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E' strage di orsi nel parco nazionale degli Abruzzi. Una terza carcassa è stata ritrovata oggi più o meno nella stessa zona (nei pressi di Gioia dei Marsi) dove ieri erano stati trovati i cadaveri di "Bernardo" e della sua compagna.
A questo punto, diventa praticamente certo che gli animali sono stati uccisi, con tutta probabilità da bocconi avvelenati destinati a "fermare" le loro scorribande in zone agricole che avevano già suscitato forti proteste. In particolare, nella zona frequentata dagli orsi sarebbero state gettate delle carcasse di capra avvelenate che avrebbero causato la morte dei golosi plantigradi.
"Bernardo" e la femmina erano stati trovati ieri dopo che gli agenti del parco ne avevano cominciato le ricerche insospettiti dal fatto che, da qualche tempo, il plantigrado non si era più visto in giro. Grazie al radiocollare satellitare, non è stato difficile rintracciarlo. I due orsi sarebbero deceduti in due momenti diversi. Uno degli animali, infatti, era ancora in buono stato di conservazione, l'altro no. Viste le circostanze la direzione del parco ha disposto "immediati accertamenti ed indagini di polizia giudiziaria poichè non si escludono cause di natura dolosa".
Bernardo era diventato famoso per le sue incursioni nei paesi del Parco. La sua fama aveva fatto il giro del mondo ed era diventato una vera attrattiva non solo per i più piccoli.
Una donatrice americana, la miliardaria Jenny, aveva destinato lo scorso anno un milione di euro al parco, al Corpo forestale e alla Sapienza di Roma proprio per la ricerca e la conservazione dell'orso marsicano. Non si sa con esattezza quanti esemplari di orso vivano ancora nel parco anche se secondo una stima potrebbero essere tra i 30 ed i 50.
"E una grave perdita - ha dichiarato il direttore del parco, Aldo Di Benedetto - in quanto incide sul potenziale riproduttivo della popolazione dei plantigradi già numericamente esigua. Per di più viene a mancare l'orso Bernardo che, negli ultimi anni, tanto ha fatto parlare di se per gli incontri ravvicinati nei centri abitati e che ha 'battezzato' una delle tante associazioni costituitesi per la tutela della specie".