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Altro regalino...
AMPIO CONSENSO DEL MONDO ANIMALISTA E
ANTIVIVISEZIONISTA ALLA PROPOSTA DI LEGGE
2157 SULLA VIVISEZIONE
Sono tante le associazioni e i gruppi, nazionali e locali, che appoggiano la proposta di legge 2157 sulla sperimentazione animale, riproposta dall'on. dalla Vedova in questa legislatura, dopo che nella precedente era stato preparato il testo da un "tavolo di lavoro", presieduto dall'on. Giulio Schmidt, che ha visto contributi della due controparti: gli antivivisezionisti e gli "addetti ai lavori" a favore della sperimentazione animale.
"E' chiaro che, per gli attuali rapporti di forza tra pro-vivisezione e anti-vivisezione, e per i vincoli normativi internazionali, pensare ora all'abolizione della vivisezione non e' realistico, anche se e' proprio quel che andrebbe fatto, da un punto di vista scientifico ed etico" affermano i rappresentanti di I-CARE, il Centro Internazionale per le Alternative nella Ricerca e nella Didattica, che, con l'iniziativa "Progetto riabilitazione animali da laboratorio" ha partecipato ai lavori di stesura della pdl. "Per questo pensiamo che sia pura demagogia promettere ora l'abolizione della vivisezione e sia strana e poco comprensibile l'opposizione a questa pdl 2157 da parte di alcuni, in quanto essa, pur avendo come impianto generale lo stesso dell'attuale legge 116, presenta alcuni miglioramenti, davvero ottenibili e realistici".
A fronte di poche associazioni che si oppongono a una questa pdl travisandone i contenuti, e di un unico partito che si schiera contro, sono decine le associazioni e gruppi, oltre che migliaia di singoli volontari che si schierano a favore, e la pdl e' stata firmata da esponenti di vari schieramenti politici dalla destra alla sinistra.
La pdl e' inoltre sostenuta anche dal dott. Thomas Hartung, direttore dell'ECVAM (il centro europeo preposto alla convalida dei metodi alternativi), il quale, in un recente articolo pubblicato su Nature, ha palesato la sua opposizione all'uso dei test su animali dichiarando che i test di tossicita' usati per decenni sono semplicemente "cattiva scienza" e che "ora abbiamo l'opportunita' di ricominciare da zero e sviluppare test basati su evidenze reali, che siano davvero predittivi". Il dott. Hartung e' stato molto applaudito al convegno di presentazione della pdl 2157 tenutosi il 14 giugno presso il Parlamento.
I piccoli passi avanti che troviamo nella pdl 2157 sono numerosi, ma i piu' importanti sono:
- non piu' l'80% dei protocolli di sperimentazione in regime di semplice comunicazione, ma TUTTO in regime di autorizzazione, pur se con dei tempi massimi predefiniti. In questo modo, non sara' piu' possibile per chi usa animali in laboratorio inviare la notifica e iniziare subito l'esperimento, ma dovra' attendere l'autorizzazione (che potra' eventualmente essere negata);
- alcuni campi della sperimentazione animale del tutto aboliti: la didattica, la produzione di cosmetici e detersivi, i test bellici, la produzione di anticorpi monoclonali con metodi dolorosi;
- la nuova legge include gli animali geneticamente modificati. In quella precedente, non erano menzionati, quindi si potevano usare a piacimento. Non e' stato possibile vietarne l'uso, ma è stato possibile porre dei forti limiti nell'art. 6 che in nessun altro paese europeo esistono;
- viene istituito un Osservatorio nazionale, un comitato in cui potranno essere presenti anche esponenti antivivisezionisti che avra' il compito di sorvegliare la corretta applicazione della legge.
Dichiara il dott. Massimo Tettamanti, di I-CARE, chimico esperto di metodi alternativi:
"Sono vari altri i punti importanti, ma per non entrare nel dettaglio tecnico possiamo semplicemente dire che questa legge ci offrirebbe nuove possibilita' e strumenti per diminuire l'uso di animali nei laboratori, e quindi da una parte salvare animali e dall'altra migliorare la ricerca e la tutela della salute umana".
"Ci auguriamo davvero che le poche associazioni che per qualche motivo stanno osteggiando questa pdl e l'unico partito che e' ad essa contrario non risultino di ostacolo all'iter della legge, perche' sarebbe davvero una vergogna che si dovesse rinunciare a salvare animali a causa del comportamento irresponsabile di pochi"
conclude il dott. Tettamanti.
Comunicato di I-CARE
Nota:
Le lista completa delle associazioni che sostengono la pdl si trova alla pagina:
http://www.novivisezione.org/info/nuova_116.htm
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REGALINO PER I NOTTAMBULI
***(Domattina la tolgo...)***
Chi sta meglio di loro?
ALTRO REGALO PER I NOTTAMBULI.
***(Domattina sparirà anche questo...)***
Bastian nell'orto.
BUONANOTTE.
Tarallo.
IL MERCOLEDI’ VEGAN VA IN FERIE
Mercoledì 4 luglio vi invitiamo a brindare con noi la chiusura della prima stagione del “progetto vegan”.
dalle 20
APERITIVO CON MUSICA DAL VIVO
Carlo Conti sax
Manlio Maresca chitarra.
alle 21
CENA
Come sempre prezzo fisso 15 euro, cena completa dall’antipasto al dolce, bevande incluse.
Presso la biosteria del Laboratorio Sociale Autogestito 100celle viale della primavera 319/b
Per info e prenotazioni: 349.4646081
Il 28 giugno 2007 è andato in onda Unomattina Estate. Ma quel giorno la cosa particolare è stata la presenza in studio di Monica, la nostra amica, intervistata sullo stile di vita vegan.
Il giorno prima ValleVegan era stata contattata da RAI uno per avere il nome di una persona da intervistare in diretta e, nella concitazione del momento, l'unanimità è stata generale: Monica!
E difatti la mattina dopo ce la siamo proprio gustata: è andata benissimo! Vogliamo ancora una volta farle i complimenti e questa volta pubblicamente.
Per chi se la fosse persa, mettiamo finalmente a disposizione la registrazione della trasmissione, di mediocre qualità tecnica, che però rende più facile il download.
Al termine dell'intervista è poi andato in onda il contradditorio fra Maria Teresa Maresca, medico chirurgo, naturopata e vegetariana (in diretta da Napoli) e una nutrizionista pro-carne presente in studio.
Fra un round del contradditorio e il successivo, è intervenuto il presidente dell'Assocarni.
Gli ideatori: è stata un'idea spontanea, non incitiamo alla violenza
«Uccidi Knut», in rete il gioco anti-orsetto
Prende piede in rete un videogame con il piccolo plantigrado nella veste di bersaglio. «Si parla troppo di lui, facciamogliela pagare»
BERLINO (Germania) - Il successo provoca invidia e quello dell'orsetto Knut deve avere ispirato, in negativo, gli autori di un nuovo videogame che sta prendendo piede in rete. Si chiama «Kill Knut» e il nome svela già lo scopo del gioco: prendere la mira e sparare all'indifeso orsetto bianco, che nei giorni scorsi aveva ricevuto vere minacce di morte, tanto da indurre i responsabili dello zoo di Berlino, dove è nato lo scorso dicembre e dove tutt'ora vive, ad assegnargli una vera e propria scorta di guardiani.
TIRO A SEGNO SUL PACK - Il videogame è davvero impietoso e invita ad abbattere quanti più Knut sia possibile. Con limitata fantasia gli inventori del giochino hanno pensato infatti di proporre ai naviganti il classico spara spara con il mouse al posto del fucile: i bersagli sono tanti piccoli plantigradi che scorrono da una parte all'altra dello schermo sullo sfondo di un pack ghiacciato.
«FATEGLIELA PAGARE» - Il giochino, apparso a fine marzo su un sito Internet tedesco, è stato visto da quasi 30 mila cyberutenti. «Knut viene citato senza sosta alla radio e alla tv e ormai snerva telespettatori e ascoltatori - si legge sull’homepage di presentazione -: su questa pagina avete la possibilità di fargliela pagare: provate a colpire quanti più Knut potete».
LA TOP 50 DEI CYBERKILLER - Il gioco è costruito in modo elementare: piccole sagome del cucciolo di orso si muovono senza sosta, sotto il bersaglio del giocatore. La partita termina non appena il player si lascia scappare 10 orsetti. Chi colpisce più Knut entra nella speciale classifica dei migliori 50 «killer di orsi». Il record, al momento, è quello raggiunto da un certo Andi nella giornata del 25 aprile: ha totalizzato 38.400 punti. Che a 300 punti per ogni capo abbattuto, fa la bellezza di 128 orsetti uccisi.
«NON INCITIAMO A VIOLENZA» - Gli autori dell'iniziativa ci tengono comunque a precisare: «Il gioco è nato come idea spontanea, nessuno di noi torturerebbe o ucciderebbe un animale» e «non vogliamo incitare» a farlo. Anzi, aggiungono, «come punizione per i molti Knut uccisi dovete andare almeno una volta a settimana allo zoo di Berlino e dare da mangiare ai teneri orsi bianchi».
(Corriere della Sera 25 aprile 2007)
Capito? Loro non vogliono incitare alla violenza su un essere indifeso che dovrà passare il resto dei suoi giorni dentro un maledetto zoo, ti danno solo la possibilità di eliminarlo virtualmente, ma che carini! Ma perchè non li ricoverano in un centro di igiene mentale questi geni dell'informatica?
Claudia
Schhhhhhhhhh!
Tartarughe di Valle. Foto rara.
E peggio dell'azione è la giustificazione utilizzata da questo personaggio alquanto discutibile...(eufemismo). Che il mondo dell'ippica, tra sfruttamento animale, utilizzo di doping a danno dei cavalli, vendette e faide tra scuderie (con tanto di cavalli avvelenati e tendini degli animali recisi con rasoi) fose marcio già si sapeva. Ma vuoi vedere che assurdità come quelle più sotto aiutino a svelare il vero volto di questo 'sport' che è ben diverso da quello di Febbre da Cavallo, Montesano e Proietti...
http://www.tgcom.mediaset.it/sport/articoli/articolo369511.shtml
Ippica: stop a Dettori per frustate Ha colpito 25 volte Ramonti in 500 m Brutto colpo per il fantino Frankie Dattori: è stato sospeso per 14 giorni per aver usato troppo la frusta.
Il 19 giugno scorso, infatti, al Royal Ascot, ha inferto ben 25 frustate al cavallo Ramonti negli ultimi 500 metri di corsa. Si tratta di un numero di colpi che supera di tre volte la media consentita nell'arco dell'intera corsa. "Quella corsa era troppo importante - ha detto l'italiano - gliene avrei date anche 30".
Brutto colpo per Frankie Dettori, il 36enne fantino italiano che il 19 giugno scorso ha trionfato alla Queen Anne Stakes che si corre al Royal Ascot. Ha vinto, ma ricorrendo a qualche frustata di troppo, ben 25 in 500 metri un'esagerazione. Secondo il regolamento europeo, non sono consentiti più di sette colpi in Italia, Inghilterra e Germania. Non più di 10 in Francia mentre in Giappone e Stati Uniti l'uso della frusta è libero. Inoltre il fantino ha anche alzato più volte il braccio ben oltre il previsto limite della spalla, infliggendo colpi in teoria troppo violenti.
Dettori, che così dovrà stare fermo per 14 giorni dal 13 al 26 luglio, si è scusato ma ha anche precisato che il cavallo Ramonti è esperto e non ha risentito dell'uso della frusta che gli è servita solo per migliorarne la prestazione.
"Ho sbagliato ma è anche vero che quella corsa era troppo importante - ha spiegato il fantino. - Per vincerla gliene avrei date anche una trentina. Non è giusto ma sarei un ipocrita se non lo ammettessi".L'unica nota positiva è che in queste due settimane di sosta non sarà costretto a perdere ingaggi fondamentali.
VIETATI ALLA CACCIA 14 VALICHI MONTANI
COMUNICATO STAMPA
Milano - Brescia 9 luglio 2007
Con una importantissima decisione il Tribunale Amministrativo Regionale di Brescia ha accolto un ricorso presentato dalla Lega per l'Abolizione della Caccia contro l'Amministrazione Provinciale di Brescia per ottenere l'annullamento del silenzio creatosi dopo che l'associazione aveva richiesto l'inserimento di alcuni valichi montani tra le zone vietate alla caccia (in poche parole, la Provincia non aveva risposto adeguatamente).
La LAC aveva infatti rilevato che le zone protette dalla Provincia non corrispondevano a quelle piu' importanti per i flussi migratori, che devono essere tutelate secondo il dettame della legge nazionale sulla caccia e della Direttiva comunitaria sulla protezione degli uccelli selvatici.
Gli ambientalisti, difesi dagli Avvocati Claudio Linzola del Foro di Milano e Luisella Savoldi del Foro di Brescia, hanno convinto i giudici che le norme a difesa della fauna e dell'ambiente possono e devono essere interpretate in modo dinamico, e adattate alle situazioni che si creano
dopo l'emergere di nuovi dati scientfici.
In questo caso, dichiara Graziella Zavalloni, delegata regionale LAC, il TAR ha riconosciuto la titolarita' della LAC, in quanto associazione riconosciuta dal Governo e portatrice di interessi diffusi, a proporre
la revisione delle zone di particolare importanza per le rotte migratorie
alla luce di dati e studi recenti e adeguatamente prodotti.
La Provincia invece si e' celata dietro retrive considerazioni
legali, spazzate via dal Tribunale, sull'impossiblita' a rivedere norme
ormai codificate, e dichiarazioni "svianti" come la preoccupazione
di una eccessiva riduzione delle zone di caccia in montagna, il che non e'
certo nell'interesse generale, ma solo in quello della particolare
minoranza, i cacciatori, a cui l'assessorato Caccia locale si rivolge
preferibilmente, in un'ottica clientelare e demagogica.
Invece, recita la sentenza: "Sulla base degli elementi forniti
dalla LAC la Provincia era tenuta a iniziare il procedimento di revisione del piano
faunistico venatorio provinciale. Questo atteggiamento negativo deve
essere qualificato come silenzio rispetto a un'istanza qualificata e
dunque appare corretta la proposizione di un ricorso".
Di conseguenza, il TAR ha dato alla Provincia un mese di tempo per
iniziare un itinerario normativo che dovra' comunque concludersi entro
l'inizio della stagione di caccia (16 settembre) con la inequivoca messa al bando
dell'attivita' venatoria dalle zone montane particolarmente
interessate dai flussi migratori.
La sentenza puo' essere richiesta alla
LAC - Via Solari 40
20144 Milano
tel. 0247711806
www.abolizionecaccia.it
Vi incollo la recensione dell'horror movie che uscirà presto anche in Italia...
"Protagoniste di Black Sheep, lo dice il titolo inequivocabile, le pecore, in voce e corpo. Pecore bianche ma nerissime nell’anima, che un esperimento genetico trasforma in massa assassina, mannara, zombie all’attacco degli umani a loro volta mutanti in una nuova specie. Colpevole, l’avidità di qualche scienziato e speculatore terriero che vorrebbe rendere quelle magnifiche lande verdi spazi appetibili a clienti stranieri, soprattutto asiatici. Alla base - nel prologo che mette in campo il presagio, l’attesa di un evento tragico che dovrà poi attendere quindici anni, ovvero il tempo di una didascalia, per manifestarsi in tutta la sua follia - c’è una tragedia che ha colpito, in una fattoria nella campagna neozelandese, la famiglia di Henry, rimasto da quel momento traumatizzato dalle pecore. Una vera e propria fobia.
Le pecore sono ovunque, presenza che invade le inquadrature: con un belato premonitore, in transito nelle valli, uccise per destinazioni domestiche culinarie, usate le loro pelli e carcasse come trofei alle pareti o come abito per giochi spaventosi dai due fratelli adolescenti… Poche scene, depistanti, per introdurre la tensione horror, e nulla in confronto all’uso sadico che ne faranno i due scienziati: scuoiate, sventrate e lasciate ancora in vita, appese a travi e innestate con ogni sorta di fili al fine di generare una nuova forma di super-pecora geneticamente modificata… E che Henry, rientrato al villaggio per regolare i conti con il fratello cinico (è lui il responsabile di tutta l’operazione), dovrà affrontare, insieme a una giovane attivista ecologica, a un guardiano del posto e a un’anziana e deliziosa vecchietta la cui vita è stata anche per lei segnata dalla presenza di quegli animali…"
Ora, che sia giusto ribaltare finalmente i ruoli non lo mettiamo in dubbio, anche se a ValleVegan il ribaltamento dei ruoli lascerebbe intatte le cose; insomma, vedere carnivori sbranati da pecore ci fa sorridere un pò tutti! Il punto è che, nonostante il film tratti in primis il tema degli esperimenti genetici e dei tragici errori che potrebbero susseguirne, il suddetto potrebbe, a livello inconscio, scatenare una specie di intolleranza verso questi splendidi ovini, che oltretutto, in Nuova Zelanda ed Australia, sono già stati privati dei propri "diritti naturali"(NB), sfruttate e torturate per il commercio della lana merinos. Non vorrei però dare ulteriori giudizi prima di aver visto il film, che per ora è disponibile solo in lingua inglese. Vi allego comunque il sito ufficiale del film ( http://www.blacksheep-themovie.com/) e il video (per stomaci forti) presente su Youtube sulla pratica usata per produrre lana merinos ( http://www.youtube.com/watch?v=gR-x1-xEg0U )
Da http://www.sentieriselvaggi.it/articolo.asp?sez0=3&sez1=33&art=22107
Roma, trovato un gatto mutilato da una tagliola. Il piccolo felino, che era in un garage condominiale nel quartiere Trionfale, a prima vista appariva come fosse dotato di protesi alle zampe anteriori per l’atipico modo di muoversi. A un controllo più accurato, è risultato evidente che l’animale si poggiava su due moncherini. Portato di urgenza all’ospedale veterinario della Ausl RM/D, dove è stato visitato dai veterinari rimasti esterrefatti, l’animale ha dato prova di una grande capacità di recupero. Le lesioni sono state evidentemente causate molto probabilmente da una tagliola che ha amputato di netto le zampe anteriori, ma il gatto è fortunosamente riuscito a cavarsela nonostante il trauma fortissimo subito.
Claudio Locuratolo ha dichiarato: “Dopo lo sconcerto per la scoperta di una crudeltà di questa portata, ingiustificabile e orribile, ci si chiede come sia possibile l’uso di uno strumento così pericoloso oltre che illegale – deprecabile sempre e comunque – anche in un centro abitato, dove il rischio non è solo per gli animali, ma anche per le persone, in particolare per i bambini”. Le Guardie zoofile stanno continuando le indagini in questi giorni, per tentare di individuare il responsabile che ha predisposto la tagliola; in base all'articolo 544 ter del Codice penale rischia fino ad un anno di reclusione e 15.000 euro di multa. Ovviamente il gatto, che è un maschio di colore rosso, già sterilizzato e buonissimo, non può rimanere in strada; per ora è stato affidato alle cure dei volontari del Canile Comunale.
Un 150mo di una pelliccia!
...altra foto --->
Lui invece è in semi-libertà a ValleVegan e si chiama Salvatore.
Vive con tre Porcellini d'India.
Si fa i bagni di sabbia, se vuole può scavare, rosicchia noci che cadono direttamente dagli alberi, è rispettato dai gatti. Ed è vegano.
(...solito regalino per i nottambuli...che non stanno guardando le stelle...)
di Silvia Fiumarola -La Repubblica-
"Prima regola del marketing, non uccidere il cliente". Partendo da questo principio pratico, Don Henderson (Greg Kinnear), executive manager della Mickey's Food Restaurants, popolare catena di fast food, lascia il suo ufficio per capire cosa succede in California, negli stabilimenti dove si produce il suo hamburger. Nella carne sono capitate sostanze tossiche: per la precisione, feci. È un viaggio nell'orrore e nel potere delle industrie alimentari Fast food nation il film del regista indipendente Richard Linklater, tratto dal libro inchiesta di Eric Schlosser, dal 20 nelle sale.
Presentato in concorso a Cannes nel 2006, dove suscitò grandi dibattiti, è interpretato da un cast di attori (Bruce Willis, Patricia Arquette, Ethan Hawke la reginetta del pop Avril Lavigne, Greg Kinnear, Catalina Sandino Moreno), schierati contro un sistema che seduce i giovani e procura guai alla salute. "Bisogna guardare in faccia la realtà, ci fanno mangiare la merda" dice uno dei protagonisti del film.
Un viaggio nelle industrie mattatoio, altra faccia dell'America senza scrupoli, in cui la carne da macello è anche quella dei messicani clandestini (teorizzano i manager: "Guadagnano qui in un giorno quello che in Messico guadagnerebbero in un mese)" sfruttati nelle aziende che forniscono carne ai fast food. Ma non c'è riscatto: i giovani americani decisi a cambiare le cose sono rivoluzionari velleitari che coltivano ideali senza rischi, come quello di spalancare le porte dei macelli a patto che il gesto non venga considerato, però, atto terroristico. Henderson scoprirà che le feci possono finire in un hamburger "perché è un incidente di percorso quando gli intestini degli animali non vengono liberati bene dalle carcasse". Linklater ha raccontato più volte che "le industrie Usa dei fast food sono intervenute a vari livelli contro il film. Volevano controllare le immagini che stavamo girando. Non erano contente".
Ma a differenza di Michael Moore o di Morgan Spurlock, autore di Super size me, altro durissimo atto d'accusa contro i fast food, non ha scelto la strada del documentario: "Quando ho incontrato Schlosser gli ho chiesto se pensasse a un documentario. Mi ha raccontato le storie di persone che vivono in quel mondo, così abbiamo immaginato una fiction". Come tanti film d'autore, da America oggi a Magnolia, anche Fast food nation è costruito con le storie che s'intrecciano. Il finale fa passare la voglia di mangiare carne anche al più fanatico dei carnivori: le scene terribili, delle uccisioni di centinaia di buoi terrorizzati, non si dimenticano.
"Fast Food Nation negli Stati Uniti è stato il primo libro a parlare di certi temi" spiega Schlosser "oggi molti possono vedere la realtà dell'industria dei fast food in un altro modo". "Il fast food" osserva Linklater "è un sistema interessante dal punto di vista socio economico culturale, ma anche antropologico.
L'imballaggio industriale e il lavoro che c'è intorno mi affascinava.
Ma ho girato il film soprattutto per scoprire cosa c'è dietro". (16 luglio 2007)
http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/spettacoli_e_cultura/fast-food-nation/fast-food-nation/fast-food-nation.html