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In attesa di una dichiarazione
Durante un dialogo ottenuto presso gli uffici direzionali Upim di Milano abbiamo avuto modo di esprimere le nostre richieste all'amministrazione dell'azienda, invitando Upim a seguire le orme tracciate da La Rinascente con il loro cambiamento di politica aziendale per quanto riguarda le pellicce e gli inserti di vero pelo.
Da Upim è arrivata la promessa di soddisfare le nostre richieste e di ufficializzare pubblicamente questa scelta entro un mese, tempi necessari per motivi aziendali. Di fronte a tale apertura nei nostri confronti abbiamo deciso di dimostrare la nostra fiducia sospendendo tutte le proteste organizzate a livello nazionale.
Una fiducia che accordiamo a Upim certi che dopo tre anni di campagna sappiano che in caso di una mancata dichiarazione partirebbero nuovamente le proteste davanti a tutti i loro punti vendita.
Vi aggiorneremo al più presto.
(Al momento tutte le proteste davanti ai punti vendita Upim, fissate tra gli appuntamenti sono state sospese).
Bizio ci scrive e noi molto volentieri pubblichiamo:
"Mercoledì 13 giugno, in 16-18 attivisti, abbiamo messo in atto la seconda adozione della Sapienza.
Il nostro sporco lavoro divulgativo è durato più di 6 ore durante le quali abbiamo oculatamente distribuito circa 1200 pieghevoli, affisso in modo "sostenibile" (con nastro di carta) 200 posters, fatto assaggiare una 50ina di fette di torte cruelty-free, mollato centinaia di "pistoloni", e fatto un frugale ma piacevole picnic.
Questa volta io ho fatto il sorcio e mi sono goduto le reazioni degli studenti durante e dopo il contatto con gli attivisti: le interazioni erano tutte molto positive (eccetto una, che ci ha fatto comunque ridere della confusa polemica che ci veniva indirizzata) e lo stimolo sembrava aver raggiunto la maggior parte del target.
tutto questo ci regala fiducia nell'efficacia dell'iniziativa e ci spinge ad insistere, nella convinzione di poter minimamente contribuire ad accelerare il cambiamento in cui crediamo."
Pesce velenoso nel Mediterraneo: è mortale
Avvistato in Grecia il Lagocephalous scleratus, il pesce palla argenteo. Le sue carni contengono sostanze altamente tossiche
ATENE (Grecia) - La prefettura di Atene ha lanciato oggi un allarme a tutti i pescatori professionisti segnalando la comparsa nelle acque greche del pesce palla argenteo, proveniente dal Mar Rosso, che è velenoso e uccide chi lo mangia.
GIA' DIECI CASI MORTALI - Il pesce, originario dell'Oceano Indiano, ha fatto la sua prima apparizione due anni fa nel Mediterraneo passando attraverso il Canale di Suez ma non deve essere assolutamente mangiato in quanto è estremamente velenoso, come aveva raccomandato già a fine marzo i ricercatori della Stazione idrobiologica dell'isola di Rodi diretta da Andreas Sioulas. Gli incauti che si sono cibati delle carni di questo pesce (10 i casi noti sinora, otto in Egitto e due in Israele) sono morti.
«NON MANGIATELO» - Alcuni esemplari del pesce - il cui nome scientifico è «Lagocephalous sceleratus», in italiano «pesce palla argenteo» - furono già avvistati nell'estate di due anni fa, ma negli ultimi tempi il loro numero è in costante aumento e solo lo scorso aprile ne sono stati trovati 10 esemplari nel Mediterraneo orientale. Dopo l'allarme dato dai ricercatori di Rodi, il Centro ellenico per la ricerca medica ha diffuso un avviso urgente alle autorità di tutti i porti della Grecia affinchè mettano in guardia tutti i pescatori, professionisti e dilettanti, circa la pericolosità dell'animale. «Questo pesce, se mangiato, è velenoso per gli esseri umani con un alto rischio di mortalità», è detto nell'avviso.
PARALISI DEI MUSCOLI - Il pesce palla argenteo appartiene alla famiglia dei Tetraontidi, ha un corpo grosso lungo fino a un metro la cui pelle può essere nuda o coperta di spine. La testa è massiccia con il muso arrotondato. La sua pelle, il fegato e gli organi riproduttivi contengono una sostanza altamente tossica che se ingerita - come avverte Sioulas - può provocare una fatale paralisi dei muscoli della respirazione o problemi circolatori. Le carni di questo pesce sono considerate una pietanza prelibata in molte città che si affacciano sull'Oceano Indiano ma lì, osserva Sioulas, i residenti sanno come rimuovere le parti che contengono il veleno prima di mangiarlo.
(Corriere della Sera)
04 giugno 2007
Gastronomia vegana e altro al Critical Bar. Venerdi prossimo!
Inoltre: continuano i Mercoledi Vegani...leggi sotto...
-CENA VEGAN-
Si svolge tutti i mercoledì presso l'associazione culturale
"laboratorio sociale autogestito 100 celle"
Viale della Primavera 319B - Centocelle - Roma.
Il costo è di 15euro con menu fisso dall'antipasto al dolce,
bevande e caffè incluso.
Per informazioni e prenotazioni: Cinzia 3494646081
(corriere della sera)
CAGLIARI — La tassa sui cani dopo quella sul lusso. In Sardegna i proprietari potrebbero essere presto costretti a pagare venti euro all'anno per ogni cane non sterilizzato. La nuova imposta è allo studio della giunta della Regione e ha subito scatenato polemiche. «Nessuna decisione politica è stata ancora adottata — precisa l'assessore regionale alla sanità, Nerina Dirindin — e si è ancora in una fase preliminare, di studio e di consultazione». Ma è stato sufficiente un vago riferimento nella riunione di un gruppo di lavoro incaricato di predisporre la bozza di un disegno di legge per creare malcontento.
«Nuove tasse? Proprio a ridosso del 20 giugno, data entro la quale le centinaia di migliaia di persone che possiedono una casa sulle coste devono mettere mano al portafogli per pagare le tasse sul lusso volute da Renato Soru?», insorge il centrodestra. Sarebbero i Comuni a decidere se far pagare o meno ai proprietari la tassa sui cani. Soru è preso di mira perché accusato dalla battagliera Michela Brambilla, presidente dei Circoli della libertà, qualche settimana fa a Ballarò: «Quando vengo in Sardegna vedo troppi randagi. Pensi a risolvere il problema». Soru aveva replicato con una battuta, ma nella rapidità con la quale sta prendendo corpo la nuova iniziativa fiscale qualcuno vede la mano del governatore decisionista.
L'obiettivo sarebbe ridurre i costi del randagismo: Regione sarda e Comuni spendono ogni anno cinque milioni di euro l'anno per mantenere cinquemila cani accolti in strutture gestite in gran parte da associazioni animaliste; i randagi sono più di 23 mila. Ci sono poi più di 220 mila cani «regolari», ovvero con un proprietario. Il conto è presto fatto: se ogni proprietario paga 20 euro si arriva quasi a equilibrare le spese di gestione dei canili e si possono impiegare altri fondi (che il ministero è disposto ad assegnare alla Regione) per le adozioni e le sterilizzazioni. Come identificare i proprietari dei cani? Esiste un'anagrafe gestita dalle Aziende sanitarie locali; basta mettere insieme i dati e incrociarli. Ma non è così semplice. Innanzitutto per le proteste.
«Si danneggerebbero i veri amici degli animali e aumenterebbe il randagismo — obietta Emanuele Deiana, coordinatore per la Sardegna dell'Ente protezione animali — . Noi siamo assolutamente contrari». E anche settori del centro sinistra non approvano la tassa: «I cani regolari sono già totalmente a carico dei proprietari; sarebbe incomprensibile tassare proprio loro e sarebbe un incentivo ad abbandonarli», è il parere di Nazareno Pacifico, presidente della commissione sanità del consiglio regionale. La tassa ancora non c'è, molti dubitano che mai ci sarà, ma comunque già si parla di probabili esenzioni: potrebbero non pagarla i proprietari di cani sterilizzati. Esenti, inoltre, i cani guida per i non vedenti, i cani poliziotto e della Protezione civile. E quelli utilizzati per la custodia delle greggi: i cani pastore, che sono almeno 40 mila (in Sardegna ci sono 4 milioni di pecore), quanti i loro padroni che, se ci sarà la tassa, hanno già minacciato una rivolta: porteranno i loro «amici» a Cagliari, davanti alla sede della Regione.
Alberto Pinna
11 giugno 2007
Il VegFestival di Torino |
15, 16, 17 GIUGNO 2007
Torna il VegFestival di Torino, alla sua quinta edizione!
Anche quest'anno tanti ospiti italiani e stranieri, daranno al pubblico uno "spaccato di vita vegan" - come, perchè, dove, quando, così tante persone, in tutto il mondo scelgono una vita "senza crudeltà" verso gli animali e rispettosa dell'ambiente e delle persone.
Il nostro festival è prima di tutto un modo per farci conoscere da chi vegan non è, e quindi i primi che vogliamo invitare sono proprio le persone che di questo argomento ne sanno 'solo un poco' e vorrebbero saperne di più, o chi è curioso di provare la cucina vegan, o anche solo di farsi un giro tra gli stand.
Ma il festival è anche per i vegetariani, i vegan, gli attivisti, che vogliano rilassarsi e mangiare tranquilli in una festa totalmente senza crudeltà, incontrare altre persone con cui scambiare idee, conoscere attivisti di altre nazioni.
Per ogni informazione, consultate il sito: http://www.vegfestival.org
COSA ESSER TU?
TI SPIACE SE GUIDO IO?
CHE SONNO!!
L'HO VISTO PRIMA IO!!!
NOTEVOLE...
GIURO CHE STAVANO GIOCANDO...
YYYAAAAAAAWN!!
CE VEDO...NUN CE VEDO...
Storia della distruzione della natura, degli animali e dell'umanità.
di Jim Mason, edizioni Sonda.
Nel dibattito sul tema dei diritti degli animali, l'opera di Jim Mason analizza, da un punto vista antropologico e socioculturale, le ragioni e le modalità tramite le quali l'umanità si è isolata dal resto del regno animale e dal mondo naturale.
Partendo dalla ricostruzione delle radici storiche e culturali della credenza occidentale secondo cui Dio avrebbe conferito all'uomo il dominio assoluto sull'intero creato, l'autore asserisce che la riduzione in schiavitù degli animali a fini bellici o per l'allevamento ha lacerato il senso di fratellanza che l'uomo ha da sempre provato nei loro confronti, permettendo così la nascita di una cultura alienata dalla natura.
In particolare ridefinisce la relazione che lega l'uomo agli altri animali, sottolineandone la componente fraterna: «compagni», «stimolatori di empatia e cura», «strumenti per alimentare e plasmare la nostra mente» e parenti che ci ricordano la nostra vicinanza al resto del mondo vivente».
Secondo Jeremy Rifkin (economista e filosofo), Mason rilegge l'esito che tale isolazionismo ha comportato in termini di perdita di consapevolezza, capacità di rispettare la natura e volontà di controllare le derive distruttive umane: è proprio il modo di vedere e considerare gli animali che sta alla base dell'attuale crisi ambientale e della relazione tra questa e le altre forme di oppressione sociale (la guerra, la violenza sulle donne e la schiavitù intra-umana). E solo ricollocando la figura umana all'interno della storia della natura, si avrà «un nuovo progetto per superare la morte spirituale, individuale e collettiva» (Ingrid Newkirk, Peta).
L'autore
Jim Mason vive in Virginia, è avvocato e da sempre ha focalizzato la sua attenzione sulla relazione uomo/animali. Mason è diventato famoso grazie ad Animal Factories, un libro pubblicato nel 1980 e scritto in collaborazione con Peter Singer. Ha anche contribuito al volume collettaneo In difesa degli animali (Lucarini Editore, 1987) e, sempre con Peter Singer, ha recentemente pubblicato The Way We Eat (Rodale Press
2006). Il suo articolo A Plague of Gypsy Moths è stato scelto per essere inserito nell'antologia Cases for Composition (Little, Brown, 1984). Suoi articoli sono apparsi, tra gli altri, su «The New York Times», «New Scientist», «Newsday», «Country Journal» e «Orion Nature Quarterly». La sua inchiesta sul commercio di animali esotici, pubblicata nel 1993 su «Audubon», è stata nominata per il National Magazine Award ed è stata inserita nell'antologia Preserving Wildlife: An International Perspective (Prometheus Books, 2000)
Pagine: 464 | Costo €: 19.50.
Consigliato da Federica Cuchi.
Mercoledì 13 giugno metteremo in scena la seconda puntata dell'adozione della Sapienza (l'iniziativa è descritta qui: http://www.agireora.org/progetti/adotta.html).
l'appuntamento è a piazzale Aldo Moro alle ore 11,00.
L'azione informativa durerà sino alle 16,00: chi potesse partecipare solo dopo le 11,00 avrà tre numeri di cellulari a disposizione per poter intercettare comodamente il resto del gruppo.
probabilmente avremo al nostro fianco le torte vegane da usarsi a scopo persuasorio, ma gli attivisti potranno comunque contare su croccanti di sesamo e latte di riso per soddisfare frugalmente i bisogni primari che si manifesteranno all'ora di pranzo.
Per info: dott.dulcamara@tiscali.it (Fabrizio e Vittoria).
Ecco i tre numeri eventualmente da contattare:
Fabrizio 347 2636637,
Vittoria 338 8373433,
Monica 3357735307.
Giovedi' 14 giugno, alle 15.00, e' previsto, a Roma, presso la Camera dei Deputati,
un convegno intitolato "Sperimentazione animale: verso quale futuro?" che
ha lo scopo di rilanciare i lavori della proposta di legge (pdl) sulla vivisezione su
cui abbiamo lavorato negli scorsi anni. Questa pdl e' stata di recente ripresentata
(numero 2157), ed i suoi maggiori sostenitori sono ora due deputati di opposti
schieramenti - perche' le istanze pro-animali sono al di sopra e al di la' dello
schieramento politico -: Della Vedova, di Forza Italia, proponente della pdl, e
Cancrini, dei Comunisti Italiani, relatore della pdl.
Questo convegno serve a dimostrare in modo chiaro e forte ai politici che l'argomento
"vivisezione" e' una questione di forte interesse nella societa', e,
soprattutto, che le istanze ANTI-vivisezioniste sono molto sentite da tantissime
persone, e che per questo motivo si chiede che questa pdl sia discussa e approvata il
prima possibile.
Come sapete, il gruppo di lavoro "congiunto" che ha portato a questa pdl
era composto piu' di addetti ai lavori PRO-vivisezione che ANTI, e la pdl e' stato il
massimo che abbiamo potuto ottenere in questa situazione. La pdl risultante è stata
quindi una mediazione tra due visioni assolutamente opposte: quella dei vivisettori e
vivisezionisti, che ritengono lecito, utile o addirittura necessario l'uso degli
animali, e quella degli antivivisezionisti, che non ne ritengono lecito l'uso da un
punto di vista etico, e ritengono che si tratti di una pratica inutile e dannosa sul
piano scientifico.
E' una legge migliorativa rispetto alla 116 attuale, per i vari motivi gia' citati e
spiegati in dettaglio qui:
http://www.novivisezione.org/info/nuova_116_commenti.htm
anche se ovviamente non abbasanza migliorativa per i nostri gusti
Pero' e' un primo passo, ed e' importante ottenere oggi questo per ottenere di piu'
in futuro.
Cosa vi chiediamo?
Di partecipare. Di partecipare perche' i vivisettori e vivisezionisti sono piu' di
noi, e non possiamo e non dobbiamo lasciare il campo libero a loro, non dobbiamo
lasciare che siano loro a indicare ai politici interessati all'argomento come stanno
le cose e quale si vuole che sia il "futuro della sperimentazione animale".
Il futuro che vogliamo noi, e' un futuro con sempre meno animali usati, fino ad
arrivare a zero nel tempo piu' breve possibile. Questo dobbiamo far vedere e far
capire. Ed e' importante dunque esserci, fare domande, fare osservazioni che mostrino
la nostra opposizione scientifica ed etica alla vivisezione, e il nostro appoggio a
questa pdl che consente un maggior controllo su quanto viene fatto oggi nei
laboratori.
Dato che il convegno si tiene in una sala della Camera e' necessario fornire in
anticipo i nomi del pubblico partecipante. Preghiamo dunque tutti quelli di voi che
vivono in Lazio o regioni vicine di scriverci per darci la propria disponibilita'.
Anche se non siete certi al 100% di poterci essere, ma solo all'80%, scriveteci lo
stesso, poi se uno non partecipa pazienza, ma non ci si puo' aggiungere all'ultimo
momento.
Ci sono 100 posti, riempiamoli di antivivisezionisti, non di vivisezionisti!
Prendetevi mezza giornata di ferie, se necessario, ma partecipate! Scriveteci per favore su info@novivisezione.org per dare la vostra adesione. Grazie.
Massimo Tettamanti e Marina Berati
ANIMALI:DOPO PROTESTE RINASCENTE RINUNCIA A VENDITA PELLICCE
(ANSA) - ROMA, 5 GIU - I punti vendita del gruppo Rinascente non venderanno piu' pelli e pellicce che non siano provenienti dalla 'catena alimentare', ed entro il gennaio 2009 eliminera' dai propri magazzini i prodotti derivanti dall'industria della pelliccia. Ne da' notizia la stessa azienda, oggetto da tre anni di una campagna dell'associazione animalista Aip. ''La societa' La Rinascente ha adottato nel proprio codice etico la policy 'fur free' - si legge nel comunicato dell'azienda - in base a tale impegno la Rinascente non acquista e distribuisce presso i propri punti vendita, prodotti di pelle e/o pelliccia di animali che non siano provenienti dalla cosiddetta 'catena alimentare'''. ''Si tratta di un primo passo - continua il documento - che costituisce un significativo ed importante segnale da parte dell'azienda con l'obbiettivo, entro il 31 gennaio 2009 di eliminare totalmente dai propri magazzini i prodotti che siano derivanti dall'industria della pelliccia''. Secondo l'Aip, i cui attivisti sono arrivati a incatenarsi davanti ai negozi e a uno sciopero della fame, e' la prima vittoria di un'associazione animalista nella battaglia contro l'utilizzo delle pellicce. Non dello stesso parere i rappresentanti dell'azienda: ''Non e' stato il cedimento a un ricatto - sostiene Alessandro Cavalchini, responsabile legale del gruppo Rinascente - ma una scelta aziendale presa in autonomia, peraltro sulla scia di altri gruppi internazionali''. (ANSA).
Ecco la fonte:
http://www.ansa.it/ambiente/notizie/notiziari/natura/20070605184834323897.html
L’articolo pubblicato su “AgireOra” che ha per titolo “La pesca e il WWF” fa riflettere su quanto, all’interno di associazioni ormai “sdoganate” dalla pubblica opinione e raffigurate dai media come fulgido esempio di ottime iniziative ambientaliste, si scateni molto spesso la solita, eterna e deleteria dinamica potere/denaro.
Secondo una logica perbenista, inquadrata nei parametri del politically-correct, in base alla quale basta passare per anni in televisione come “buoni” (ed è proprio il caso del WWF) per potersi concedere il lusso di dire e fare ciò che si vuole senza un minimo di rigore, ecco appalesarsi ancora una volta il carattere assolutamente iniquo dell’homo commercialis che riduce a gara a premi ciò che su questo pianeta dovrebbe godere di un rispetto senza pari.
Saremmo curiosi di sapere sino a che punto inorridirebbero i responsabili del WWF se venissero a conoscenza di un’improbabile gara organizzata da una specie differente dalla nostra, nella quale alcuni umani, colpiti con una fiocina da creature dei fondali, venissero trascinati nelle acque profonde fra atroci sofferenze alle quali inevitabilmente seguirebbe la morte per soffocamento.
Si potrebbe sostenere che stiamo vivendo in un’epoca dove le contraddizioni sono pane quotidiano e dove cercare di vivere senza tali incoerenze sarebbe un esercizio assolutamente inutile. Si potrebbe tentare di giustificare l’ingiustificabile facendo chiacchiere, sulla base del fatto che ogni persona dotata di buon senso non deve (e soprattutto non può) inseguire rigidi principi.
E, certo, lo si potrebbe fare (non siamo poi così moralisti!) qualora non fossero in gioco delle vite. Ma contraddizioni come questa vanno molto al di là del più permissivo limite della decenza.
Questi aguzzini si sciacquano la bocca utilizzando la parola “rispetto”, in nome di regole che scaturiscono da logiche antropocentriche e consumistiche allo stesso tempo. Utilizzano frasi ad effetto in nome del buonismo dilagante: “si pulisce il pesce e si mangia insieme quello che il mare quel giorno ci ha voluto regalare”… Parole come queste sono come pietre. La propaganda che tocca le corde “giuste”, quelle legate alla tradizione, legate ai “sani valori” dei bei tempi andati… Paradigmi sub-culturali che impongono la figura del buon pescatore padre di famiglia, che ama le cose semplici, e che conduce una vita esemplare.
Balle!
Ancora più vergognose poiché non è la Barilla con il suo “mulino bianco” a propinarcele, ma un’entità che avrebbe dovuto essere “altro” rispetto ad una holding commerciale. Un’entità che – eticamente – dovrebbe rifiutarsi di definire le vite di esseri senzienti “il pescato”.
E che dire del loro "Smart Gear Competition" che premia i pescatori che si inventano congegni atti a ridurre le catture accidentali di esseri che non si vuole uccidere in quanto “scarti del pescato”? Non viene spontanea l’associazione alle “bombe intelligenti” utilizzate in Iraq e in Afghanistan?
Che fare, dunque?
Dopo esserci ripresi da questa notizia, che fa il paio con quella di qualche mese fa che segnalava banchetti a base di carne di balena da parte di attivisti di Greenpeace, credo che il primo passo sia iniziare una seria campagna di informazione che smascheri queste due “multinazionali” dell’ecologia.
Occorre mettere al corrente, comunicare, fare conoscere. Muniamoci di colla, stampiamo dei manifesti e attacchiamoli nei punti strategici. Facciamo circolare questa e altre notizie simili attraverso tutti i canali che abbiamo a disposizione.
Ma soprattutto: schieriamoci senza alcuna remora contro un simile abominio. Non è più possibile, in nome di un “ambientalismo” di comodo, giustificare qualsiasi cosa.
E’ ufficiale. La catena di grandi magazzini Rinascente, presente in Italia con numerose filiali e prima grande distribuzione nel nostro paese di inserti in pelliccia adotterà, a breve, una politica “fur free”, cioè non venderà né distribuirà più questo sanguinante capo che nel mondo condanna a morte più di un miliardo di animali.
Circa tre mesi fa alcuni attivisti della campagna A.I.P. hanno chiesto ed ottenuto un incontro con l’amministratore delegato di Rinascente. Incontro che non ha portato sin da subito i risultati sperati ma che comunque ha avuto conseguenze molto proficue. Le centinaia di presidi svolti davanti alle loro sedi, i moltissimi volantini distribuiti e qualunque altro tipo di pressione subita in questi tre anni di iniziative hanno convinto i dirigenti ad apportare una prima modifica alla loro politica: chiusura dei reparti pellicceria delle sedi di Milano Duomo e Roma Piazza Fiume, stop alla vendita di pellicce ed inserti ricavati dalle specie appositamente allevate o catturateper questo scopo. Con questa proposta Rinascente avrebbe continuato ad esporre inserti di altri animali, principalmente il coniglio, allevati per la carne, la cui pelliccia viene ritenuta un sottoprodotto della catena alimentare.
Nonostante ciò la decisione adottata dalla campagna A.I.P. è stata chiara, volta a non scendere a nessun compromesso: ogni pelliccia, sia essa di visone o coniglio, sia essa derivata dall’industria alimentare o dalle industrie di settore è pura crudeltà, e chi la espone va boicottato e convinto a disfarsene. Di fronte al fatto compiuto che la presenza solo di inserti di coniglio nei negozi Rinascente non avrebbe portato alla fine delle proteste, la società ha nuovamente rivisto le proprie scelte, informandoci che dal 31 gennaio 2009 ogni pelliccia, anche quella di coniglio, sarà eliminata. Questo riguarda ogni indumento o accessorio presente nei loro punti vendita: sia quelli a marchio Rinascente sia quelli acquistati presso altri fornitori, tra cui i principali nomi della moda italiana ed internazionale.
Una vittoria dunque, non assaporabile da subito ma comunque non parziale: è normale infatti che i grandi magazzini necessitino di tempo per smaltire i capi già acquistati, che risulterebbero altrimenti invenduti.
Questo il testo completo del fax pervenutoci:
"Milano, 11 Maggio 2007
Facendo seguito all'incontro di Martedì 8 maggio u.s. con i Vostri rappresentanti, Vi comunichiamo che la nostra società La Rinascente S.r.l ha adottato nel proprio codice etico la policy "fur free". In base a tale impegno, come è stato verbalmente spiegato, la Rinascente non acquista e distribuisce presso i propri punti vendita, prodotti di pelle e/o pelliccia di animali che non siano provenienti dalla c.d. "catena alimentare".
Si tratta di un primo passo che costituisce un significativo ed importante segnale da parte dell'azienda con l'obbiettivo, entro il 31 gennaio 2009 (fine saldi autunno/inverno 2008), di eliminare totalmente dai propri magazzini i prodotti che siano derivanti dall'industria della pelliccia.
Distinti saluti
la Rinascente S.r.l."
Per vedere il fax originale clicca qui: http://www.campagnaaip.net/fax%20rinascente.jpg
Ogni gruppo locale che abbia effettuato dei presidi davanti alle loro sedi, ogni e-mail, lettera o telefonata ha fatto la differenza: Rinascente ha mollato l’industria della pelliccia. Questo si traduce in migliaia di animali direttamente salvati, liberati da una moda assassina che li considera merce, non esseri senzienti, ed inoltre un colpo notevole per questo settore sanguinario. Ma ciò conferma anche un altro aspetto: l’attivismo funziona, la costanza e la perseveranza verso i diretti responsabili dello sfruttamento animale non possono che dare buoni frutti.
Galvanizzati da questa prima vittoria bisogna ora dare il tutto per tutto per convincere anche UPIM ad abbandonare questo crudele mercato. Infatti nonostante il loro quadro dirigenziale sia praticamente identico a quello di Rinascente, la dichiarazione che ci è stata spedita non riguarda quest’altra catena di grandi magazzini, che continuerà a vendere inserti in pelliccia, di qualunque animale.
Fermare tutto ciò, ormai lo sappiamo, è possibile.
(Fonte: campagna A.I.P., www.campagnaaip.net)
Sono cominciati i lavori per l'organizzazione della seconda edizione del VEGANCH'io!
Tre giorni di incontri, divertimento, buon cibo (biologico e sostenibile) per diffondere una nuova cultura del rispetto e dei diritti: si può vivere, e bene, senza uccidere e senza sfruttare nessuno. Perchè una nuova idea di uguaglianza possa prendere corpo e per rendere possibile un altro mondo.
Tutti, ma proprio tutti, sono invitati a partecipare; ognuno, anche i più piccoli, avranno modo di avvicinarsi alla questione dei diritti animali in maniera amichevole e completa.
Per ogni info consultare il sito: http://www.veganchio.org
Alcuni casi di serial killer che hanno cominciato maltrattando gli animali. Clicca qui:
http://www.zona-franca.it/pagine/serial.htm
Da ZonaFranca: www.zona-franca.it
associazione per una psicopedagogia uomo-animale.