RIFUGIO | Vieni? | Sostienici! | mercoledì 4 dicembre 2024 # Utenti online n. # |
(ansa 23/03) GRANCHIO PER CENA: LO PUNGE E UCCIDE!
Singapore. Pizzicato da un granchio che si accingeva a cucinare per cena, dopo poco più di due giorni è morto per una rara infezione batterica. La vittima dell'incidente, 83 anni, aveva coperto la piccola ferita con una benda ma non è bastato.
Un’usanza barbarica Il foie gras (letteralmente “fegato grasso”) è il fegato malato di un’oca o di un’anatra che è stata sovralimentata forzatamente, più volte al giorno, per mezzo di un tubo metallico, lungo 20-30 cm, infilato in gola e spinto giù fino al raggiungimento dello stomaco. Per costringere il suo organismo a produrre il foie gras, l’animale deve ingerire un’enorme quantità di mais in pochi secondi. Questo comporta l’aumento delle dimensioni del fegato quasi di dieci volte superiore rispetto a quelle normali e lo sviluppo di una malattia nell’animale: la steatosi epatica. Se l’animale cerca di divincolarsi quando il tubo gli viene inserito in gola, o se il suo esofago si contrae per conati di vomito, rischia il soffocamento e la perforazione del collo che gli sarà fatale. L’inserimento del tubo comporta lesioni con conseguenti infezioni e dolorose infiammazioni. La squilibrata e forzata sovralimentazione causa frequentemente malattie dell’apparato digestivo, potenzialmente fatali. Subito dopo ogni sessione di alimentazione forzata, l’animale soffre di attacchi di dispnea e diarrea. L’allargamento del fegato comporta difficoltà respiratorie e rende doloroso qualsiasi movimento. Il ripetersi di questo trattamento porta alla morte dell’animale alimentato forzatamente. Questi volatili vengono macellati prima che muoiano per queste conseguenze. In ogni caso, gli animali più deboli sono già moribondi al momento dell’arrivo nella stanza da macello, mentre molti altri non arriveranno neanche a quel momento: nel periodo di alimentazione forzata, il tasso di mortalità delle anatre è da dieci a venti volte superiore al normale. Sofferenza concentrata La violenza insita nella produzione del foie gras basterebbe a giustificarne l’abolizione. Comunque, per la maggior parte di questi animali il calvario non si limita alla brutalità dell’alimentazione forzata. A molti viene amputata parte del becco, senza anestesia, con pinze o forbici. La natura delle anatre è di trascorrere gran parte della loro esistenza in acqua. In questi “allevamenti”, molti volatili vengono tenuti prima in capannoni, poi in gabbie dove si feriscono le zampe che appoggiano su una serie di fili metallici. Le gabbie sono così piccole che gli animali non possono nemmeno girarsi su loro stessi, tantomeno assumere una posizione eretta o battere le ali. A molti di quelli che sopravvivono fino al macello si spezzano le ossa durante il trasporto e mentre vengono maneggiati. Quindi vengono appesi a testa in giù per essere fulminati con l’energia elettrica, per poi essere sgozzati. Le anatre femmine vengono macellate vive o asfissiate brevemente con il gas dopo la covatura, perché i loro fegati hanno più vene di quelli dei maschi. Piacere per alcuni, sofferenza per altri Come può il banale piacere di mangiare il suo fegato giustificare l’imposizione di un’esistenza così orribile ad un essere senziente che, come noi, prova dolore e angoscia? Solo il fatto che appartiene ad un’altra specie ci dà il diritto di rimanere sordi nei confronti della sua sofferenza e muti di fronte a questa schiavitù immorale? Esistono delle leggi che proteggono gli animali dalle torture e dalle crudeltà. Queste leggi vengono deliberatamente ignorate quando ogni anno 30 milioni di animali vengono utilizzati per il foie gras, soprattutto in Francia. Si dice che la “sofferenza necessaria” è accettabile. In realtà, il consumo di questo prodotto è assolutamente non necessario. Nessuno, nemmeno chi trae profitto da questo commercio, oserebbe affermare il contrario. Mentre per il consumatore il prezzo al chilo del foie gras continua ad abbassarsi, gli animali, i cui corpi vengono straziati deliberatamente, pagano a caro prezzo. Anche la Francia sta pagando a caro prezzo il foie gras, dal momento che è vista come una nazione reazionaria a confronto di quei Paesi che ne hanno bandito la produzione. Non è incredibile che un’usanza barbarica come conficcare un imbuto o una pompa pneumatica nella gola di un animale in gabbia sia considerata una tradizione d’elevata cultura? Bandire il foie gras: verso una produzione alimentare etica In qualità di cittadini di un Paese civilizzato, riconoscendo che la realizzazione del foie gras si basa su una totale negazione dei diritti degli animali utilizzati per la sua produzione: Chiediamo a coloro che alimentano forzatamente oche e anatre di fermare questa pratica abusiva. Il fatto che non intendano fare del male a questi animali non riduce la sofferenza che comunque provocano loro. Chiediamo a chiunque tragga profitto dal foie gras, senza nessuna considerazione etica, di cessare la sua partecipazione a questo business malato. Chiediamo a chiunque tragga profitto dal foie gras, senza nessuna considerazione etica, di cessare la sua partecipazione a questo business malato. Chiediamo alle autorità scientifiche e veterinarie a cui sta genuinamente a cuore il benessere degli animali di denunciare coraggiosamente, nonostante la pressione politica ed economica, gli attuali metodi di produzione del foie gras. Chiediamo ai nostri giudici di ricordare che esistono delle leggi finalizzate a limitare la sofferenza che può essere inflitta ad un essere senziente, e che, di conseguenza, la produzione del foie gras è illegale. Chiediamo ai nostri politici di legiferare al fine di bandire questa pratica arcaica dall’Europa per sempre. In qualità di consumatori determinati a “servire l’etica” a tavola, e coscienti del fatto che questa sofferenza esiste unicamente per soddisfare le nostre papille gustative, ci rifiutiamo di comprare e consumare questi fegati malati di animali torturati.
Firma il manifesto: http://www.stopgavage.com/it/firma.php
Ricordiamo a tutti che e' importantissimo continuare la raccolta di firma per la petizione a livello europeo contro la vivisezione "Sostituzione degli esperimenti su animali in Europa", portata avanti da varie associazioni antivivisezioniste in Europa.
Potete:
- firmare on-line qui: http://www.endeuanimaltests.org/languages/italian/sign.php
- ma e' importante non limitarsi a quello, e scaricare il modulo cartaceo da far firmare a parenti, amici, conoscenti, colleghi, ecc.: http://www.endeuanimaltests.org/languages/italian/ItalianPDF.pdf
- diffondetela usando il banner che trovate qui: http://www.agireora.org/progetti/endeutest.html
Maggiori informazioni sempre alla pagina di cui sopra.
(corriere della sera) Pecora-uomo: per i futuri trapianti.
Nasce in laboratorio la nuova chimera: un ovino con il 15 per cento del patrimonio genetico umano
NEVADA, (Stati Uniti) - E' stato creato un ovino che ha nel suo DNA un 15 per cento di geni umani: ne dà notizia il quotidiano inglese The Mail on Sunday , riportando tutte le implicazioni dell'esperimento da laboratorio. In gergo scientifico lo chiamano chimera, vale a dire un essere vivente che contiene nel suo patrimonio geni non omogenei. Il «papà» dell'ovino particolare si chiama Esmai Zanjani ed è il ricercatore che ha coordinato il pool di scienziati dell'Università del Nevada.
LA TECNICA - Lui difende strenuamente questa creatura con il corpo da pecora e gli organi parzialmente umani. Gli ci sono voluti sette anni e già nel 2003 era riuscito a creare una pecora con un fegato costituito al 7 per cento di materiale umano. L'obiettivo principale è quello di trapiantare organi per vite umane e il procedimento consiste nell'iniettare cellule umane prelevate dal midollo di un donatore nel peritoneo di un feto ovino. L'agnello dovrebbe avere tessuti di tipo umano e questo consentirebbe un giorno di creare fegati, cuori e polmoni pronti per essere trapiantati, soddisfacendo la domanda altissima di pazienti in attesa di un organo. Solo in Gran Bretagna si calcola che siano 7.168 le persone bisognose di trapianto. La scoperta scientifica ha acceso una vera e propria corsa a questo tipo di esperimenti e gli scienziati del King's College di Londra hanno già chiesto autorizzazione all'HFEA (l'autorità britannica competente) per iniziare a lavorare sugli animali-chimera.
I DUBBI - Ancora una volta si apre il sipario dei dubbi sul tema degli xenotrapianti. Le perplessità riguardano soprattutto la sicurezza, il loro funzionamento e la loro eticità. Ad esprimerle è il dottor Patrik Dixon, autore del saggio «La rivoluzione genetica», che sottolinea il pericolo di virus silenziosi che negli animali non hanno alcuna influenza, ma che possono mutare nel corpo umano causando patologie gravissime. Possono emergere dopo il trapianto, come ci insegna la triste storia dell'evoluzione dell'Hiv, e l'impatto è incalcolabile e imprevedibile. E poi c'è la grande paura che queste tecnologie possano essere utilizzate per creare l'uomo. Nella maggior parte dei paesi è proibita la clonazione dell'essere umano, ma ci sono paesi dove non esiste una regolamentazione e questo è uno dei classici scenari che, al di là della ragionevolezza dei dubbi,inquieta non poco.
Emanuela Di Pasqua
28 marzo 2007
Giovedi' 29 Marzo e Domenica 1 Aprile alle ore 17,00 saremo sotto la Rinascente di Piazza Fiume a Roma, per protestare contro lo sterminio degli animali che vengono torturati e massacrati dall'industria della pelliccia per poi finire nei luminosi scaffali dei grandi magazzini come Rinascente e Upim.
Questo orrore deve finire!
Rinascente deve smetterla di vendere capi con inserti in pelliccia, fin quando non lo fara' non gli daremo pace!
Portate manifesti, megafoni, fischietti.
Diamo voce agli animali !!!
*GIOVEDI 29 MARZO * DOMENICA 1 APRILE PIAZZA FIUME ore 17,00
Rinascente vende morte, fino alla fine davanti alle sue porte.
www.campagnaaip. net
iniziative_vegan@ yahoo.com
(ANSA) - ROMA, 7 APR -
A prima vista sembra una fattoria come tutte le altre: ci sono le pecore, i conigli, le galline, persino un maiale. In realta' pero' a Vallevegan gli animali anche a Pasqua non vengono mangiati, ma salvati.
Ognuno di loro ha una storia particolare da raccontare, e molti sono arrivati in questo piccolo paradiso in provincia di Roma dopo essere stati usati negli esperimenti dei laboratori di ricerca. Il progetto, e' nato circa un anno fa, intorno a una tenuta di 11 ettari a Bellegra in provincia di Roma che e' diventata subito il centro di riferimento per il centro-sud Italia dell'iniziativa internazionale I-Care, che si propone di recuperare e riabilitare gli animali utilizzati dai centri di ricerca. A costituire la fondazione con lo stesso nome che la gestisce sono stati tre volontari animalisti, ma il centro e' il punto di riferimento per centinaia di volontari che arrivano da tutta Italia. Attualmente Vallevegan ospita cavie, ratti, conigli e gerbilli, e si sta preparando a ricevere anche i cani.
''Gli animali che arrivano hanno grossi problemi psicologici, - spiega Pietro Liberati, uno dei responsabili del centro - hanno cosi' paura degli spazi larghi che se vengono semplicemente liberati muoiono d'infarto. Inoltre non riconoscono i predatori, e non sono in grado di interagire con i propri simili''. Quelli che arrivano a Vallevegan sono animali che non sono stati usati in esperimenti su malattie: vengono da test comportamentali, o da laboratori chiusi per irregolarita', o sono cavie comprate ma non usate. Nonostante questo, la riabilitazione e' complessa: ''Il recupero passa attraverso diverse fasi - spiega ancora Liberati - per i primi giorni li si mette in mezzo agli altri, ma sempre in una gabbia, perche' si sentano al sicuro. Quando l'olfatto e la vista si sono abituati li si libera, prima da soli in spazi piccoli e poi insieme agli altri in ambienti via via piu' grandi. Quando sono recuperati pero' non li si puo' lasciare liberi, perche' non sanno difendersi dai predatori. Li teniamo qui o li diamo in adozione''. A fare compagnia alle cavie da laboratorio ci sono decine di altri animali arrivati a Vallevegan nei modi piu' disparati.
Uno degli ultimi ospiti e' un capretto giunto a fine dicembre in circostanze 'esoteriche'. ''Mi hanno chiamato nel cuore della notte il 21 dicembre - racconta Liberati - alcune persone che avevano salvato un capretto che era stato comprato per essere sacrificato in un rito celtico per il solstizio d'inverno. Cosi' e' arrivato Geppo''. Il migliore amico di Geppo e' un maiale che e' gia' assurto agli onori delle cronache. Trovato mentre vagava in una piazza di Brescia, non e' stato mai reclamato, e attraverso diversi passaggi e' 'sbarcato' a Vallevegan: ''All'inizio lo tenevamo da solo, perche' era irrequieto. Una notte e' riuscito a sfondare la porta della gabbia, ma lo abbiamo trovato che dormiva tranquillo in mezzo alle galline. Voleva solo un po' di compagnia, tant'e' vero che da allora sta in mezzo agli altri animali senza nessun problema, a dispetto di quello che si dice sull'aggressivita' di questa specie''.
Ironia della sorte, il casale dove sorge Vallevegan in passato era abitato da bracconieri e allevatori, i cui 'ferri del mestiere', sono stati conservati dai volontari in una stanza. ''Adesso invece e' un posto dove si cerca di far tornare gli animali per quanto possibile ad uno stato naturale - spiega Liberati - adesso stiamo cercando di aprire altri centri simili a questo, e di coordinare altre iniziative animaliste. Una di queste, che va avanti gia' da qualche anno, sono i campi antibracconaggio sull'isola di Ponza, che e' un punto di passaggio fondamentale per decine di specie di migratori. Al prossimo, che partira' il 20 aprile, partecipera' anche il Noa (nucleo operativo antibracconaggio) del Corpo Forestale''.
(ANSA). ANIMALI: I-CARE, OLTRE 3MILA SALVATI DA LABORATORI - ROMA, 7 APR -
Solo in Italia, il progetto I-Care (International Centre for Alternative in Research and Education) ha gia' recuperato dai laboratori di ricerca piu' di 3 mila animali, fra cani, gatti e roditori. Nato nel 2005 in India, si e' esteso a diversi paesi soprattutto europei. Due gli obiettivi principali del progetto: diffondere i metodi alternativi alla vivisezione sfruttando le esperienze dei singoli paesi (in Italia, ad esempio, abbiamo sostituito molti esperimenti sugli animali con altri che non li prevedono, mentre all'estero no), e una volta riusciti a evitare l'utilizzo degli animali da parte dei laboratori, recuperarli e reinserirli in una vita normale.
Gli animali da riabilitare, che devono essere tassativamente non infetti da alcuna malattia, sono ceduti dal laboratorio secondo i seguenti criteri: animali ceduti dal laboratorio al rifugio al termine di un progetto specifico oppure nel caso di chiusura del laboratorio; animali salvati dal laboratorio a causa di irregolarita' riscontrate nel laboratorio stesso; animali coinvolti in studi non terminali (cioe' che non prevedono la soppressione finale dell'animale); animali usati per studi comportamentali; animali non piu' necessari perche' il laboratorio adotta dei metodi alternativi; animali in sovrappiu', comprati ma mai usati; cuccioli provenienti da studi di teratogenicita' (cioe' test in gravidanza per studiare l'effetto delle sostanze sotto test sulla prole) che sopravvivono al parto. ''La legge attuale lascia a completa discrezione dei centri di ricerca la fine di questi animali - spiega Massimo Tettamanti - e spesso dobbiamo lottare per farceli affidare, sempre sotto garanzia di anonimato dei laboratori. Attualmente c'e' una proposta di legge alla Camera per rendere obbligatoria la cessione a strutture specializzate, ma sull'iter sono pessimista''.
In Italia finora i centri che accolgono gli animali sono a Milano, Monza, Torino, Genova, Parma e Trieste, oltre a quello di Roma che fa da punto di riferimento per il centro-sud. Sono gestiti da volontari, e si finanziano prevalentemente con donazioni private. La riabilitazione puo' durare fino a sei mesi, soprattutto nel caso di cani e gatti che hanno psicologie piu' complesse.
(dal Corriere della Sera)
La nostra passione per la telefonia mobile potrebbe essere la causa della misteriosa scomparsa delle api impollinatici.
REGNO UNITO – Tutta colpa delle emissioni elettromagnetiche. Proprio così: è colpa delle radiazioni dei cellulari e degli altri gadget hi-tech se le api perdono l’orientamento e non sanno più dove devono andare per svolgere il loro compito di impollinatici.
ISTINTO IN TILT – Perlomeno questo è quanto sostenuto da un gruppo di scienziati dalla Landau University, secondo i quali l’inspiegabile scomparsa da molte regioni americane di intere colonie di api che impollinano i raccolti potrebbe essere attribuita proprio alle onde elettromagnetiche, che interferiscono con il «sistema di navigazione» degli insetti facendo loro perdere l'orientamento. In pratica le api non riescono a tornare alle arnie, dove rimangono solo la regina, le uova e le api operaie, e quindi muoiono.
PERICOLO CARESTIA - Il fenomeno – chiamato Colony Collapse Disorder (CCD) – si è verificato inizialmente negli Usa, lo scorso autunno, estendendosi poi anche all'Europa, dove recentemente è stato segnalato da numerosi apicoltori. Si stima che il versante occidentale degli Stati Uniti abbia già perso il 60 per cento delle api impollinatrici, mentre la perdita negli stati orientali sarebbe del 70 per cento. Il CCD interessa inoltre Germania, Svizzera, Spagna, Portogallo, Grecia, Italia, Scozia, Galles e Inghilterra, anche se in alcuni casi le autorità negano l’emergenza. Come riferisce l’Independent, la questione preoccupa molto gli esperti, i quali temono che l’amore incondizionato della gente verso i telefonini e compagni finisca per interrompere il ciclo biologico di molti raccolti, causandone la scomparsa in tutto il mondo e portando alla conseguente carenza di approvvigionamenti alimentari, poiché – come sosteneva Albert Einstein – se le api dovessero scomparire, «alla specie umana resterebbero solo quattro anni di vita».
Alessandra Carboni
16 aprile 2007
Il designer milanese protagonista anche di una sigla di Animal Channel
Artista multimediale e body painter, trasforma le mani in animali. Le sue opere, famose nel mondo, sono spot a favore della natura.
Ponza; trappole e spari sulla rotta dei migratori.
Al nastro, il decimo campo per la tutela e l’osservazione degli uccelli migratori sull'isola di Ponza nella località “piana d'incenso” e “monte guardia” Organizzato dalla Lega per l’Abolizione della Caccia in collaborazione con la fondazione Valle Vegan e Agire Ora.
Il campo si svolgerà in 5 turni, dove, a rotazione i volontari si adopereranno per sorvegliare gli uccelli migratori minacciati dalla caccia di frodo . Le località scelte per l’osservazione degli uccelli sono i luoghi preferibilmente frequentati da bracconieri, che praticano attività di sparo con l’ausilo di richiami elettronici. Il campo sarà segnalato alle forze preposte, ai quali i volontari denunceranno atti d'illecito nelle modalità a loro più consone; tramite cellulari e segnalazioni. I turni si divideranno in 5 tempi, dal 15 aprile al 20 maggio i volontari avranno il compito di presidiare i luoghi prescelti e censire ogni uccello che avvisteranno in un turno di 5 ore dalle 6.00 della mattina fino alle 11.00. Durante il resto delle giornata andranno alla ricerca di trappole e di reti. In presenza di atti illeciti, effettueranno segnalazioni alle forze di polizia preposte che opereranno sull'isola o nelle immediate vicinanze.
I volontari alloggeranno in un appartamento sull'isola e si muoveranno principalmente a piedi, saranno muniti di binocolo e cartelletta con scheda per la descrizione degli uccelli avvistati. Sono richiesti senso di responsabilità sia per tutelare la propria incolumità sia per tutelare quella degli altri partecipanti al campo, gli scopi sono 2 quello di sorvegliare i bracconieri e denunciarli, grazie al supporto di alcune guardie della LAC e quello di rimuovere il maggior numero di trappole e reti, per questo tipo di attività sarà necessario una buona resistenza perchè le giornate saranno lunghe e un buon senso di responsabilità.
Una parte delle spese sono a carico del partecipante, le spese dell’alloggio saranno molto modeste e verranno rimborsate le spese del traghetto, il vitto sarà esclusivamente vegano.
Ogni anno la situazione migliora e questo grazie all’ottimo lavoro svolto da oltre 10 anni sull’isola, che in primavere si presenta stupenda e solare, ricoperta da grossi cespugli di ginestre, ponza, è un piccolo gioiello del mediterraneo che ha il diritto di essere tutelato insieme a procida ventotene, zanone, ischia, e raggiungere l’obbiettivo di salvaguardare le specie che le visitano. Si potranno osservare tanti amici alati tipo averla capirossa, rigogolo, luì verde, quaglie tortore. Questo è il decimo anno del progetto "isole del mediterraneo tutela del popolo migratore un patrimonio europeo" la lac cercherà di tenersi in contatto con tutte le altre associazioni che presidieranno le altre isole pontine, con lo scopo di raccogliere il maggior numero di dati sul bracconaggio.
per la Lac Milano
Catia Acquaviva
per Vallevegan e Lac Lazio
Daniela Fattorini
per Vallevegan e Agire Ora Roma
Piero Liberati
Grande partecipazione di volontari per il campo antibracconaggio del 2007 a Ponza. 40 attivisti da tutta Italia. Oggi primo giorno. Ecco un altro comunicato ufficiale, ripreso dalla stampa :
VOLONTARI IN VIGILANZA CONTRO BRACCONIERI SU ISOLA DI PONZA
Consigliere regionale li sostiene. Sostegno del Corpo Forestale dello Stato. 19 aprile 2007 -
"E' partito a Ponza il quarto campo antibracconaggio organizzato della Lac (Lega abolizione caccia) e dalla Fondazione ValleVegan, che quest'anno vedra' la presenza stabile del Corpo Forestale dello Stato per vigilare e prevenire le azioni di bracconaggio in un'isola considerata nodo strategico per l'avifauna migratoria". Lo annuncia in una nota Enrico Fontana, capogruppo dei Verdi al consiglio regionale del Lazio. "Ogni anno a Ponza durante le migrazioni- dice Fontana- il patrimonio faunistico rischia il massacro per colpa di un fenomeno illegale come il bracconaggio. Durante l'ultimo campo degli amici della Lac, in 40 giorni sono state recuperate 150 tagliole, 25 reti, sono stati denunciati 2 bracconieri e liberati 12 uccelli". "L'impegno dei volontari della Lac che ogni anno contrastano l'attivita' dei bracconieri e' fondamentale- ricorda Fontana- perche' nelle isole Pontine la pratica criminale della caccia di frodo e' purtroppo diffusa. E' per questo che, avevo sollecitato l'impegno delle istituzioni. Un appello che e' stato raccolto dal Corpo forestale dello Stato, che assicurera' infatti durante la stagione migratoria la vigilanza antibracconaggio sull'isola di Ponza e piu' in generale su tutto l'arcipelago Pontino". "Non possiamo dimenticare- conclude Fontana- che le isole Pontine sono luoghi delicatissimi perche' qui gli uccelli riposano dopo lunghi periodi di volo e sono quindi maggiormente vulnerabili. Si tratta di difendere questo importantissimo patrimonio di biodiversita' e di stroncare definitivamente un fenomeno illegale e incivile".
(Com/Rel/ Dire)
Lunedì 7 maggio saremo alla sapienza, nel pomeriggio per promuovere l'iniziativa "adotta un' università" (ottimamente descritta qui: http://www.agireora.org/progetti/adotta.html).
La nostra attività sarà quella di far conoscere la possibilità della scelta vegana distribuendo un pieghevole ad hoc, argomentandone le motivazioni, e rispondendo razionalmente alle domande che ci verranno poste.
la nostra "mission" è favorire il cambiamento antispecista in cui crediamo e l'iniziativa è aperta a chiunque voglia testimoniare con la sua presenza la propria scelta (anche provando a premere il tasto giusto sul suo interlocutore). l'appuntamento è alle 15.30 in piazzale aldo moro, poco dopo ci sposteremo all'interno alla ricerca dei punti più strategici (abbiamo un asso nella manica che giocheremo nel viale antistante :il buffet), gli attivisti interessati avranno comunque un paio di numeri di cellulare per raggiungerci.
ps: è auspicabile che chi intenda partecipare conosca bene il materiale che distribuiremo: si trova qui in versione pdf http://www.agireoraedizioni.org/materiali/pieghevoleWhyVEGAN.pdf
Il primo gruppo, capitanato da Piero Liberati e Andrea Rutigliano ha dato ottimi risultati. Supportato finalmente, dopo tanti anni di attese, dal NOA nucleo operativo antibracconaggio della forestale sbarcati sull'isola per contrastare il fenomeno.
L'esperienza degli attivisti di Vallevegan e della LAC e la professionalità del NOA ha regalato i sui primi frutti, con soddisfazione sono stati presi i primi due bracconieri trappolatori nella storia di Ponza, per un totale di trappole superiori alla cinquantina. La soddisfazione sta nel fatto che finalmente si è potuto punire, gli impunibili, cioè chi crede di poterla fare franca, ormai da anni, grazie all'utilizzo di trappoline, le famose sep, utilizzate solitamente per la catturare i topi, ma che sulle isole infliggono la morte a stiaccini, balie, averle capirossa, luì verdi.
In questi giorni la pace e il silenzio regnano sovrani e sono veramente pochissimi gli spari contati dai volontari attivi dalla metà di aprile, i bracconieri sparatori sembrano spariti, il secondo gruppo è arrivato ieri. I cacciatori hanno dato segno di sofferenza insultando due volontari in presidio sulla piana d'incenso.
Tutte le isole sono presidiate dalle varie associazioni che operano per la salvaguardia del popolo alato, e ai bracconieri- cacciatori incominciano a prudere le mani. Non sanno più dove andare? Lo vedremo nei prossimi giorni.
Specie osservate gruccioni, rigogoli, rondini, falchi di palude, gheppi, falchi pecchiaioli.
Vi ricordo che fare osservazione sulle isole da molta soddisfazione perché gli animali arrivano stremati e stanchi e si lasciano osservare in tutta la loro bellezza, per questi motivi è sempre più importante responsabilizzare la popolazione e il mondo ambientalista.
Prima salvaguardalo e poi osservalo perché è meglio salvaguardato che sparato.
Buon bird watching a tutti !
Se volete avere notizie fresche mandatemi un sms 3388713534.
Catia Acquaviva Responsabile campi Lac
Notizia di questa mattina all'alba: terzo bracconiere preso! Piazzava schiacciate artigianali per uccelli e piccoli mammiferi. Il Bracco (che per disprezzo chiameremo Mariniello), è stato bloccato dai volontari e dal NOA.
Per festeggiare questo evento e ringraziare i volontari dei primi due turni (Marco, Andrea A., Andrea R., Betta, Alessia, Piero, Angela, Lorenza, Roberto, Maurizio, Renato, Catia, Veronica, Gabriele, Anna, Sandro, Francesco), abbiamo pubblicato le prime foto del campo.
Guardate nella sezione FOTO.
Ai prossimi turni la cattura degli altri Marinielli e la liberazione degli uccelli.
ValleVegan, AgireOra Roma, Lega Abolizione Caccia
Roma. SABATO 5 MAGGIO Il CANILE della MURATELLA (via della Magliana 856) aprirà alle adozioni dalle ore 10 alle ore 19. E' un'iniziativa "IoLibero" - Associazione Volontari Canile di Porta Portese.
Dalle ore 17.30 sarà possibile prendere visione dell'installazione multimediale "Movimenti n.1" del Progetto Dogs Make Crop Circles.
Dalle ore 19 Buffet Biovegano a cura di Valle Vegan e del progetto "Mercoledì Vegan". (Sottoscrizione al 3298069093 - 10 €)
Il Programma:
h. 10-19 Apertura al pubblico per le adozioni
h. 10-19 Stand:
LIPU
AVA -ASSOCIAZIONE VEGETARIANA ANIMALISTA
FIORI DI BACH con consulenze ai cittadini
LAV
6 ZAMPE ONLUS con speciali polizze assicurative (sia responsabilità civile che copertura sanitaria) per cani
AAE Conigli per adozioni conigli sottratti a maltrattamenti
AMBULANZA VETERINARIA PET SOCCORSO
ADOZIONI A DISTANZA con speciali sorprese per chi ha un cane adottato a distanza
STAND EDUCATORI AVCPP per consulenze ai cittadini
TAVOLO VENDITA GADGET
TAVOLO CANILI AVCPP CON ALBUM FOTOGRAFICI
h. 17.30 inizio installazione multimediale "Movimenti n.1" a cura del collettivo Dogs make crop circles
h. 18 corso di YOGA all'interno della sala biblioteca al primo piano: è preferibile portare il proprio tappetino da ginnastica ed avere un abbigliamento comodo. Terrà la lezione una maestra qualificata. A seconda del numero dei partecipanti, potranno essere anche più di una lezione
h. 20 inizio cena vegana (su prenotazione telefonando al 329 8069093)
h. 20 musica selezionata da Claudio
Senza freno e senza alcuni limite etico lo sfruttamento dell'animale umano nei confronti dei più deboli: schiavizzati, sfruttati, torturati, uccisi e poi macinati per potervi ricavare biodiesel!
Usa, il gigante petrolifero ConocoPhillips e l'azienda alimentare Tyson Foods in due anni prevedono di produrre oltre 800 milioni di litri di carburante Diesel dal grasso di polli e maiali arriva un nuovo biocombustibile Protestano gli animalisti del Peta: "La risposta al riscaldamento globale del pianeta non è quella di riempire le auto con i resti di animali torturati e fatti a pezzi"
di GIOVANNI GAGLIARDI ROMA - Andare al distributore e fare il pieno di grasso animale. L'idea, forse un po' horror, di trasformare gli scarti della lavorazione della carne di maiali, galline e mucche, è del gigante petrolifero texano ConocoPhillips, che con la azienda alimentare del settore carne più grande al mondo, la Tyson Foods, conta di mettere in commercio questo 'animaldiesel' entro la fine dell'anno. I due colossi affermano che la nuova fonte di energia rinnovabile sarà più pulita del carburante convenzionale.
"È chimicamente equivalente al diesel - ha spiegato Geoff Webster, della Tyson Foods, alla BBC - Ha meno anidride carbonica, zero zolfo e molti aspetti positivi per l'ambiente", ha aggiunto. In due anni, la ConocoPhillips, prevede di produrre 800 milioni di litri di questo tipo di diesel, che rappresenterà il 3% della sua produzione di carburante totale. Il grasso animale viene già usato nella produzione di sapone e cosmetici e non porterebbe all'aumento dei costi della materia prima da cui è realizzato, com'è invece accaduto col grano. L'azienda texana ha destinato al progetto circa 100 milione dollari, ma probabilmente godrà di un abbattimento delle imposta. Dal 2005, infatti, le compagnie petrolifere degli Stati Uniti possono beneficiare di un incentivo fiscale per la produzione di combustibile rinnovabile dalle carcasse animali e da altri scarti dell'industria alimentare. Ma i due gruppi interessati al progetto non nascondono che potrebbero esserci forti contrarietà di carattere etico alla produzione del combustibile. Geoff Webster dice di aver già incontrato gruppi vegetariani e religiosi e ha assicurato che verranno utilizzati solo gli scarti della lavorazione delle carni. Il nuovo diesel una volta prodotto sarà messo in commercio mescolato con altri tipi di diesel. Non sarà possibile dire alle stazioni di benzina se si desidera fare il pieno con il carburante tradizionale o con quello ricavato da grasso animale. In una comunicato gli animalisti della Peta hanno già espresso la propria costernazione, puntando il dito contro l'industria della carne, responsabile, "secondo un rapporto delle Nazioni Unite del riscaldamento globale più delle auto, dei camion e degli aerei messi insieme" e aggiungono che "la risposta al riscaldamento globale del pianeta non è quella di riempire le auto con i resti di animali torturati e fatti a pezzi". Il Peta, rilanciando la scelta vegetariana, aggiunge che "ogni persona può e dovrebbe fare per la loro propria salute, gli animali e l'ambiente". Negli ultimi tempi la ConocoPhillips si è aggiunta al coro di chi chiede provvedimenti federali per ridurre le emissioni nocive responsabili dell'effetto serra, stabilendo tetti massimi da non superare. "Crediamo che i cambiamenti climatici siano attribuiti alle attività dell'uomo e all'utilizzo di combustibili fossili", ha detto Jim Mulva, presidente e amministratore delegato del colosso energetico che ha deciso di unirsi a U.S. Climate Action Partnership, l'associazione di aziende nata all'inizio dell'anno, dopo che i democratici hanno preso il controllo del Congresso.
(25 aprile 2007)
http://www.repubblica.it/2006/12/sezioni/ambiente/biocarburanti/diesel-da-animali/diesel-da-animali.html
BRACCONAGGIO SULLE ISOLE PONTINE: 2007, L'anno della svolta.
Finalmente dopo anni di attese cala il silenzio sull'isola di Ponza e sulle isole pontine, niente spari, quello che fino a poche settimane fa era il regno del bracconaggio ora è il regno degli uccelli migratori che sorvolano le isole in tutta sicurezza, e in stormi dai mille colori. Il preziosissimo intervento del Nucleo Operativo Antibracconaggio (NOA) del Corpo Forestale dello Stato sull'isola di Ponza, unito all'esperienza dei volontari della Lega per l'Abolizione della Caccia e di ValleVegan, ha permesso di reprimere il bracconaggio primaverile, uno delle forme più gravi di caccia di frodo nei confronti della fauna selvatica, perché colpisce individui riproduttori, che arrivano sfiniti dal lungo viaggio su una terra a loro nemica. Ma grazie alla collaborazione del NOA e delle associazioni ambientaliste- animaliste, i risultati si incominciano a vedere e tante sono state le sorprese, che hanno riempito di gioia tutti, soprattutto chi da anni vedeva infliggere profonde ferite al patrimonio faunistico europeo.
Dallo sbarco del NOA i colpi di fucile si contano su una mano, poche le trappole trovate innescate, 4 i bracconieri, presi con le mani nel sacco, tra questi anche il maresciallo della polizia locale, trovato con trappole e con un fucile non regolarmente denunciato, un gravissimo episodio che dimostra come a Ponza le leggi vengano ignorate anche da chi dovrebbe farle rispettare. Negli anni precedenti, e anche in questi giorni di presidio, sono stati diversi gli episodi di aggressione nei confronti dei pionieri della LAC che hanno cercato di contrastare il fenomeno, e sono tanti gli episodi che ora hanno una spiegazione, dagli spari alle aggressioni. Come la volta che una quindicina di bracconieri accerchiarono in modo aggressivo 8 volontari per la maggioranza donne, sventolando un comunicato spedito all'amministrazione via fax. Ci si domandò allora come potessero dei bracconieri possedere un documento spedito nella casa comunale.
Durante i presidi i volontari hanno potuto osservare sulla piana d'Incenso, regno dei bracconieri, centinaia di tortore quaglie e uccelli bellissimi, sorvolare un luogo a dir poco stupendo, un piccolo promontorio ricoperto da macchia mediterranea che stupisce ogni volta con il contrasto tra il blu del mare e il verde inteso della vegetazione. Qui incredibilmente, il passaggio viene interdetto anche ai turisti con cartelli di "proprietà privata - vietato l'accesso", posizionati su sentieri turistici riportati sulle cartine in vendita nelle edicole di Ponza. E' ovvio che quei cartelli non hanno nessuna legittimità. Ora tocca agli amministratori onesti far sentire la loro voce e far cessare tutti questi abusivismi, tra discariche, edilizia selvaggia e bracconaggio.
L'intervento del NOA denominato "Operazione isole pontine" ha segnato una svolta e siamo sicuri che da ora in poi le cose miglioreranno, e sarà possibile che l'anno prossimo la LAC si prenda una vacanza ma non a Ponza, perché abbiamo fiducia nel cambiamento.
Il totale delle trappole ammonta a meno di cento, gli uccelli trovati morti sono stati sterpazzolina, pigliamosche, stiaccino, balia dal collare. Consegnato alla Forestale un arsenale di 90 proiettili nascosti in una grotta (n.d.P.). Un sentito ringraziamento va al NOA e agli agenti impegnati in prima persona nel far rispettare le leggi. Molto importate sarà sempre la collaborazione tra le associazioni e il Corpo Forestale dello Stato per garantire la tutela del popolo migratore.
Per la LAC Catia Acquaviva Responsabile dei campi e consigliere nazionale.
Per Informazione, Adesioni ed Iniziative: Lega Abolizione Caccia Sito Web: http://www.abolizionecaccia.it EMail: mailto:info@abolizionecaccia.it Tel/Fax: 0247711806