RIFUGIO | Vieni? | Sostienici! | venerdì 22 novembre 2024 # Utenti online n. # |
Protesta sotto gli uffici direzionali a Reggio Emilia
Venerdì 14 novembre attivisti di Campagna AIP si sono dati appuntamento davanti agli uffici direzionali del Max Mara Fashion Group per dare ufficialmente inizio ad una campagna internazionale di pressione
e boicottaggio contro questa casa di moda emiliana che nelle sue collezioni fa largo uso di resti di cadaveri animali.
Sotto una pioggia battente dalle 08:15 del mattino quasi 30 attivisti hanno accolto dirigenti e dipendenti di Max Mara con striscioni, cartelloni raffiguranti le immagini degli animali rinchiusi ed uccisi negli allevamenti, tamburi e megafoni.
A centinaia di lavoratori è stato dato un volantino che spiega le motivazioni della campagna e mette in chiaro che essa non è diretta contro di loro ma contro il marchio per il quale lavorano e la dirigenza, la quale, nonostante Campagna AIP abbia spedito negli scorsi mesi un dossier informativo e dei filmati sull'industria della pelliccia, non si è nemmeno degnata di rispondere.
Ben sapendo che le scelte delle aziende contro le quali protestiamo e del mondo della moda in generale siano dettate esclusivamente da questioni puramente economiche, con questa protesta abbiamo voluto dare un segnale deciso ai manager del Max Mara Fashion Group mettendo in chiaro che questa campagna cesserà unicamente il giorno in cui essi sottoscriveranno una politica fur-free.Fino a quel giorno le nostre proteste davanti ai negozi continueranno al fine di far aprire gli occhi a potenziali clienti e mostrare alle persone cosa si nasconde dietro a capi d'abbigliamento decorati con pezzi di pelli di animali uccisi per elettrocuzione anale o in camere gas.
Le vostre scelte sono dettate dal profitto, e da una visione del mondo che subordina ogni forma di vita ad esso. Le nostre azioni sono dettate dalle nostre coscienze, e dalla consapevolezza che nel preciso istante in cui state leggendo queste righe milioni di individui sono rinchiusi in piccole gabbie di rete metallica nelle quali sono nati e hanno trascorso i pochi mesi della loro atroce esistenza, solo per poter confezionare inutili capi d'abbigliamento venduti nei negozi Max Mara.