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Il VegFestival di Torino |
15, 16, 17 GIUGNO 2007
Torna il VegFestival di Torino, alla sua quinta edizione!
Anche quest'anno tanti ospiti italiani e stranieri, daranno al pubblico uno "spaccato di vita vegan" - come, perchè, dove, quando, così tante persone, in tutto il mondo scelgono una vita "senza crudeltà" verso gli animali e rispettosa dell'ambiente e delle persone.
Il nostro festival è prima di tutto un modo per farci conoscere da chi vegan non è, e quindi i primi che vogliamo invitare sono proprio le persone che di questo argomento ne sanno 'solo un poco' e vorrebbero saperne di più, o chi è curioso di provare la cucina vegan, o anche solo di farsi un giro tra gli stand.
Ma il festival è anche per i vegetariani, i vegan, gli attivisti, che vogliano rilassarsi e mangiare tranquilli in una festa totalmente senza crudeltà, incontrare altre persone con cui scambiare idee, conoscere attivisti di altre nazioni.
Per ogni informazione, consultate il sito: http://www.vegfestival.org
(corriere della sera)
CAGLIARI — La tassa sui cani dopo quella sul lusso. In Sardegna i proprietari potrebbero essere presto costretti a pagare venti euro all'anno per ogni cane non sterilizzato. La nuova imposta è allo studio della giunta della Regione e ha subito scatenato polemiche. «Nessuna decisione politica è stata ancora adottata — precisa l'assessore regionale alla sanità, Nerina Dirindin — e si è ancora in una fase preliminare, di studio e di consultazione». Ma è stato sufficiente un vago riferimento nella riunione di un gruppo di lavoro incaricato di predisporre la bozza di un disegno di legge per creare malcontento.
«Nuove tasse? Proprio a ridosso del 20 giugno, data entro la quale le centinaia di migliaia di persone che possiedono una casa sulle coste devono mettere mano al portafogli per pagare le tasse sul lusso volute da Renato Soru?», insorge il centrodestra. Sarebbero i Comuni a decidere se far pagare o meno ai proprietari la tassa sui cani. Soru è preso di mira perché accusato dalla battagliera Michela Brambilla, presidente dei Circoli della libertà, qualche settimana fa a Ballarò: «Quando vengo in Sardegna vedo troppi randagi. Pensi a risolvere il problema». Soru aveva replicato con una battuta, ma nella rapidità con la quale sta prendendo corpo la nuova iniziativa fiscale qualcuno vede la mano del governatore decisionista.
L'obiettivo sarebbe ridurre i costi del randagismo: Regione sarda e Comuni spendono ogni anno cinque milioni di euro l'anno per mantenere cinquemila cani accolti in strutture gestite in gran parte da associazioni animaliste; i randagi sono più di 23 mila. Ci sono poi più di 220 mila cani «regolari», ovvero con un proprietario. Il conto è presto fatto: se ogni proprietario paga 20 euro si arriva quasi a equilibrare le spese di gestione dei canili e si possono impiegare altri fondi (che il ministero è disposto ad assegnare alla Regione) per le adozioni e le sterilizzazioni. Come identificare i proprietari dei cani? Esiste un'anagrafe gestita dalle Aziende sanitarie locali; basta mettere insieme i dati e incrociarli. Ma non è così semplice. Innanzitutto per le proteste.
«Si danneggerebbero i veri amici degli animali e aumenterebbe il randagismo — obietta Emanuele Deiana, coordinatore per la Sardegna dell'Ente protezione animali — . Noi siamo assolutamente contrari». E anche settori del centro sinistra non approvano la tassa: «I cani regolari sono già totalmente a carico dei proprietari; sarebbe incomprensibile tassare proprio loro e sarebbe un incentivo ad abbandonarli», è il parere di Nazareno Pacifico, presidente della commissione sanità del consiglio regionale. La tassa ancora non c'è, molti dubitano che mai ci sarà, ma comunque già si parla di probabili esenzioni: potrebbero non pagarla i proprietari di cani sterilizzati. Esenti, inoltre, i cani guida per i non vedenti, i cani poliziotto e della Protezione civile. E quelli utilizzati per la custodia delle greggi: i cani pastore, che sono almeno 40 mila (in Sardegna ci sono 4 milioni di pecore), quanti i loro padroni che, se ci sarà la tassa, hanno già minacciato una rivolta: porteranno i loro «amici» a Cagliari, davanti alla sede della Regione.
Alberto Pinna
11 giugno 2007
Gastronomia vegana e altro al Critical Bar. Venerdi prossimo!
Inoltre: continuano i Mercoledi Vegani...leggi sotto...
-CENA VEGAN-
Si svolge tutti i mercoledì presso l'associazione culturale
"laboratorio sociale autogestito 100 celle"
Viale della Primavera 319B - Centocelle - Roma.
Il costo è di 15euro con menu fisso dall'antipasto al dolce,
bevande e caffè incluso.
Per informazioni e prenotazioni: Cinzia 3494646081
Pesce velenoso nel Mediterraneo: è mortale
Avvistato in Grecia il Lagocephalous scleratus, il pesce palla argenteo. Le sue carni contengono sostanze altamente tossiche
ATENE (Grecia) - La prefettura di Atene ha lanciato oggi un allarme a tutti i pescatori professionisti segnalando la comparsa nelle acque greche del pesce palla argenteo, proveniente dal Mar Rosso, che è velenoso e uccide chi lo mangia.
GIA' DIECI CASI MORTALI - Il pesce, originario dell'Oceano Indiano, ha fatto la sua prima apparizione due anni fa nel Mediterraneo passando attraverso il Canale di Suez ma non deve essere assolutamente mangiato in quanto è estremamente velenoso, come aveva raccomandato già a fine marzo i ricercatori della Stazione idrobiologica dell'isola di Rodi diretta da Andreas Sioulas. Gli incauti che si sono cibati delle carni di questo pesce (10 i casi noti sinora, otto in Egitto e due in Israele) sono morti.
«NON MANGIATELO» - Alcuni esemplari del pesce - il cui nome scientifico è «Lagocephalous sceleratus», in italiano «pesce palla argenteo» - furono già avvistati nell'estate di due anni fa, ma negli ultimi tempi il loro numero è in costante aumento e solo lo scorso aprile ne sono stati trovati 10 esemplari nel Mediterraneo orientale. Dopo l'allarme dato dai ricercatori di Rodi, il Centro ellenico per la ricerca medica ha diffuso un avviso urgente alle autorità di tutti i porti della Grecia affinchè mettano in guardia tutti i pescatori, professionisti e dilettanti, circa la pericolosità dell'animale. «Questo pesce, se mangiato, è velenoso per gli esseri umani con un alto rischio di mortalità», è detto nell'avviso.
PARALISI DEI MUSCOLI - Il pesce palla argenteo appartiene alla famiglia dei Tetraontidi, ha un corpo grosso lungo fino a un metro la cui pelle può essere nuda o coperta di spine. La testa è massiccia con il muso arrotondato. La sua pelle, il fegato e gli organi riproduttivi contengono una sostanza altamente tossica che se ingerita - come avverte Sioulas - può provocare una fatale paralisi dei muscoli della respirazione o problemi circolatori. Le carni di questo pesce sono considerate una pietanza prelibata in molte città che si affacciano sull'Oceano Indiano ma lì, osserva Sioulas, i residenti sanno come rimuovere le parti che contengono il veleno prima di mangiarlo.
(Corriere della Sera)
04 giugno 2007
Bizio ci scrive e noi molto volentieri pubblichiamo:
"Mercoledì 13 giugno, in 16-18 attivisti, abbiamo messo in atto la seconda adozione della Sapienza.
Il nostro sporco lavoro divulgativo è durato più di 6 ore durante le quali abbiamo oculatamente distribuito circa 1200 pieghevoli, affisso in modo "sostenibile" (con nastro di carta) 200 posters, fatto assaggiare una 50ina di fette di torte cruelty-free, mollato centinaia di "pistoloni", e fatto un frugale ma piacevole picnic.
Questa volta io ho fatto il sorcio e mi sono goduto le reazioni degli studenti durante e dopo il contatto con gli attivisti: le interazioni erano tutte molto positive (eccetto una, che ci ha fatto comunque ridere della confusa polemica che ci veniva indirizzata) e lo stimolo sembrava aver raggiunto la maggior parte del target.
tutto questo ci regala fiducia nell'efficacia dell'iniziativa e ci spinge ad insistere, nella convinzione di poter minimamente contribuire ad accelerare il cambiamento in cui crediamo."
In attesa di una dichiarazione
Durante un dialogo ottenuto presso gli uffici direzionali Upim di Milano abbiamo avuto modo di esprimere le nostre richieste all'amministrazione dell'azienda, invitando Upim a seguire le orme tracciate da La Rinascente con il loro cambiamento di politica aziendale per quanto riguarda le pellicce e gli inserti di vero pelo.
Da Upim è arrivata la promessa di soddisfare le nostre richieste e di ufficializzare pubblicamente questa scelta entro un mese, tempi necessari per motivi aziendali. Di fronte a tale apertura nei nostri confronti abbiamo deciso di dimostrare la nostra fiducia sospendendo tutte le proteste organizzate a livello nazionale.
Una fiducia che accordiamo a Upim certi che dopo tre anni di campagna sappiano che in caso di una mancata dichiarazione partirebbero nuovamente le proteste davanti a tutti i loro punti vendita.
Vi aggiorneremo al più presto.
(Al momento tutte le proteste davanti ai punti vendita Upim, fissate tra gli appuntamenti sono state sospese).
traduzione spagnola di Oscar Horta...
El espacio se encuentra costituido por una casa de campo y 11 hectáreas (¡110000 metros cuadrados!) de terreno; el punto de partida es todo aquello que se pretende hacer a favor de los animales y de la naturaleza a partir de las ideas que le darán forma.
ValleVegan es una Fundación, nacida en enero del 2006 y tiene su sede tras los bosques, los ríos y las cuevas de Bellegra y Rocca S.Stefano, a una hora de Roma.
La casa y el terreno fueron rescatados, a un precio bajísimo, de un criador de animales que había decidido no continuar con su actividad, abandonando a muchos de los animales, todos gravemente enfermos, que ahora se encuentran bajo el cuidado de los activistas de la Fundación.
Sus objetivos principales tienen como inspiración a la naturaleza, al ideal de vida libre, al modo de vida vegano, al antiespecismo, a la liberación animal.
ValleVegan es un ambiente "físico y cultural" en el que todos los seres vivos puedan experimentar y descubrir una dimensión de encuentro, de conocimiento, de contacto y de convivencia interespecífica, empapada de lleno de los valores del biocentrismo.
ValleVegan es un simbolo, es la transformación de lugares usados para la matanza, para la caza, para la agricultura intensiva, en un espacio sin fronteras, sin sufrimiento y sin explotación.
ValleVegan es una comuna en la cual conviven establemente personas que han decidido dedicar su vida al amor por todos los seres vivos (animales y vegetales) y un lugar abierto a cualquiera que comparta tal elección. Es un experimento del paso de una sociedad esquematizada a una, por construir, sin precondicionamientos.
ValleVegan es de los animales. Es un centro dedicado a las distintas tareas de recuperación, renaturalización, acogida de aquellos que han sufrido tortura, reclusión, burla o privaciones a manos humanas.
ValleVegan es la expresión de la madre tierra que nutre, protege y educa a través de sus semillas, raíces y frutos. La producción, de hecho, va más allá de lo biológico, en un contexto en el que se respeta también el lugar de las plantas espontáneas.
ValleVegan es un "ambiente" en el que los humanos pueden redescubrir, reivindicar y potenciar la propia humanidad, a través de la recuperación de la propia animalidad natural, deteniendo el proceso de eliminación del inconsciente ecológico y de autoalejamiento del centro del mundo, que nos está condenando a la soledad ecológica y a la destrucción de nosotros mismo y de todo el planeta.
ValleVegan es un espacio en el que poder desarrollarse a sí mismo a través de procesos de apertura de la experiencia propia del mundo natural y de la reelaboración profunda de tal experiencia de apertura.
En ValleVegan, todos aprendemos, casi sin darnos cuenta, en lo cotidiano y en cada gesto, y recibimos hospitalidad, formación, restauración, amistad, colaboración, empatía...
Traduz. di Oscar Horta
Giuseppe Gioacchino Belli
Er cacciatore
Fijjolo, me seccate inutirmente.
D’un cacciatore io poco me ne fido.
Nun me guardate fisso, ché nun rido.
Fijjo caro, io nun sposo scerta ggente.
Come! sorprenne (1) e condannà a lo spido (2)
una povera passera innoscente,
che a vvoi nun v’odia e nnun v’ha ffatto ggnente,
e sta pper fatto suo drentar zu nido!
Io la penzo pe mmé cche un cacciatore
che ggode tanto d’ammazzà un uscello,
nun pò èsse (3) un cristiano de bbon core.
Bella raggione! Ah, ddunque perché cquello
è ppiccinino, nun zente er dolore
comun omo a lo sfràggneje er cervello?
settembre 1835
(1) Sorprendere. (2) Spiedo, in senso di schidione. (3) Non può essere, ecc.
Sarà un itinerario di 5 ore e 30 di cammino in totale (ad una andatura normale ed escluse le soste), con 500 metri di dislivello. Si va e si torna per lo stesso itinerario: 2 ore e 30 per salire ed 2 ore per scendere. Dato che si va e si torna per lo stesso itinerario, per chi non dovesse farcela, è possibile anche fermarsi prima e aspettare che chi è salito in cima ritorni. Il monte Breccioso si raggiunge dai prati sant’Elia facendo una lunga e panoramica cresta per prati e boschi. Il posto è molto selvaggio, tempo fa in una escursione invernale vi trovai nella neve delle orme di un orso. La salita non è ripida.
Appuntamento alle 8,00 davanti all’edificio della Renault sulla Tiburtina. Per chi viene dal GRA uscire sulla Tiburtina direzione Roma/Policlinico. Appena usciti dallo svincolo, dopo 100m sulla Ds c’è l’edificio della Renault (quindi nel tratto della Tiburtina all’interno del GRA).Dopo che ci saremo radunati andremo con le macchine a prendere l’autostrada Roma-Pesacara fino all’uscita di Avezzano. Seguiremo una serie di strade che ci porteranno a Trasacco e poi a Collelongo da dove poi si salirà ai prati di sant’Elia (1500m) luogo di partenza. Proprio perché il percorso è in quota, lungo il cammino non esistono sorgenti d’acqua. Prego chi vuole venire di contattarmi nei giorni precedenti e di darmi un recapito perché a seconda delle condizioni del tempo potremmo fare dei cambiamenti di appuntamento.
Consigli per le cose da portare:
1)Innanzi tutto si consiglia l’utilizzo di scarponcini da trekking non di pelle. Sono comodi, si fatica di meno perché fanno più presa nel terreno, proteggono dalle storte.
2)Uno zainetto da portare a spalla dove vanno messe le varie cose.
3)Almeno un litro d’acqua a persona.
4)Pranzo al sacco. Non esistono rifugi gestiti come sulle Alpi, per cui per il pranzo bisogna essere autosufficienti. Invito caldamente tutti i partecipanti (vegan, vegetariani e simpatizzanti in transizione) a portarsi per questa escursione un pasto vegan (senza animali e derivati).
6)Abbigliamento: durante le escursioni ci si veste a strati, perché si può passare dal molto caldo al molto freddo nel giro di poco tempo. Come calzoni vanno bene un paio di blue jeans comodi o i pantaloni di una tuta. Da questo periodo in poi per tutta l’estate, vanno benissimo anche i pantaloncini. Consiglio poi una maglietta a mezze maniche, un pile o un maglione non di lana, un giubbotto di sicurezza per la pioggia e da mettere comunque se fa freddo, un berretto.
7) in macchina lascio un paio di scarpe da ginnastica e un paio di calzettoni di ricambio da mettere al ritorno. Dopo avere camminato è buona norma cambiarsi i calzettoni e gli scarponcini (questi ultimi possono essere infangati, fanno traspirare poco il piede, rendono difficile la guida della macchina).
8) in macchina lascio anche una t-shirt di riserva per cambiarmi al ritorno dell’escursione e mettermi un indumento pulito.
Il mio cellulare è 338 11 63 040 e la mia mail è titoferretti@libero.it chi è interessato a venire è pregato di contattarmi nei prossimi giorni.
La gita è gratuita!
ciao Tito
In merito alla pdl 2157 sulla sperimentazione animale, ed alle polemiche
tra associazioni favorevoli e contrarie a tale proposta di legge:
la LAC (Lega per l'Abolizione della Caccia) il 14 giugno ha dato la
sua adesione ad un volantino dell'associazione Equivita ed altre che attaccavano la proposta di
legge; successivamente il 18 giugno la LAC ha sospeso tale adesione;
pertanto la LAC rimane momentaneamente schierata a favore della PDL 2157
a cui con altro nome aveva dato l'adesione tre anni fa.
LAC - Via Solari 40
20144 Milano
tel. 0247711806
www.abolizionecaccia.it
Martedi' 26 giugno 2007 ore 18,30
Roma, via della Camilluccia altezza civico 120
Manifestazione tesa a sensibilizzare l'opinione pubblica e le autorita' competenti sul gravissimo episodio avvenuto domenica 17 giugno, quando a causa di un veleno ad azione rapida tre cani sono morti tra atroci
sofferenze e due hanno lottato per la sopravvivenza.
Il fatto e' avvenuto a Roma, lungo il viale dei campi sportivi del don Orione, luogo di transito di bambini, adulti e cani, e sulla stradina in discesa che conduce al parco. Si e' ripetuto il caso avvenuto il 22 settembre del 2002, sempre di domenica, quando morirono altri quattro cani.
STESSO GIORNO
STESSO LUOGO
STESSA MORTE
Se vuoi dire basta al silenzio e ai gesti irresponsabili che mettono a repentaglio sicurezza degli animali e nostra, e la nostra serenita', sei invitato a partecipare.
Segnalazione di Francesca - francyz1983@yahoo.it
ATTENZIONE-IMMAGINI FORTI !!! Non cliccare se non vuoi vederle. PERO' PARTECIPA ALLA PROTESTA !!!
NUOVA CENA VEGAN A GOGO a cura di VEGAN RIOT & CO.
mercoledi 27 giugno al Geco Biondo, via Cardano 155 (traversa viale Marconi), Roma.
Mi è stata segnalata questa petizione che riguarda le assurde condizioni dei cani in alcune zone delle Filippine.
E anche se prima dei cani filippini dovremmo pensare alle galline o ai tonni italiani....comunque, nei seguenti link, una descrizione del problema (nel primo) e la petizione da firmare per inoltrarla al governo filippino (la seconda).
http://www.thepetitionsite.com/takeaction/879609320