milioni di canguri in quello che è il più grande massacro di animali del pianeta ». I litigi tra padre e figlia sarebbero già stati numerosi.
Se dicono il vero certi gruppi animalisti inglesi, australiani e americani, ogni anno «milioni di canguri vengono sterminati in quello che è il più grande massacro di animali in tutto il pianeta». Colpa della loro pelle, assai desiderata: i marsupiali finiscono infatti nelle scarpe di famosi calciatori, e in altri accessori di tutti i tipi. Gli stessi animalisti conducono altre battaglie per le foche, le balene, le cicogne, gli ermellini, i visoni. E Stella la vegetariana è sempre stata schierata con loro: se capitava, petizioni e discorsi contro la bistecca ma anche contro le pellicce, le borse di coccodrillo, le scarpe di lucertola, le cinture di zebra, petizioni indignate senza se e senza ma. Ma sul canguro, no. Di canguri, in un certo senso, Stella vive, poiché disegna e firma anche oggetti prodotti con la loro pelle per il suo datore di lavoro, la grande e potente Adidas.
E sul canguro, Stella si gioca tutto: la sua popolarità fra i vegetariani e gli animalisti di tutto il mondo, che ora la contestano ferocemente, e pure il suo buon rapporto con papà. Che si chiama sir Paul McCartney, è proprio il menestrello dei Beatles e degli Wings, e nel passato ha mugugnato assai contro la Adidas, proprio per la storia dei marsupiali tramutati in scarpette; dunque adesso mugugna anche contro la figlia. Stella, fra l'altro, si trova a una svolta decisiva della carriera: fra pochi giorni, alla Fashion Week o Settimana della moda di Londra, dovrà lanciare la sua nuova linea di abbigliamento sportivo, e perciò alcuni gruppi di animalisti hanno scelto questo momento per attaccarla. O anche, hanno cercato di «riconquistarla » dolcemente alla loro battaglia: «L'uso della pelle di canguro da parte della Adidas è imperdonabile — ha dichiarato al quotidiano Indipendent il direttore di "Animal Aid", Andrew Tyler —. Quanto al presunto silenzio di Stella, noi sappiamo bene che lei si oppone a ogni crudeltà contro gli animali, e presumiamo che stia prendendo tutte le misure che ritiene appropriate, per far pressione sulla sua azienda e far cessare l'uso delle pelli di canguro».
I litigi con papà Paul, secondo i pettegoli dell'ambiente, sarebbero già stati diversi. E non si tratta solo di opinioni teoriche, ma in qualche modo anche di marketing e fatturati: sir Paul, autore di canzoni tradizionalmente friendly, di facile e amichevole ascolto, e anziano ecologista dichiarato, ha costruito la sua immagine non solo sulle serenate d'amore rock ma anche sul proclamato rispetto per la natura; non è il satanico Mick Jagger e tantomeno il sulfureo Ozzy Osbourne, spesso tutti vestiti di pelle. Sentir definire la figlia come complice del «massacro più grande del pianeta» non gli farà certo piacere. A sua volta, la figlia è diventata una firma nota e un talento apprezzato, nel suo mondo: non le farà certo piacere che il famoso padre critichi in privato la sua azienda, e ancor meno le farebbe piacere se la sua critica divenisse pubblica.
Quella intorno ai marsupiali massacrati, poi, è già divenuta una guerra ideologico- commerciale. Così combattuta che uno come David Beckham ha rinunciato alle scarpette che gli garantivano contratti milionari dagli sponsor, per «convertirsi» a scarpe fatte con prodotti sintetici. In California, è intervenuta anche la legge: la Corte suprema ha vietato la vendita di scarpe e accessori calcistici in pelle di canguro, dopo un'ardente campagna di opinione condotta dal movimento «Viva». Ma quasi contemporaneamente, una legge apposita che stabiliva il contrario è stata approvata dal Senato statale: e ora, cioè a settembre, la decisione ultima spetterà al governatore Arnold Schwarzenegger. Che, notoriamente, non è un tenerone romantico come sir Paul McCartney. Ed è anche uno che di sponsorizzazioni e di marketing se ne intende, proprio come Stella la vegetariana.
Luigi Offeddu
27 agosto 2007