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Vaccinare un animale "domestico": è necessario?
 Sempre, bisogna pensare all'individuo di cui ci prendiamo cura
 Solo per i cuccioli, sono troppo deboli e senza intervento esterno rischiano di morire. Da adulti se la cavano
 Mai, i vaccini sono testati su molti altri animali e per salvarne uno se ne condannano molti altri
 No, non servono anche perchè la natura deve fare il suo corso
 Non so, non escludo la vaccinazione ma valuto di volta in volta

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Pubblicato da Piero il 04/01/2010 alle 14:16:19, in romantispecismo, letto 2277 volte
 
Pubblicato da Piero il 24/01/2010 alle 19:50:07, in Veg(A)Roma, letto 2660 volte
 
Pubblicato da Piero il 25/01/2010 alle 14:30:55, in anti caccia, letto 3013 volte

Dalle trappole dei bracconieri ai numeri della morte: perchè la scienza e l'animalismo dicono NO ALLA CACCIA

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Sabato 13 febbraio 2010, Carlo Consiglio, Presidente LAC già docente di Zoologia all'Università di Roma La Sapienza, Piero Liberati, delegato LAC e Andrea Attanasio, biologo ed esperto anti-bracconaggio, incontrano i cittadini all'indomani dell'approvazione in Senato della caccia no-limits in Italia

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Tutti i dati relativi ai decessi (uomini, bambini, animali) causati dalla caccia in Italia nel corso del 2009 e i risultati di un recentissimo sondaggio operato in Italia sul gradimento degli italiani alla caccia. Oltre alla presentazione di tutte le trappole (compresa la micidiale trappola esplosiva) utilizzate dai bracconieri per
catturare ed uccidere le prede, piccoli e grandi mammiferi e volatili, e video in cui vengono mostrate le lesioni che i cani riportano durante le battute di caccia estreme cui sono sottoposti e le condizioni di vita che spesso devono sopportare quando sono "a riposo".

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Una conferenza assai cruda ed interattiva quella che SABATO 13 FEBBRAIO alle ore 19 il presidente della Lega Abolizione Caccia, Carlo Consiglio, già docente di zoologia all'Università La Sapienza di Roma,
Piero Liberati, delegato LAC e Andrea Attanasio, biologo ed esperto anti-bracconaggio, condurranno nel Canile Comunale di Roma Muratella nell'ambito dell'iniziativa "Open Muratella 2010".

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Carlo Consiglio e Piero Liberati illustrerano le recenti campagne della LAC dal titolo "Togli la terra ai cacciatori" per difendere i terreni privati dalle incursioni dei cacciatori, e la campagna "Isole sicure" per il monitoraggio di come in isole del Mediterraneo come Ponza, il Giglio, Cipro e Malta, l'utilizzo indiscriminato delle armi da fuoco rischia di sterminare gli uccelli migratori e gli animali selvatici stanziali. Il tutto all'indomani dell'approvazione, in Senato, dell'articolo 38 della Legge Comunitaria che cancella i limiti
della stagione venatoria attualmente contenuti tra il 1 settembre e il 31 gennaio di ogni anno.

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"Open Muratella 2010" è l'ultima iniziativa dell'Associazione Volontari Canile di Porta Portese per tenere aperto il canile comunale di Roma ai cittadini: dal 23 gennaio al 27 marzo 2010, per 10 sabato consecutivi, dalle ore 10 alle ore 22 i cittadini potranno recarsi in canile per adottare cani e gatti, visitare il canile/gattile e farsi raccontare una tipica giornata di lavoro e di volontariato all'interno del più grande canile d'Europa e fermarsi la sera per una conferenza-dibattito con buffet vegetariano.

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Canile Comunale di Roma Muratella, via della Magliana 856, Roma
Per informazioni:
info@iolibero.org, cellulare 333 2065453, www.iolibero.org

 
Pubblicato da Piero il 26/01/2010 alle 21:21:11, in Diario di ValleVegan, letto 3041 volte

Sabato 20 febbraio conferenza su VEGANISMO, ANTISPECISMO, VALLEVEGAN. Dalle ore 19 alle 22. Proiezione video e dibattito.

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Dal 23 gennaio al 27 marzo 2010, per 10 sabato consecutivi, l’Associazione Volontari Canile di Porta Portese promuove l’apertura all day del canile comunale Muratella, dalle h. 10 alle h. 22.

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Il maltrattamento degli animali e le attività delle guardie zoofile italiane. Ma anche la cultura vegetariana, il corretto rapporto uomo-animale-bambino, il bracconaggio e la caccia, il veganesimo, l’ospedale degli animali selvatici di Roma e la pet therapy.    
Per 10 sabato consecutivi, dal 23 gennaio al 27 marzo 2010, il canile comunale di Roma Muratella si apre all day, dalle 10 del mattino alle 10 di sera, per un viaggio che oltre alle adozioni di cani e gatti, permetterà il racconto di una giornata di lavoro o di volontariato dentro un canile e poi, in serata, un momento di approfondimento di argomenti spesso conosciuti solo “per sentito dire”.

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Esperti Lav-Lega Anti Vivisezione, Enpa-Ente Nazionale Protezione Animali, Oipa-Organizzazione Internazionale Protezione Animale, Lac-Lega Abolizione Caccia, Lipu-Lega Italiana Protezione Uccelli, AVCPP-Associazione Volontari Canile di Porta Portese, AVA-Associazione Vegetariana Animalista, INSCA-Istituto Nazionale per lo Studio del Comportamento Animale, biologi, zoologi, vegani e antispecisti della Fondazione ValleVegan, docenti di Pedagogia e Psicologia cinofila, comportamentalisti ed educatori cinofili, fondatori di scuole di addestramento e di cultura cinofila, si confronteranno in tavole rotonde che si concluderanno con un buffet vegetariano ed un gentile omaggio che porta la firma dell’Associazione che ha promosso l’iniziativa, l’Associazione Volontari Canile di Porta Portese che gestisce i canili comunali di Roma dal 1997.

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Pubblicato da Piero il 09/03/2010 alle 09:32:40, in anti caccia, letto 2211 volte

[comunicato stampa, 8/3/2010]

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Caccia/Roma - per la LAC la manifestazione di stamane dei cacciatori oltranzisti è un "patetico tentativo di raschiare il fondo del barile del nostro patrimonio faunistico".

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   La manifestazione di stamane a Roma indetta dalla Confavi, raggruppamento delle più oltranziste piccole sigle venatorie locali, mira ad utilizzare il clima pre-elettorale per reclamare lo stravolgimento dell'attuale legge 157/92 che disciplina la tutela della fauna e la disciplina del'esercizio venatorio in Italia.
  Di fronte al depauperamento del patrimonio faunistico, allo scadimento qualitatito e quantitativo degli ambienti naturali e rurali, l'unica risposta di cui è capace la parte più retriva dell'associazionismo venatorio, quella che colpisce il delicato capitale internazionale dei contingenti migratori, è reclamare più mobilità interregionale delle doppiette, più giorni di caccia, meno regole, meno zone protette, orari più dilatati, sanzioni più basse per i bracconieri e via dicendo.

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  Una politica del segare il ramo su cui si è seduti assolutamente inaccettabile. La Lega per l'Abolizione Caccia, consapevole del maggioritario sentimento di disprezzo degli italiani per pratiche anacronistiche e distruttive, auspica che la Camera torni indietro rispetto alla recente scelta del Senato di consentire alle Regioni - con il ddl "comunitaria 2009"-  la dilatazione della stagione di caccia, senza condizionamenti del peggior stampo elettoralistico.

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Lega Abolizione Caccia, Ufficio Stampa

 
Pubblicato da Piero il 11/03/2010 alle 10:20:24, in Notizie sparse, letto 2169 volte

...è nascosto nella pineta di Castel Volturno.

Hanno carni poco pregiate e non danno, ovviamente, latte. La forestale: scaricati da allevatori spregiudicati

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CASERTA – Non servono al latte, e neppure alla carne così vengono soppressi appena nati e le carcasse gettate alle spalle della pineta di Castel Voturno, dove sorge un cimitero di bufali. Macabra scoperta nella mattinata di oggi, mercoledì, da parte degli uomini del corpo forestale dello Stato, della locale stazione, diretti da Paolo Verdicchio. In una parte della pineta, dove l’acqua assume le sembianze di una palude, sono stati rinvenuti i corpi senza vita di decina di bestie di pochi mesi. Il responsabile della forestale della provincia di Caserta, Nicola Costantino, ha informato la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e disposto una serie di accertamenti tra le aziende zootecniche della zona per identificare i responsabili dell’uccisione degli animali.

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Guarda VIDEO e ARTICOLO

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SOPPRESSI E ABBANDONATI - Secondo Costantino si tratta di un fenomeno diffuso, i bufalini appena nati vengono strappati dopo uno o due giorni alla madre e lasciati morire nelle campagne, gettati nei canali o nei fossi, soffocati con la paglia o anche seppelliti ancora vivi. Sarebbero stati dunque gli allevatori, proprio perché i bufali maschi al contrario delle bufale non danno il latte alla base della mozzarella e non sono richiesti per la commercializzazione delle carni, a usare uno dei laghetti della pineta di Castel Volturno come cimitero dei bufali. Alcuni erano addirittura ancora integri mentre di altri sono state rinvenute solo le ossa, a testimoniare una pratica prolungata nel tempo.

 
Pubblicato da Piero il 18/03/2010 alle 10:57:31, in anti caccia, letto 4148 volte

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Ponza. Volontari LAC e CABS con il supporto del NIPAF identificano bracconieri.

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Nonostante l´inverno non abbia ancora lasciato il centro Italia, sull´isola di Ponza i bracconieri si sono giá attivati con le loro trappoline finalizzate alla cattura dei piccoli uccelli migratori. In un sopralluogo realizzato a metá marzo, i volontari hanno rinvenuto una cinquantina di trappole sistemate fra orti e la gariga mediterranea nella zona intorno alla famigerata Piana d´Incenso. Fra le vittime ritrovate nelle trappole: pettirossi, codirossi spazzacamino e tordi bottacci, giá in migrazione sull´isola.
Fortunatamente i forestali del nucleo NIPAF di Latina si sono attivati con controlli accurati e hanno denunciato un trappolatore di CalaFonte, colto sul fatto, mentre un altro é stato filmato e identificato mentre preparava le trappole e le posizionava. Nella zona di Cala Feola, invece, i volontari hanno rinvenuto e rimosso una rete da uccellagione di otto metri, tesa sulla vegetazione con l´ausilio di pali e tiranti. All´interno si trovavano tordi e pettirossi, ormai morti da alcune settimane.

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"Evidentemente il cacciatore - dichiara un volontario della LAC Lega per l'Abolizione della Caccia e del CABS Committee Against Bird Slaughter - non si era neanche curato di rimuovere la rete una volta superata la stagione di massimo passo".
La LAC annuncia che verranno eseguiti nuovi controlli durante la stagione primaverile a protezione degli uccelli migratori.

 
Pubblicato da ValleVegan il 24/03/2010 alle 13:15:59, in Diario di ValleVegan, letto 2291 volte
Viaggio all’interno del Borneo Indonesiano, una natura in pericolo, deforestazione e specie a rischio, un universo meraviglioso che grida di essere salvato.

Immaginate una foresta meravigliosa, maestosi alberi che svettano verso un cielo azzurro e nitido, suoni incantati che non vi danno tregua, uccelli e scimmie che si alternano tra i rami rigogliosi; un odore di natura accogliente che vi accompagna insieme alle gocce di rugiada e di umidità condensata sul vostro corpo.
Attese con la testa rivolta verso l’alto per scorgere, catturare qualche figura volteggiante tranquilla. Un sistema perfetto di equilibrio nel quale ogni essere, ogni singolo frammento è una magia. Poi d’improvviso le fiamme, sentite odore di carbone, il cielo si fa nero, fumi e calore devastano quel prodigio, il fuoco distrugge la foresta ed ogni abitante. Vi siete mai chiesti cosa c’è dietro ogni cosa che consumiamo ogni giorno? La rovina più grande degli ultimi decenni è il consumismo sfrenato, l’utilizzo di materie che comportano danni ambientali irreparabili.

La foresta pluviale indonesiana è la prima al mondo per la deforestazione, la velocità con la quale la stanno disintegrando è allarmante ed ha superato anche l’Amazzonia. Dietro le multinazionali che in questo paradiso creano illusorie opportunità di crescita economica a svantaggio dell’ambiente ci sono soltanto fantasmi di un futuro annientato: olio di palma, industrie cartarie, esportazione di legno, ogni singolo materiale nasconde una inaccettabile tragedia, dal punto di vista ecologico, etico ed economico. Il mio viaggio doveva essere un documentario, un diario che dimostrasse la situazione di pericolo del paradiso pluviale del Borneo Indonesiano e gli oranghi erano il fulcro di questa avventura. Un viaggio all’interno di un mondo in pericolo, un mondo gravemente danneggiato, un foresta che era stata ridotta dall’originale del 75%, e negli ultimi 10 anni 20 milioni di ettari, dei restanti 80 erano stati disintegrati; pellet, ramino, olio di palma, bio fuel, industria cosmetica, industria cartaria, il profitto delle multinazionali stava, ad un ritmo incontenibile, distruggendo il patrimonio più importante del nostro pianeta, le foreste. Il killer numero uno, i soldi, stava causando distruzione e morte. La mia rabbia era senza freno, non sapevo cosa fare volevo solo urlare al mondo di cambiare, volevo filmare, fotografare e scrivere storie per raccontare cosa l’essere umano causa alla terra, io una “earthling” prima di tutto sentivo forte che i miei fratelli avevano bisogno di aiuto. Partii con la mia amica e fotografa Margherita, ci ritrovammo in una realtà devastata, una natura che ad un ritmo incalcolabile veniva disintegrata.

La visione dall’aereo fu scocciante; quando arrivammo sul Kalimantan Tengah con l’aereo, proprio sopra Pangkalan Bun, iniziarono visioni di fuochi sparsi ovunque, fumi che si alzavano per centinaia di metri ed intorno un deserto di terra bruciata. Non potevo sentire l’odore della natura incenerita, ma la sensazione di calore insopportabile, di distruzione e ingiustizia, mi assalì. Ma in quel vulcano di illegalità il paradiso ci accolse, la foresta pluviale con i suoi suoni, i suoi profumi, la presenza continua degli oranghi che volteggiavano sulle nostre teste e i canti dei gibboni che sembravano uccelli e che cullavano il lento avanzare del giorno. Per sei giorni la nostra casa è stata un battello, un Klotok, imbarcazione tipica del luogo, semplice ed accogliente.

Mangiavamo pasti deliziosi, usavamo la doccia quando il battello attraversava le acque limpide di quel tratto di fiume scampato all’inquinamento da mercurio. Il fiume che attraversa il parco del Tanjung Puting, il Sungai Sekonyer è un nastro di acque inquinate sino ad un certo punto, le fabbriche che scaricano mercurio nelle acque non trovano freni da parte del Governo abbastanza forti; vengono multate e poi si ricomincia. È impressionante il confronto con la meravigliosa fauna che si affaccia sulle rive e il colore del fiume che potrebbe essere paragonato ad una melma di un pozzo nero. Ma improvvisamente il colore cambia, le acque sono nere, ma di un nero incantevole e profondo ed è in quell’acqua che ti puoi bagnare. Ogni tanto capitava, non a me purtroppo, di scorgere la testolina di un coccodrillo che navigava, indisturbato dal motore del battello che lento scivolava dritto verso la nostra meta: Camp Leakey.

Camp Leakey è un’oasi creata dalla dottoressa Birute Galdikas pioniera nel Borneo per ciò che riguarda la difesa delle specie a rischio, in questo caso degli oranghi. Creò questo spazio speciale per riabilitare gli esemplari scampati alla deforestazione, un’isola dove non solo gli oranghi potevano sopravvivere. E poi un luogo magico che abbiamo avuto il privilegio di visitare è il Care Center della dottoressa, la clinica dove i cuccioli di oranghi vengono accuditi; come delle mamme premurose i collaboratori della clinica si prendono cura dei piccoli orfani. Sono cuccioli rimasti senza madre, scampati agli incendi delle foreste devastate, oppure recuperati in qualche villaggio circostante dove vengono venduti come pet.

L’emozione è stata immensa, orde di “bambini” bisognosi di contatto ci hanno assalito; non posso descrivere la tenerezza e l’amore che ho provato in quegli istanti. Avevo una gonna verde, colore molto amato a quanto ho potuto constatare, è diventata una tenda, una liana, un rifugio, ma soprattutto un gioco, per dei cuccioli ai quali devono insegnare a vivere nella foresta, perché non hanno più un genitore che lo faccia. Vengono assistiti sino all’età di sei anni circa, allattati, portati nella foresta per insegnargli a nutrirsi, è un lavoro che permette a questa meravigliosa specie di non scomparire. Quando sono pronti per vivere indipendenti tornano nel loro habitat. Il logging in questa zona del Borneo è un flagello, se soltanto vi avvicinate alla città di Pangkalan Bun, tutto intorno è un traffico di mezzi pesanti che hanno devastato ogni via di accesso alle fabbriche di olio di palma. Strade massacrate dal continuo via vai di auto-cisterne cariche di olio, o tir che trasportano legname. Ettari ed ettari di foreste in fiamme, per poter soddisfare la richiesta sempre crescente, da parte dell’occidente principalmente, di materie prime: olio di palma, legname vario, pellet e bio- fuel, che di bio, a parte il nome, non ha proprio nulla.

L’Indonesia è il terzo paese per emissioni di Carbonio, dopo Stati Uniti e Cina. Circa un quinto delle emissioni di gas serra è provocato dalla distruzione delle foreste, pari alle emissioni di auto, navi, aerei, camion di tutto il globo. Le foreste indonesiane sono, malauguratamente, una immensa fonte di guadagni, non solo per il legno e le industrie cartarie, ma vengono distrutte per fare spazio a piantagioni di olio di palma. Ultimamente la Banca Mondiale ha dichiarato che avrebbe sospeso i finanziamenti per le piantagioni di palma da olio poiché causa di una deforestazione senza scrupoli. Ci sono voluti più di venti milioni di ettari disintegrati per farglielo capire. La situazione del Borneo è disastrosa ma anche in altre regioni dell’Indonesia ci sono gravi danni alle foreste.

A Sumatra è in atto un’aggressione violenta alle foreste torbiere; negli ultimi 20 mila anni si è accumulato un consistente strato di torba nelle foreste torbiere indonesiane, 300 tonnellate di carbonio per ettaro. Ma queste foreste vengono distrutte e la torba utilizzata per le piantagioni; a contatto con l’ossigeno il carbonio della torba si decompone tornando nell’atmosfera, nel giro di pochi anni. Se poi viene bruciato bastano pochi giorni. L’industria cartaria è tra le principali cause del disastro ambientale, insieme a quella dell’olio di palma. L’Asia Pulp & Paper, è il più grande colosso cartario che senza scrupoli sta disintegrando il patrimonio verde in Indonesia . Il Governo indonesiano ha concesso alla multinazionale di abbattere circa 200.000 ettari di foresta nella regione di Sumatra, già gravemente danneggiata; questa concessione avrà inizio proprio quest’ anno nel 2010. Vergogna per l’incoscienza con la quale si sta annientando uno degli ecosistemi più importanti del nostro pianeta e con lui tutte le specie che vi abitano. Vergogna per tutti gli animali che vengono uccisi, privati del loro habitat, venduti come animali da compagnia o come souvenirs, per la crudeltà con la quale il denaro guida la mano ai governi e le multinazionali.

Come non provare vergogna per ciò che è stato causato a quei contadini che si sono visti cacciati dalle loro foreste, vederle incendiare, essere costretti a cambiare lavoro, città, perché nulla di tutto quello che li aveva cresciuti esisteva più. La nostra guida era un Dayak, popolo originario del Kalimantan, cresciuto a Kumai, porto importantissimo che collega il Borneo con Java con battelli che partono ogni giorno rotta Semarang; lui lavora all’interno del Tanjung Puting, ed i suoi genitori possedevano una porzione di foresta, come tanti laggiù, ed ora si trovano a gestire un microscopico negozietto che gli permette a stento di sopravvivere, circondati da povertà e da difficoltà di ogni sorta: scuole a pagamento sin dall’inizio, spese mediche a carico dei pazienti, difficoltà ad accedere a qualsiasi tipo di servizio come telefono od internet; ed anche se in grado di utilizzarlo costi al di fuori della portata di chiunque. Mi sono sentita veramente in imbarazzo, mi guardavo intorno e vedevo dignità, impegno enorme in tutte le attività che si svolgevano, rispetto e amore per la terra. Ogni porzione, ogni angolo di mondo laggiù è prezioso, la foresta è la loro risorsa più grande e mi è venuta voglia di non tornare più indietro, cibarmi di quella natura ogni secondo della mia vita. Il nostro viaggio aveva lo scopo di documentare ogni situazione a rischio, senza distinzioni; il mio motore inizialmente sono stati gli oranghi, ma approfondendo questa spinta, ho trovato dentro di me tante urgenze collegate tra loro, la grave carenza di aiuti sanitari, l’istruzione a pagamento, la difficoltà di poter emergere da situazioni di povertà. Certo tutto ciò non è visibile agli occhi di un turista, il turista viaggia con l’obiettivo di conoscere luoghi e bellezze del posto; in tutto questo l’umanità che entra in relazione con lui non è nello spettro di interesse del suo viaggio, poco importa di ciò che era e che sarà, ma in quell’istante, l’istante del viaggio, ogni cosa è congelata perché non lo seguirà, rimarrà in quel luogo, nell’ignoranza di un visitatore che non ha analizzato, non è entrato in contatto con la vita e le emozioni del popolo che lo ha ospitato. L’Indonesia mi ha stregato, ha catturato ogni cellula del mio spirito e tiene in ostaggio i miei sogni. La foresta ha letteralmente invaso i miei pensieri.

 Ora centinaia di animali abitano la mia mente, a volte rumorosamente a volte con garbo, mi accompagnano ovunque. Nelle notti in cui la luna è alta la confronto con quella che vedevo tra i rami sinuosi, in un cielo invaso da stelle brillanti come non mai, tra nugoli di luce che scorgevo attraverso il tessuto sottile delle tendine antizanzara. Non basta una notte né cento per saziarsi di quella meraviglia, un viaggio che comincia e non può finire, non deve fermarsi mai; il viaggio per me è come una carovana di desideri che non smettono mai di essere in movimento, corrono dietro all’universo che veloce rotola in ogni direzione. Adesso è il momento di agire con consapevolezza, dobbiamo renderci conto che il patrimonio più importante del nostro pianeta sta scomparendo, il consumismo, l’incoscienza e l’avidità creeranno un deserto. L’Indonesia ha il più alto tasso di deforestazione del mondo, è un paradiso da proteggere, il più grande arcipelago esistente, 18.000 isole, dopo l’Amazzonia è il luogo con più specie viventi; Oranghi, tigri, rinoceronti ed elefanti, rischiano di scomparire per sempre da questi luoghi. Il mio viaggio non avrà mai fine e ci vuole coraggio per salvare il pianeta e per lasciarsi portare lontano.

Grazie al prezioso aiuto di http://www.salvaleforeste.it/
 
Pubblicato da Piero il 27/03/2010 alle 15:44:34, in A(do)zione ratti topi rospi, letto 3598 volte

All'inizio della primavera decine di migliaia di rospi si svegliano dal letergo invernale per recarsi ai luoghi di riproduzione. In questo  tragitto, purtroppo molti perdono la vita nel tentativo di attraversare le strade che incrociano nel loro percorso.
Ed è proprio su queste strade trafficate che durante le serate  primaverili, i volontari, muniti di guanti, torce e secchi li aiutano trasportandoli da un lato all'altro della strada.

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La LAC è impegnata in questà attività da oltre 10 anni in molte zone d'Italia, se vuoi partecipare puoi contattatarci a questi indirizzi:

Friuli Venezia Giulia: Polcenigo(Pn),Strada Pedemontana: Enrico
Lazio: Provincia di Roma: Lac Lazio - ValleVegan
Lombardia: Lezzeno(Co), Nesso(Co), Melgone(Lc): Simone, Conca di Crezzo(Co): Alberto,
Nave(Bs), Lumezzane(Bs): Paolo

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Oppure cerca nel sito del Centro Studio Arcadia il gruppo di volontari più vicino a te.

 
Pubblicato da Piero il 15/04/2010 alle 22:13:54, in Diario di ValleVegan, letto 2036 volte

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Siamo contadini e artigiani. Utilizziamo risorse abbondanti come il tempo e il lavoro umano e risparmiamo quelle preziose come l’acqua e la terra. Cerchiamo di vendere i nostri prodotti nel territorio che ci circonda, aggiungendogli così il valore di prodotto locale. Le normative igienico-sanitarie attualmente in vigore impongono a chiunque si occupi della trasformazione di prodotti alimentari, indipendentemente dall’entità della produzione e dal tipo di lavorazione, di dotarsi di laboratori specializzati che rispettino determinati standard di dimensioni e attrezzature. Infatti  le leggi che regolano il settore agro alimentare sono pensate per tutelare le grandi aziende agricole  e  stanno facendo   morire tutta  la piccola agricoltura locale e di alta qualità  favorendo le multinazionali dell’agrobusiness. Queste leggi ignorano le piccole realtà contadine, che così risultano fuorilegge e non possono avere accesso al mercato. Noi ci opponiamo a questo sistema di regole e di mercato e, in alternava, proponiamo l’autocertificazione dei nostri prodotti  e la vendita diretta  che, con il controllo sociale che implicano, rendono visibili le responsabilità del produttore e la qualità delle nostre produzioni. Stare in piazza con i nostri prodotti e le nostre iniziative  è il modo più semplice che abbiamo per incontrare i consumatori e costruire con loro un legame sociale e  una rete di scambio alternativa. Con la campagna Genuino Clandestino denunciamo un insieme di norme ingiuste che, equiparando i nostri prodotti a quelli delle grandi industrie alimentari li rende illegali.Tutti insieme difendiamo e diffondiamo i nostri prodotti perché tutti sappiano che sono genuini e affidabili. Il 17 aprile aderiamo alla mobilitazione indetta da Via Campesina in occasione della giornata internazionale delle lotte contadine. contro le transnazionali che vogliono impossessarsi di sistemi di alimentazione e agricoltura in tutto il mondo.  

 
Pubblicato da Piero il 15/04/2010 alle 22:33:16, in Diario di ValleVegan, letto 2224 volte
Giornata di mobilitazione per la sua chiusura Appena fuori Savona, in Liguria, sorge un lager: l’allevamento di visoni Pisacane. Nella frazione di Santuario, a pochi metri dalla strada provinciale, oltre una recinzione, si scorgono le tettoie dei numerosi capanni che nascondono file di gabbie “in batteria” dove sono rinchiusi migliaia di animali fatti nascere per essere scuoiati dall’industria della moda. Recentemente dai giornali locali liguri si è appreso che il comune di Savona e l’ASL hanno rilevato numerose irregolarità all’interno dell’azienda: degrado dei locali, mancanza d’igiene e soprattutto presenza di notevoli quantità di amianto, con cui sono state costruite le tettoie dei capanni. Le autorità hanno ordinato la riqualificazione dell’area nella quale si trova l’allevamento entro 60 giorni, il che provocherà non pochi problemi e spese ai proprietari. Naturalmente nessuno si è preoccupato di soffermarsi sulle condizioni nelle quali sono rinchiusi gli animali nella struttura. Dei comportamenti stereotipati che gli animali sviluppano in qualsiasi allevamento intensivo, dei visoni che continuano a girare in tondo in modo ossessivo a causa dello stress, delle mutilazioni, degli atti di cannibalismo e delle camere a gas con cui vengono uccisi nessuno ha parlato. Questo allevamento è uno degli ultimi del settore a restare aperto in Italia nel 2010. Basti pensare che, secondo i dati della camera di commercio, nel 1991 erano presenti 125 allevamenti di visoni registrati, mentre oggi se ne contano meno di venti. Molti hanno chiuso a causa della crisi del settore, altri a causa delle numerose azioni di liberazione e sabotaggio avvenute negli anni che hanno regalato la libertà a decine di migliaia di animali e provocato notevoli perdite agli allevatori. Convinti del fatto che anche se reso “a norma di legge”, un campo di sterminio resterà sempre un campo di sterminio, e che l’industria della pelliccia, dagli allevamenti alla distribuzione, deve crollare, diversi gruppi di attivisti hanno deciso di cogliere l’occasione delle difficoltà nelle quali si trova l’allevamento Pisacane per lanciare una giornata di mobilitazione per la sua chiusura definitiva con un presidio davanti all’allevamento ed uno nel centro di Savona. Per ribadire la nostra opposizione all’industria della pelliccia, basata sullo sfruttamento e la mercificazione degli esseri viventi in nome di bisogni indotti dai signori della moda! Per i visoni rinchiusi in questo momento nelle gabbie dell’allevamento Pisacane, sabato 17 aprile vieni a Santuario per far sentire tutta la tua rabbia e disgusto per i proprietari di questo lager! Per la liberazione animale,
Campagna AIP SABATO 17 APRILE
Ore 12.00/16.00
presidio davanti all'allevamento Pisacane, Via Santuario 112, Savona. Ore 17.00/19.00
presidio informativo nel centro di Savona, in Piazza Sisto IV. Ore 19.30
Aperitivo vegan al centro di documentazione FuoriControllo, via Chiarella 38, Savona.
 
Pubblicato da Piero il 17/04/2010 alle 12:54:48, in anti caccia, letto 2688 volte

VOGLIONO IMPORCI LA CACCIA TUTTO L'ANNO, DICIAMO NO!

Approvata in commissione agricoltura la norma che permette di estendere la stagione venatoria.

martedi’ 20 aprile sara’ in aula al senato

fermiamola!

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Manifestazioni: lunedi 19 aprile dalle ore 12,00 e martedi 20 aprile dalle ore 9,30, sempre in piazza Montecitorio.

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La Commissione Agricoltura della Camera ha approvato articolo, il 43 della legge Comunitaria, che contiene una pessima norma. E’ il comma 2 lettera b, che permette alle regioni di estendere la stagione di caccia oltre l’attuale limite del 31 gennaio. La stagione venatoria, che già oggi si protrae per cinque mesi arrecando non pochi danni alla natura ma anche danni e disturbi alle persone, potrà dunque essere estesa al delicatissimo mese di febbraio.

Un grave danno agli animali. La caccia nel mese di febbraio ha un impatto molto negativo sugli uccelli migratori che proprio in quei giorni partono per il nord Europa, dove si riprodurranno. Permettere la caccia, anche a poche specie, significa danneggiare gli individui più robusti e importanti per la riproduzione, che sono quelli che partono prima verso il nord, arrecando un danno molto rilevante alla conservazione delle specie e alla natura.

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2010, ANNO DELLA BIODIVERSITA’

Questo, peraltro, avviene nel 2010, che è l’anno mondiale della biodiversità. L’Italia dovrebbe promuovere sempre migliori politiche di tutela della natura. E invece, se il parlamento approvasse definitivamente questa legge, il primo provvedimento del 2010 sarebbe la riduzione delle tutele per la natura e la biodiversità!

Un danno e un serio disturbo alle persone. Ma l’emendamento è grave anche perché va considerato che in Italia, caso quasi unico in Europa, i cacciatori hanno libero accesso nei terreni privati delle persone, senza che queste possano realmente opporsi (salvo realizzare costosissime recinzioni intorno alla proprietà).  Questo arreca grande disturbo e danno alla tranquillità delle persone, che per cinque mesi all’anno (da settembre fino alla fine di gennaio), devono tollerare questo fastidio e anche sopportare i non pochi rischi comportati dalle armi dei cacciatori. Ecco: non basta ancora che questa sorta di “tortura” (tale è per molte persone) duri per cinque mesi all’anno. Se l’emendamento sarà definitivamente approvato, la stagione di caccia sarà ancora più lunga.

Cosa ne pensano gli italiani che vivono in campagna o quelli che passeggiano o vanno in bicicletta per i boschi e i sentieri escursionistici? saranno contenti?

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IGNORATO IL PARERE SCIENTIFICO.

Nella norma è previsto che le regioni, prima di estendere la stagione di caccia, debbano chiedere il parere dell’ISPRA, che è l’autorità scientifica nazionale preposta alla materia. Il punto è che l’ISPRA, sulla caccia a febbraio, ha già dato parere negativo, ricordando quanto sia dannosa per gli uccelli migratori. Dunque, verosimilmente, accadrà che le regioni, su pressione delle lobby venatorie, chiederanno parere all’ISPRA, che sarà quasi certamente negativo e dunque sarà ignorato.

MA LA BATTAGLIA NON E’ PERSA.

L’emendamento è stato approvato in Commissione Agricoltura della Camera ma non è ancora legge.

Martedì 20 aprile si voterà in aula alla Camera.

Bisogna fermare questa brutta norma, farla cancellare dall’articolo 43 della legge Comunitaria.

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PRESIDI: lunedi 19 aprile dalle ore 12,00 e martedi 20 aprile dalle ore 9,30, sempre in piazza Montecitorio

 
Pubblicato da Piero il 18/04/2010 alle 07:59:37, in anti caccia, letto 2797 volte

Domenica 25 aprile, giornata della libertà da tutte le oppressioni, si terra' la prima giornata nazionale dedicata al popolo migratore, iniziativa organizzata dalla Lega Abolizione Caccia per osservare in tutta la loro bellezza tortore, rondini, gruccioni, rigogoli, averle capirosse, le meravigliose specie che ogni anno in primavera sorvolano Ponza, piccolo gioiello naturalistico del Mediterrano. Le isole sono considerare delle soste importanti per gli uccelli migratori che da sempre le utilizzano come tappa sulle rotte per spostarsi dall'Africa verso l'Europa dove arrivano per riprodursi.

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Purtroppo, e lo dimostrano le cronache degli anni passati e le recenti missioni del Corpo Forestale dello Stato, questi voli sono ancora tristemente interrotti da spari e trappole utilizzati da bracconieri senza scrupoli, incuranti delle leggi, dei divieti e seguaci di tradizioni obsolete.

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Da oltre 10 anni grazie alla caparbietà dei volontari della LAC e alla presenza del Nucleo Operativo Antibracconaggio del CFS il volo dei migratori incomincia ad essere sempre più protetto e rispettato, il bracconaggio e' in calo ma gli uccelli corrono ancora rischi.

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Nella speranza che vengano abbandonate del tutto queste assurde tradizioni che fanno solo male all'immagine di Ponza, l'isola più bella delle Pontine, i volontari della LAC il 25 aprile, alle 11 si ritroveranno alla Piana d'Incenso e la presidieranno con binocoli e macchine fotografiche per ammirare la Natura in libertà e per contrapporre i binocoli a trappole, reti e spari, che minacciano la sopravvivenza di stiaccini, tordi, lui' verdi, cutrettole, averle, monachelle e tanti altri.

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L'Altopiano dell'Incenso, il luogo simbolo della lotta per la tutela della fauna, e teatro di tanti episodi di bracconaggio, sarà quindi la zona prescelta per fare osservazioni e per censire gli uccelli che vivi continueranno il loro lungo viaggio verso le aree di riproduzione.

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La assurda tradizione di mangiare i piccoli uccelli o di sparare fuori periodo consentito e' in regressione, ma bisogna tutelare appieno il popolo migratore, quindi troviamoci il 25 aprile nel punto più bello di Ponza, appunto la Piana d' Incenso, bellissimo pianoro dove tortore selvatiche, quaglie, rigogoli, gruccioni devono volare e passare sicuri.
Vi invitiamo a fare osservazioni comunque anche negli altri periodi dell'anno per dimostrare che ci sono tanti modi di fare turismo, tra cui appunto il birdwatching, incrementando l'economia dell'ìsola.
Affittate case ed appartamenti per vacanze, un week end tutta salute!

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Per partecipare non serve prenotare, basta farsi trovare dalle 11,00 fino al primo pomeriggio sulla Piana Incenso, isola di Ponza.
Dai porti di Formia o Anzio partono traghetti ed aliscafi.

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LAC - Via Solari 40
20144 Milano
tel. 0247711806
www.abolizionecaccia.it

 
Pubblicato da Piero il 02/05/2010 alle 15:31:54, in anti caccia, letto 2772 volte

Two Italian activists taken to hospital for treatment
Press Release 01.05.2010
Paralimni, Cyprus: A team of international bird conservationists from the German-based Committee Against Bird Slaughter (CABS), who had just dismantled 30 limesticks and freed protected migrant species including Blackcap, Nightingale, Collared and Spotted Flycatcher and Wood Warbler, were savagely attacked by four Cypriot men with stones, fists and boots on common land near Paralimni yesterday afternoon.
The CABS members, a mixed Italian, German and British team, had spent the day locating and destroying illegal traps and cleaning the sticky lime from the helpless song birds before releasing them. An American journalist from the respected magazine New Yorker who was accompanying the team had not anticipated being drawn into - in his words: "a war zone".

CABS general secretary Alex Heyd, also part of the team, gave a vivid description of the incident: "Without warning four men drove up in a pick-up and ran towards us throwing stones. Two of the team were thrown to the ground and mercilessly kicked and punched. Our video camera was grabbed, smashed on the ground, and then battered against the temple of a barely conscious Italian bird guard."
Both Italians were robbed of their personal possessions and needed extensive treatment for their injuries.They were released from hospital in the late evening in order to make statements to the police. The other team members escaped with minor bruises and were able to alert the police. The police arrived promptly but the attackers had already fled.

CABS is currently present on Cyprus with a team of 12 conservationists. Their aim is, together with the law enforcement agencies, to combat the trapping of migrant song birds, which end as delicacies on the under the counter menu of many restaurants. Although such bird species are afforded the full protection of European and Cypriot law, they are still trapped with mist nets and lime sticks on a large scale throughout the Republic. The local police are actively pursuing the investigation of the attack against the conservationists and the data on the hard disc of a shattered video camera will be evaluated by laboratory IT experts. "The Paralimni police chief has assured me that his officers will follow a policy of zero tolerance against such criminals" reports CABS civil liaison officer David Conlin, "I am confident that we have established a firm basis for cooperation with the Cyprus police at a local as well as a national level" he concludes.

CABS is committed to a long term presence on the island of Aphrodite - at least as long as the populations of migrant song birds are under threat.

 
Pubblicato da Piero il 05/05/2010 alle 16:10:03, in Diario di ValleVegan, letto 2421 volte

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SABATO 22 MAGGIO - ORE 14.00
GIORNATA NAZIONALE CONTRO GREEN HILL
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Molti si aspettavano che il corteo del 24 aprile arrivasse fino all’allevamento. Molti volevano vedere con i propri occhi questo moderno lager per animali.
Purtroppo la posizione dove è situato, fuori dal paese, non avrebbe reso efficace o visibile un corteo in quella direzione e avrebbe fatto perdere la possibilità comunicativa che volevamo avere con gli abitanti di
Montichiari.

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Per chi ancora vuole vedere, per chi vuole sentire le voci dei cani che abbaiano dalle loro gabbie, per chi vuole manifestare la propria rabbia, il proprio sgomento e il proprio dolore, saremo davanti ai capannoni di
Green Hill il 22 maggio.

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Dopo il presidio all’allevamento alle ore 16.30 ci sposteremo per un presidio molto importante collegato alla campagna per fermare il business di Green Hill, a pochissimi chilometri dall’allevamento. Daremo maggiori
informazioni a breve su questo nuova strategia della campagna “Salviamo i cani di Green Hill”.

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Speriamo di essere tantissimi il 22 maggio, contro Green Hill, contro la vivisezione, contro lo sfruttamento animale su cui è fondata questa società!

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APPUNTAMENTO IN VIA SAN ZENO A MONTICHIARI ALLE ORE 14.00 (VIA SAN ZENO SI TROVA NELLA “ZONA ARTIGIANALE ARZADA”)

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Programma della giornata:

*Ore 14.00 presidio davanti a Green Hill, via San Zeno, Montichiari
*Ore 17.00 presidio ad un nuovo obiettivo della campagna, sempre a
Montichiari
*Ore 20.00 buffet vegan benefit,  presentazione della campagna e
discussione su attivismo per la liberazione animale, con proiezione di
video. Ore 22.00 concerto con Smashrooms, You Suck, The Consequence.
Presso il CSA MAGAZZINO 47, Via industriale 10, Brescia.

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Per chi viene con mezzi pubblici:
Non ci sono mezzi pubblici che portino fino alla zona artigianale. Dalla stazione di Brescia i bus della APAM portano fino al centro di Montichiari. In caso questa sia la vostra unica opzione per favore scriveteci in anticipo una mail e segnalateci l’orario a cui pensate di essere in paese, in modo da organizzarci con navette.
Orari APAM:
http://www.apam.it/linee/html/0E002R01R

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Per chi viene da Torino è in preparazione un pullman.
Scrivere a: animalistanata@libero.it o telefonare al 328/7757508

 
Pubblicato da Piero il 07/05/2010 alle 21:28:47, in anti caccia, letto 11693 volte

CABS Cyprus camp comes to an end - 1,977 limesticks dismantled, 2 poachers apprehended (04.05.10)

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The 2010 CABS spring bird protection camp on Cyprus took place from 24 April until May .
During their 8 day operation the 14 conservationists from Germany, Italy and the United Kingdom, in cooperation with the local authorities, located and removed 1,977 limesticks, 9 mist nets and 12 electronic bird callers. Our information led to the arrest of 2 poachers.

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Until our. final report is ready you can read our online diary and press report about our turbulent operations.

 

Spring camp online diary

The 2010 CABS spring bird protection camp takes place on Cyprus from 24 April to 2 May with 14 activists from Germany, Italy and the UK.

All bird protection operations are financed by CABS. A generous donation by the German Stiftung Pro Artenvielfalt (Foundation for Wildlife Diversity) has greatly assisted with the funding of the Cyprus spring camp.

 

 

Press echoes

The CABS operations and events were reported on both English and Greek language radio and TV stations.

Two interviews with the CABS planning staff were broadcast at prime time on CYBC radio.

Newspaper coverage was extensive - here a selection:

Cyprus Mail, 04. Mai: "We were beaten"

Cyprus Mail, 04. Mai: Bird activists fear for their lives

Famagusta Gazette, 29. April: Limestick trapping widespread in Cyprus- Famagusta District worst

Famagusta Gazette 24th April: International operation against illegal trapping in Cyprus

Cyprus Mail, 23rd April: Bird activists plan to thwart poachers

Cyprus Weekly 23rd April: Bird Patrol

 

Final Cyprus spring camp resultsl
 Limesticks collected: 1,977
 Mist nets collected: 9
 Electronic decoys collected: 12
 Illegal shots heard: 24
 Poachers arrested: 2

Last update: 04.05.2010

 


Tuesday, 04.05.2010

Today was the last day of the CABS spring bird protection camp on Cyprus. In the early morning a further electronic bird lure was found near Avgorou but no nets were in place. Because of the high level of media interest the poacher had probably removed his nets hastily but forgotten to take the still active device.

In the past week we had located 6 limestick installations in fenced-in gardens in the Protaras-Paralimni-Sotira area, visible from outside.
Arranging a visit to them with the local police, the Anti-poaching Squad in Nicosia or the Game Fund proved remarkably difficult. Only today, eight days after the first find, were we allocated support from a Game Fund Patrol. The very committed officers, led by our teams to the gardens, in a short space of time seized a total of 199 limesticks. One poacher was caught red-handed and handed over to the police.

This signals the end of operations. In ten days the 14 participants from Germany, Italy and the UK have located and dismantled a total of 1,977 limesticks, 9 mist nets and 12 illegal electronic bird callers. In addition information provided by us led to the arrest of two poachers by the police.

 

 

Monday, 03.05.2010

Monday was quiet compared to the preceding days. The CABS members injured on 30 April, and still nursing their cuts and bruises, were in action to the west of Agia Napa and found mostly inactive trapping sites. Only 22 limesticks were found.
During the morning more than 300 limesticks and 10 mist nets were handed over to the Paralimni police. The police had authorised the dismantling of the illegal trapping equipment from sites in the Famagusta
District.

 


Sunday, 02.05.2010

The majority of our activists left Cyprus today, with only a small rear party remaining on the island to finish of our research as well as follow developments in respect of the incident of 30 April.

During the night hours an electronic lure at a net trapping near Liopetri was dismantled and removed. During the day the team paid brief visits to the Agios Theodoros and Akrotiri areas but found neither nets nor limesticks.

The newsreader in Cyprus TV commented on the attack on the CABS teams on 30 April as a “disgrace for Cyprus”. Even Radio Vatican carried the story and interview with our spokesperson. The Paralimni police, who are conducting the investigations, have warned the remaining CABS members to beware further attacks. The Committee has accordingly tightened up its security precautions.

 


Saturday, 01.05.2010

Today was overshadowed by the events of the previous day. Several team members were required to make statements to the police about the poachers’ assault and numerous journalists requested information or interviews. During the afternoon and evening all Cypriot radio and TV news channels carried stories on the brutal assault.

Despite the risks of further attacks our teams were of course again deployed on operations. During the night two illegal electronic lure devices were located and destroyed near Sotira and Liopetri. During the day only two teams were deployed in the countryside as team strengths had been increased to 6 members for security reasons. Near Protaras 62 limesticks were located and removed as well as a further 10 near Sotira.

This was the final day of operations on Cyprus for most of our members. A small rearguard will remain on the island for the next few days.

 


Friday, 30.04.2010

Three CABs teams carried out night patrols in the eastern British Sovereign Base Area (SBA) to locate trapping sites with illegal electronic callers. Not far from Xylophagou one team located a device emitting warbler calls in a fenced-in garden. At least two persons were observed at 'work' in the garden. The SBA police were informed immediately and caught one poacher red-handed. 21 limesticks and the bird caller were seized.
During the day 12 activists were again deployed in the countryside to search for limesticks and mist nets. Some 341 limesticks were found and destroyed in the Paralimni and Protaras areas. Due to a marked pick up in migration there were many more birds in the traps today. A total of 43 birds were cleaned up and set free including 8 Collared Flycatchers, 4 Spotted Flycatchers, as well as several Wood Warblers, Blackcaps, Lesser Whitethroats and a Cuckoo. Sadly another 7 birds were found dead including a Thrush Nightingale.
In the afternoon there was a severe incident between Protaras and Paralimni. A group of poachers stoned and physically attacked a CABS team of four accompanied by an American journalist. Two Italian conservationists were badly beaten, their video camera smashed and personal possessions stolen.
We will be issuing a press release on this latter incident on 1 May.

 

Thursday, 29.04.2010

In a night operation near Sotira a CABS team located a trapping site in an acacia plantation with a large net and a calling device.
The loud Blackcap callsled the activists unerringly to the trapping site.
During the day 3 teams were deployed on operations. East of Paralimni, at numerous trapping sites, they found a total of 317 limesticks, 17 of them in bushes behind a taverna.
Between Paralimni and Agia Napa CABS teams dismantled 45 limesticks and discovered two enclosed trapping sites with an unknown number of limesticks. These were left undisturbed for later police operations. On the eay back to their vehicle the Italian CABS members were surrounded and threatened by a group of excited men.
Before the situation could escalate reinforcements arrived and the team were able to leave without further trouble. A rearguard of a German and a British CABS member were shouted at and chased, but they beat a dignified retreat.
A team deployed near Liopetri had little success but suffered verbal abuse from an obvious bird trapper.
CABS press work appears to have been successful in stirring up the poachers, but there have fortunately been no serious incidents as on Malta.

 

Wednesday, 28.04.2010

In the early hours of the morning, guided by the calls of two very loud electronic lures, a team located a mist net installation north of Sotira. The site contained three nets each 30 m in length. The nets, as well as the two lures and five speakers were dismantled.
During daylight hours three teams were deployed. Their members collected and destroyed a total of 386 limesticks. At a single trapping site near Paralimni alone 326 of the illegal traps were found!
Seven shots were heard around dawn east of Paralimni, probably aimed at Turtle Doves, which are migrating in large numbers at present.
Spring hunting has been banned on the island since Cyprus' accession to the EU!

 

Tuesday, 26.04.2010

Another successful day on Cyprus. The 14 participants were deployed in 3 teams. Italian and German activists located 234 limesticks and 4 mist nets in scrubland between Paralimni und Sotira. Electronic lures were installed at three sites - these were also dismantled. Near Protaras a dead Kestrel was found with obvious shotgun injuries. In the meantime CABS teams counted several dozen limesticks in 6 fenced-in private gardens. These were left undisturbed for later police action.
The police have not yet reacted so that the limesticks are still in place. We will continue to press them to take action.

In the evening our acting press officer David Conlin was interviewed on Cyprus radio.

 

Monday, 26.04.2010

Four CABS teams were deployed on operations on Cyprus today. Some 26 limesticks were found to the north of Agia Napa and in the area around Paralimni a total of 233 limesticks were located in some one dozen separate installations. They were all dismantled and destroyed. Further limesticks were seen in fenced-in gardens - these were left undisturbed for raids by the police in due course (More information will be released when operations have taken place).
In the early hours of the morning there was a minor incident near Agia Napa. A trapper hadobserved an Italian CABS member removing his traps and was clearly ready to come to blows. The activist reacted calmly and this led to a de-escalation of the situation.
During the course of the day meetings were held with other local conservationists and it was agreed to cooperate closely. A strategy for conduction coordinated operations with in the British Sovereign Base (SBA) areas was also discussed with senior police officers and civil servants. These will be practised within the wide-ranging Eastern SBA around Dhekelia before the end of the CABS camp.

 


Sunday, 25.04.2010

Three teams were deployed on operations today in bright sunshine and with summer temperatures. A large mist net, some 30 m long, was found and dismantled north of Sotira. In the south-east of the island (location will be revealed after operations are concluded) two trapping installations - including a fenced-in garden - with numerous limesticks were discovered. The installations were left untouched and will be the objectives of police operations.

Six shots were heard to the north-west of Agia Napa around midday, although spring hunting is forbidden on Cyprus. Many trapping installations, where hundreds of limesticks and more than 10 nets were found last year, are abandoned at present.

One of our teams was accompanied by a journalist. He is putting together a programme on CABS`operations on the island for the radio stations Deutsche Welle and Voice of America.

 

Saturday, 24.04.2010

The first 7 camp participants arrived from Germany in the early hours of the morning. In the evening our Italian colleagues, as well as some of the particpants in the parallel Malta camp, flew in to Larnaca airport. The German teams carried out reconnaissance and familiarisation patrols in the afternoon and early evening.

In the night and in the wee hours of Sunday morning CABS teams checked gardens and copses in the Xylophagou and Agia Napa areas and collected 81 limesticks. An electronic lure playing Blackcap calls at the site was also dismantled.

 
Pubblicato da Piero il 08/05/2010 alle 11:56:53, in romantispecismo, letto 3505 volte

Green Hill 2001 è un’azienda situata a Montichiari (Brescia) che alleva cani beagle per i laboratori di vivisezione. Da questo allevamento più di 250 cani ogni mese finiscono negli stabulari, tra le mani dei vivisettori e sui tavoli operatori. Dentro i 5 capanni di Green Hill sono rinchiusi fino a 2500 cani adulti, più le varie cucciolate. Un lager per animali fatto di capanni chiusi, asettici, senza spazi all’aperto e senza aria o luce naturale. Tra i clienti di Green Hill ci sono laboratori universitari, aziende farmaceutiche rinomate e centri di sperimentazione.
Da pochi mesi è nata una campagna nazionale contro questo Lager che ha già visto oltre 2000 persone manifestare il 24 aprile per le vie del paese dove si trova questo luogo di sterminio.
Il prossimo 22 maggio si terrà un nuovo incontro nazionale questa volta direttamente sotto l'allevamento.

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Sentendo la necessità di appoggiare questa campagna, con la consapevolezza della reale natura della vivisezione all'interno degli interessi multinazionali del settore farmaceutico e della istituzione monetaria della ricerca, da Roma partiremo in carovana diretti a Montichiari.
Invitiamo quindi tutti gli interessati a contattarci per organizzare la trasferta. Inoltre chi ha la possibilità di mettere a disposizione la macchina lo specifichi.

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Di seguto alleghiamo la convocazione ufficiale del Coordinamento Fermare Green Hill (http://www.fermaregreenhill.net/wp/)

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Iniziativa Solidale, scrivi a:
mukawama9@gmail.com

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SABATO 22 MAGGIO - ORE 14.00
GIORNATA NAZIONALE CONTRO GREEN HILL

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Molti si aspettavano che il corteo del 24 aprile arrivasse fino
all’allevamento. Molti volevano vedere con i propri occhi questo moderno
lager per animali.
Purtroppo la posizione dove è situato, fuori dal paese, non avrebbe reso
efficace o visibile un corteo in quella direzione e avrebbe fatto perdere
la possibilità comunicativa che volevamo avere con gli abitanti di
Montichiari.

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Per chi ancora vuole vedere, per chi vuole sentire le voci dei cani che
abbaiano dalle loro gabbie, per chi vuole manifestare la propria rabbia,
il proprio sgomento e il proprio dolore, saremo davanti ai capannoni di
Green Hill il 22 maggio.

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Dopo il presidio all’allevamento alle ore 16.30 ci sposteremo per un
presidio molto importante collegato alla campagna per fermare il business
di Green Hill, a pochissimi chilometri dall’allevamento. Daremo maggiori
informazioni a breve su questo nuova strategia della campagna “Salviamo i
cani di Green Hill”.

.

 

Speriamo di essere tantissimi il 22 maggio, contro Green Hill, contro la
vivisezione, contro lo sfruttamento animale su cui è fondata questa
società!

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APPUNTAMENTO IN VIA SAN ZENO A MONTICHIARI ALLE ORE 14.00 (VIA SAN ZENO SI
TROVA NELLA “ZONA ARTIGIANALE ARZADA”)

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Programma della giornata:

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*Ore 14.00 presidio davanti a Green Hill, via San Zeno, Montichiari
*Ore 17.00 presidio ad un nuovo obiettivo della campagna, sempre a
Montichiari
*Ore 20.00 buffet vegan benefit, presentazione della campagna e
discussione su attivismo per la liberazione animale, con proiezione di
video. Ore 22.00 concerto con Smashrooms, You Suck, The Consequence.
Presso il CSA MAGAZZINO 47, Via industriale 10, Brescia.

 

 
Pubblicato da Maria Teresa de Carolis il 23/05/2010 alle 23:29:04, in Diario di ValleVegan, letto 3140 volte
green hill








Un cielo terso, limpido di un azzurro accecante, un prato di persone che gridano “Vergogna”, una collina verde, di un verde puro, assoluto, un vento leggero che a sprazzi conforta dal sole cocente di primo pomeriggio. Green Hill, niente di questo nome evoca la realtà che si nasconde, l’inganno umano, la crudeltà che traspira da ogni singolo istante di agonia. Green Hill, una fabbrica di esseri senzienti, destinati all’industria farmaceutica, destinati all’inferno dei laboratori d’Europa. Piccole creature allevate in gabbia, organi da esperimento, echi lontani di abbai e pianti continui. Non c’è giorno e non c’è notte. Il sole parrebbe avvolgere le delicate casette, d’un rosso di Siena e prati e fieno tutt’intorno. Il corteo è partito lo stesso, volevano fermarci e noi siamo passati, lo stesso. Le guardie in tenuta “antisommossa”, come se noi fossimo lì per fare violenza a qualcuno, per disturbare la quiete di quel “paradiso”. La strada verso l’inferno l’abbiamo percorsa, eravamo tanti, c’è chi dice più di mille, anche di più forse; mille cuori palpitanti di lacrime e grida. Grida di vergogna, di sdegno, per quel sacrilegio che è violare il rispetto per la vita, per ogni singolo attimo di respiro di ogni organo che abita il pianeta. La fabbrica della morte alleva beagle. Da questo luogo dell’orrore ogni mese escono oltre 250 cani che vengono spediti nei laboratori d’Europa, come il terribile Huntingdon Life Sciences in Inghilterra. Nell’inferno di Green Hill, nei 5 capanni sulla verde collina, sono rinchiusi più di 2.500 cani, senza comprendere le cucciolate. Creature senza voce, senza diritti, senza futuro. L’inferno deve cessare, niente soste, niente incertezze, non si torna indietro, l’inferno di Green Hill deve chiudere. Paradise Now gridava Julian Beck negli anni ’60, quando il Living Theatre esprimeva attraverso questa frase il diritto alla felicità su questa terra, qui ed ora. E io aggiungo per ogni essere vivente, perché questo pianeta non sia più un luogo di tortura, un luogo di trappole, di prepotenze; Green Hill è soltanto un frammento di tante crudeltà, un granello delle migliaia di violenze umane, un buco nero che inghiotte vite. La vivisezione è priva di intenti, non è per gli uomini, non è in nome della ricerca, è in nome delle industrie farmaceutiche, un business della morte. Nel mondo ogni anno vengono uccise tra i 300 e i 400 milioni di creature, in nome della ricerca. L’allevamento di Green Hill, acquistato qualche anno fa dall’azienda americana Marshall Farm Inc., mira a diventare il più grande d’Europa. Ampliandolo infatti creerebbero spazio per circa 5.000 cani. Quanto costa una vita? Tra i 400 e i 900 euro. Mi sono chiesta che valore diamo alla vita, quanto può costare la vita di un essere vivente? Veramente noi esseri umani possiamo decidere che valore dare al respiro di un altro essere? Io rispondo no! Il corteo ha gridato questo a Montichiari il 22 maggio, quando sotto il sole abbiamo urlato contro gli aguzzini della morte, contro quel luogo infernale, per dare voce alle creature che pur gridando non vengono ascoltate. Oltre le grida, oltre gli slogan, oltre l’ indignazione, un solo unico coro: “Green Hill chiuderà”, perché la vita non ha prezzo, non ha colore, non ha specie, ha solo un unico battito, un valore senza confini che dobbiamo difendere, diversità di pensiero, unicità di intento, basta con la violenza, basta vivisezione, basta allevamenti. Il mio basta è un urlo che avvolge tutto il mondo, un mondo dove l’uomo ha la convinzione di avere diritti su ogni singolo individuo e per individuo intendo essere vivente; la connessione che unisce ogni vita, ogni abitante della terra, è come un nastro che ci lega, ci incastra in un grande sistema vivente, un grande organismo che necessita di ogni particella pulsante. Non smetteremo di gridare, né di marciare sino a che il respiro di ognuno diventi un unico grande globo di sussurri in sintonia con ogni istante di vita presente sul pianeta. Un sogno?
 
Pubblicato da Piero il 24/06/2010 alle 22:09:55, in Diario di ValleVegan, letto 2712 volte
AR Gathering 2010 - Italy
 
Pubblicato da Maria Teresa de Carolis il 21/07/2010 alle 16:11:28, in Diario di ValleVegan, letto 6344 volte

E' PIU' IMPORTANTE IMPEDIRE LA MORTE O LA SOFFERENZA AD UN ANIMALE PIUTTOSTO CHE RESTARE SEDUTI A CONTEMPLARE I MALI DELL'UNIVERSO PREGANDO IN COMPAGNIA DEI SACERDOTI" (Buddha)

Nel mio universo di vissuto, nella memoria del mio viaggio verso la consapevolezza, il rispetto per tutti gli esseri viventi, nato con me e non conquistato, mi sono più volte scontrata con il problema legato alle pratiche religiose di indirizzo orientale e la, secondo me, connessione imprescindibile con l’essere vegan. Nel 1985, dopo fallimentari tentativi perché boicottati dalla mia famiglia, di diventare vegetariana, nel gennaio decido e attuo la mia scelta “per sempre”, uno dei pochissimi per sempre della mia vita; naturalmente consapevole che quella scelta non era che l’inizio di un viaggio evolutivo verso una più profonda scelta che mi avrebbe portato dopo anni a diventare vegan.

Tre anni dopo mi avvicino al buddismo giapponese, mi converto ed intraprendo il mio personale cammino verso la conoscenza. Detto ciò il mio diventare vegetariana ha preceduto il viaggio spirituale, ho sempre considerato la filosofia buddista come una naturale conseguenza delle mie scelte. In tutto questo non c’era componente salutistica alcuna, lungi da me, semplicemente l’amore ed il conseguente rispetto per ogni essere vivente, il suo diritto alla vita, ad occupare il suo posto sul pianeta terra. Ovunque fosse, che venisse o no in contatto con la mia esistenza non aveva e non ha importanza, il mio amore non significa bisogno, non vuol dire aspettarmi qualcosa in cambio, è sentirmi parte di un tutto, parte di un universo connesso ad ogni mia cellula.

Le mie perplessità sono nate nel momento in cui mi sono trovata nelle tempeste della New Age, in quel manifestare la consapevolezza da parte di alcuni umani di essere sì parte di un tutto, ma soltanto per quello che fa comodo a loro. Mi spiego: Convergenze universali, sinergie d’amore, meditazioni e connessioni col Tutto, preghiere guidate ecc. ecc.

Di tutte queste modalità per “connettersi all’Universo” il mondo è pieno, un vaso che non smette mai di riempirsi, ma che posto ha in tutto questo la scelta di non nutrirsi di morte?

Dove si trova la pietas e l’empatia per altri esseri?

Forse l’Universo di alcuni contiene solo determinate entità?

Ci sono forse esseri senzienti che non trovano posto in questo Universo di amore?

La preghiera verso quale mondi si direziona?

Queste sono domande che trovano barriere insormontabili se solo ti permetti di esprimere dissenso, o perlomeno perplessità. Non c’è comprensione alcuna della vita in quanto tale, Universo di esseri umani che pregano per altri esseri umani, per unirsi ad un Tutto fatto di umani.

La preghiera di molti umani non viene sostenuta dal rispetto per gli altri esseri viventi, non si riconosce prerogativa necessaria il fatto di non cibarsi di altri esseri. L’autoreferenzialità con la quale si celebra l’ego, il modus operandi di piccoli esseri che chimicamente si dedicano alla meditazione, tecnica e scienza che spiegano l’infallibilità della natura e che fornisce sistemi e struttura per migliorare “se stessi”, è il sistema peggiore per lodare la vita. Io credo nella causa ed effetto, credo in ciò che afferma la fisica quantistica, i pensieri generano realtà, se anche solo un pensiero pone una causa, che conseguentemente produrrà un effetto, vogliamo parlare di cosa può fare l’azione?

Uccidere e cibarsi di un altro essere non è quindi considerato un atto lesivo per la propria natura, non è considerato un crudele atto di prevaricazione e prepotenza, non è considerato il peggiore atto umano, che la nostra specie sia in grado di compiere, l’omicidio? Non voglio parlare in termini banalmente spiritualistici e quindi esporrò il mio punto di vista scientificamente: se ogni azione corrisponde ad una reazione, ogni causa pone in sé l’effetto stesso, come non si può considerare l’atto stesso di allevare, costringere, sfruttare, privare, per poi demolire ed uccidere un essere senziente, un atto contro la vita?

Quindi di conseguenza contro la natura delle cose, per cui ogni essere ha diritto alla vita, ogni singolo palpitante essere ha diritto di scegliere e vivere. Vorrei che quando si parla di pratiche orientali che direzionano l’essere verso una visione ampia e profonda, consapevole e rispettosa dell’Essere, si considerasse non solo la propria minuscola ed egotista realtà, fatta di minuscoli e piccoli bisogni, bensì una realtà più ampia fatta di universi paralleli, esistenze su altri livelli di coscienza, vite al di fuori della nostra, cuori che pulsano e che devono continuare a pulsare.

Questo per me è connettersi all’Universo, non ha importanza che filosofia uno pratichi, per me l’importante è che questo percorso includa ogni singolo essere, che in questo viaggio non vengano esclusi i senza voce, che si cammini nella profonda certezza che siamo un unico organismo, nascondersi dietro i discorsi della pace universale escludendo alcuni individui, piuttosto che altri, lo trovo un atto premeditato e demagogico, strutturato per eliminare e non accogliere, distruttivo anziché costruttivo. Ogni singolo istante della mia vita include tutte le altre, questo è il mio motore, non è detto che debba esserlo per tutti, questo è naturale, ma una svolta potrebbe essere la volontà e la possibilità di cambiamento e la convinzione che ogni scelta individuale volta alla salvezza di altri esseri viventi è degna di essere attuata.

 
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