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Massacrati i pet delle case popolari
Polemiche per l'ordinanza di un sindaco portoricano. Cani e gatti uccisi e gettati da un ponte alto 15 metri PORTORICO - Agivano su mandato delle autorità comunali, che hanno intimato agli inquilini delle case popolari di Barceloneta di non tenere animali nelle abitazioni. Ma gli accalappiacani della società privata incaricata di fare pulizia hanno provveduto in un modo che anche il sindaco della città portoricana, Luis Fontanez, non ha esitato - a posteriori - a definire «terribile»: hanno buttato gli animali dal ponte (50 non sono sopravvissuti) invece di portarli al canile.
L'INCHIESTA - Il proprietario della società che aveva avuto l’appalto nega ogni responsabilità, ma sarà un’inchiesta avviata dopo la notizia del massacro dei cani ad accertarlo. Da stabilire - è oggetto di polemiche - se davvero la legge impedisca di tenere animali nelle case popolari del territorio statunitense: secondo Doris Gaetan, responsabile del Dipartimento per le relazioni con Portorico, il divieto vige solo se gli animali sono potenzialmente pericolosi per altri inquilini.
LA PROTESTA - Intanto le associazioni ambientaliste e animaliste e gruppi spontanei di proprietari di cani hanno iniziato a bersagliare le autorità comunali di Barceloneta di telefonate e email di protesta, contestando non solo il modo con cui si è provveduto ad eliminare gli animali, ma anche la decisione stessa di non consentire la loro permanenza nelle abitazioni. Lunedì molti di loro si sono riuniti davanti al municipio e hanno cercato invano di parlare con il sindaco, che si è negato. Fontanez si è però limitato a spiegare ai media che «la mia amministrazione ha agito secondo la legge». Sia il sindaco sia il responsabile della società incaricata dell'eliminazione delle carcasse hanno poi messo le mani avanti spiegando che le accuse degli animalisti dovranno essere dimostrate in tribunale, in particolare dovrà essere provato che gli animali trovati sotto il ponte siano proprio quelli prelevati nelle case popolari.
I TESTIMONI - Secondo quanto riportato da diverse agenzie di stampa e blog internazionali, al momento del prelievo ai cani era stata iniettata una sostanza spacciata come sedativo ma che in realtà sarebbe stata letale. I quattrozampe, una volta accalappiati, sarebbero stati eliminati nel modo più brutale: gettandoli da un cavalcavia. Alcuni testimoni che abitano nelle vicinanze del ponte, recatisi sul posto per accertare quanto stesse succedendo, hanno riferito di cani ancora vivi, nonostante l'iniezione e il volo. E di come questi ultimi siano in alcuni casi anche riusciti a riguadagnare la strada, arrampicandosi sulla scarpata, salvo poi crollare esausti e malconci dopo poche centinaia di metri.
(CORRIERE DELLA SERA 16 ottobre 2007)