RIFUGIO | Vieni? | Sostienici! | mercoledě 4 dicembre 2024 # Utenti online n. # |
La signora Stefania da anni gestisce un canile privato nel comune di Grottaferrata (Roma), che ospita piu' di 50 cani e piu' di 20 gatti, oltre ad altri animali salvati dal macello o simili.
Anni fa, in seguito a denunce di un vicino, l'ASL locale ha richiesto alla signora di regolarizzare la struttura costruendo un impianto di spurgo per le deiezioni.
Il Comune diede il permesso e un architetto si mise al lavoro, ma ci mise troppo tempo e presento' il progetto quando la giunta era nel frattempo cambiata, e quella nuova non diede piu' i permessi per la costruzione dell'impianto.
Cosi' inizio' una sorta di "guerra" tra il Comune e il canile. Nel rifugio gli animali erano trattati con amore e le strutture erano ben costruite, con ampi spazi, i cani sono sempre stati nutriti, curati e tenuti benissimo.
La situazione di non regolarita' e' poi andata avanti negli anni senza che nessuno intervenisse per dare la possibilita' alla signora Stefania di regolarizzare il rifugio. In seguito poi a varie interferenze negative, da parte di una funzionaria del Comune e di una veterinaria non proprio animalista, siamo ora nella situazione in cui i cani sono stati sequestrati, con la forza e la prevaricazione, pochi giorni fa, il 13 luglio 2007.
L'appello di Lorenzo, volontario del canile che ha segnalato questa situazione e' questo: Io ho assistito a tutta la scena e vi assicuro che e' stato terribile, uno spiegamento di forze dell'ordine esagerato ed un trattamento violento e con poco rispetto per una signora sola, con due bimbi piccoli.
Hanno circondato Stefania e attaccata da tutti i lati nemmeno fosse una terrorista o una criminale incallita!!! DOBBIAMO FARE QUALCOSA!!!
Ma siamo soli, non abbiamo appoggi o conoscenze e siamo rimasti anche senza avvocato! E ora sono a rischio anche gli altri animali: 2 maialine, un ariete, una agnellina, una capretta e due bufaletti!!! AIUTATECI!!! DATECI TUTTO L'APPOGGIO DI CUI SIETE IN GRADO!
Contattateci per fornirci aiuti, consigli, nominativi utili o anche solo per una chiamata di conforto... la signora Stefania e' a pezzi!!!
Togliendole i cani gli hanno tolto la vita!!! Cio' di cui abbiamo immediato bisogno e':
- Un avvocato combattivo, possibilmente animalista o che appoggi con fervore cause di questo tipo.
- Persone, rifugi, strutture che possano prendere da loro qualche cane... anche uno solo!
Magari anche temporaneamente... siamo disposti anche ad intestarli a nostro nome ma ci serve un posto dove tenerli!
- Una grossa protesta via mail verso gli indirizzi che indichiamo piu' oltre.
Non chiediamo soldi, perche' non lo abbiamo mai fatto... quello che vogliamo e' tirar fuori i cani e non darla vinta alle istituzioni!
CONTATTI E INFO:
Stefania 392 0138337
Per la protesta, scriviamo al sindaco, ai vari assessori, e alla veterinaria sopra citata: Sindaco@comune.grottaferrata.roma.it,
Ass.bilancio@comune.grottaferrata.roma.it,
Ass.urbanistica@comune.grottaferrata.roma.it,
Ass.llpp@comune.grottaferrata.roma.it,
Ass.cultura@comune.grottaferrata.roma.it,
Ass.commercio@comune.grottaferrata.roma.it,
Ass.sanita@comune.grottaferrata.roma.it,
Pre.consiglio.comunale@comune.grottaferrata.roma.it,
Seg.generale@comune.grottaferrata.roma.it,
Res.urbanistica@comune.grottaferrata.roma.it,
Res.llpp@comune.grottaferrata.roma.it,
Res.progettazione@comune.grottaferrata.roma.it,
Res.socioculturale@comune.grottaferrata.roma.it,
carladebenedictis@interfee.it
NB: se qualcuno di questi indirizzi vi "risputa" indietro un messaggio di errore, non vi preoccupate, significa solo che quella mailbox e' piena (di proteste...)!
Per favore, scrivete un messaggio di vostro pugno, senza insulti e offese, chiedendo che la signora Stefania venga aiutata e non tormentata, e che le restituiscano i suoi cani e la aiutino a regolarizzare il rifugio anziche' creare problemi e basta...
Per maggiori informazioni: http://animal-generation.blogspot.com
Ciao, sono vegetariana e mi chiamo GoVeg.com
Karin Robertson, 23enne americana, ha cambiato il suo nome in quello di un sito web dedicato a chi non mangia carne.
NEW YORK - C'è chi sceglie come nome d'arte Mark Twain, chi Sofia Loren e chi GoVeg.com. Le follie della New Economy sono alle spalle, ma per Karin Robertson, un'attivista per i diritti degli animali di Norfolk, Virginia, cambiare il suo nome di battesimo in quello di un dominio Internet è sembrato un atto dovuto. Lo ha fatto, racconta all'agenzia Ap, per costringere le persone a parlare di vegetarianesimo e diritti degli animali ogni volta che tira fuori un documento. La ex Karin si è recata alla locale anagrafe e ha ottenuto il cambio del nome anche legalmente.
«NIENTE DIMINUTIVI» - Ora si chiama GoVeg.com e non provate a chiamarla «Veg» o «Dot» (il «punto» che sta prima di «com»): «Mi piace il nome intero, tutto di fila», dice questa 23enne fresca di laurea e ora educatrice per la Peta, nota organizzazione animalista. «La gente è davvero stupita. Pensa sempre che tu stia scherzando». Ma lo stratagemma per promuovere la sua crociata funziona: «Ogni volta che vado in banca, i cassieri mi raccontano qualcosa dei cibi vegetariani che hanno provato». Insomma, Karin sta pian piano vincendo la sfida, e forse potrebbe inaugurare una nuova moda. Ma per la mamma, «resterà sempre Karin. Anche se penso che abbia avuto una buona ragione per fare quello che ha fatto».
(Corriere della Sera 1 agosto 2003).
Lupis e Daniela.
Vivono a ValleVegan...
Sono tutte e due timidissime, ma se una in particolare vedesse questa foto notturna messa in home page...
Chi è più carina?
Venidos de distintas partes del mundo, sobre todo de Europa, más de 1000 personas participaron este pasado 5 de julio en el Encierro Humano de Pamplona. Vestidos, en ropa interior o en topless llenaron las calles de Pamplona de una unánime reivindicación de: no a las corridas de toros. Ninguna otra actividad en defensa de los derechos de los animales consigue tanta repercusión mediática en nuestro país. A través de decenas de periódicos, radios o cadenas de televisión millones de personas han podido saber que los Sanfermines, además de una fiesta son un asesinato. Y por este motivo estuvimos allí.
En la tarde del 4 de julio, la mayor parte de los participantes ya estaban conviviendo en el camping. Esto permitió conseguir otro objetivo muy importante: la comunicación entre personas de organizaciones y países distintos. En un movimiento como el de defensa de los animales tan reciente y joven la necesidad de conocer otras experiencias y puntos de vista se convierte en una aportación muy valiosa para que todos podamos mejorar. La convivencia, el diálogo y el debate espontáneo entre animalistas franceses, italianos, norteamericanos, portugueses, croatas, alemanes, ingleses y de diferentes comunidades del estado español supone un valor añadido a la actividad. Permite que aprendamos de los errores y de los aciertos ajenos. Se hizo evidente que la preocupación por los animales iba más allá de las corridas de toros. Activistas preocupados por la vivisección, la peletería, los animales en las granjas, los zoos, los circos, los abandonos,… dialogaban y comparaban posturas, acciones y repercusión de las mismas. Estábamos ante un encuentro animalista improvisado.
Tres horas antes del comienzo de la manifestación empezamos a llegar los primeros activistas a la zona de salida. Varias patrullas de la policía local comenzaron entonces a ejecutar el trabajo sucio ordenado por la alcaldesa de Pamplona: dificultar en todo lo posible. Primero impidieron a un grupo de música venido desde Alemania que situaran en la calle sus instrumentos. Después exigieron a Equanimal la retirada de las botellas de helio con las que nos disponíamos a hinchar los globos que habíamos preparado para el acto. Retiradas las botellas de la calle buscaron una nueva excusa, amparados en un teórico bando municipal, nos transmitieron la absurda orden de que no podíamos tener globos llenos de helio.
Mientras conseguíamos el bando municipal, desobedeciendo a las órdenes policiales, seguimos preparando nuestras pancartas y globos. Asesorados por la compañía propietaria de las botellas y comprobado que el bando no prohibía el helio, el cabo de la policía local hubo de admitir la falsedad de sus argumentos. En todo el proceso fuimos varias veces amenazados con la retirada de la cámara fotográfica si sacábamos fotos de la Policía.
Pero ni esas trabas ni las muchas otras que el ayuntamiento, como embajador de los intereses económicos del mundo taurino impidieron que la actividad fuera adelante. Decenas de miembros de la Policía Nacional y Local acompañaron a los manifestantes en todo el recorrido. Pero al igual que hace unas semanas en la multitudinaria manifestación de Barcelona no se produjo ningún incidente y se dio una perfecta armonía entre el ambiente reivindicativo y el festivo lo que animó enormemente a los participantes. Durante todo el recorrido no cesó de cantarse el lema “Toros sí, toreros no”. Ese fue el lema más repetido pero no faltaron consignas como “Derechos ya para los animales” o “La tortura no es arte ni cultura”. La animación con música y el dinamismo del grupo hizo más agradable y soportable aguantar el calor del mediodía en Pamplona y algunas recriminaciones e insultos de los aquellos que ven atacado un elemento que consideran fundamental de sus fiestas: los toros. Al fin, después de más de una hora de recorrido llegamos a la Plaza de toros de Pamplona.
El trabajo antitaurino en nuestro país tiene por delante una difícil tarea pero será la colaboración de todas las personas y organizaciones defensoras de los animales lo que conviertan a las corridas en una imagen del pasado. Sin esa unión, el mundo taurino seguirá cosechando victorias y aprovechará cualquier grieta que encuentre en nosotros para conseguir lo que se proponen: perpetuar la tortura. Del lado antitaurino se hace necesaria una permanente colaboración. Los que se enriquecen a costa de los animales no dudan en mover todos sus recursos para impedirnos prosperar. En Pamplona emplean a la Policía, las trabas administrativas y un sinfín de dificultades más. O con los animales o contra ellos, no hay postura intermedia. Debemos estar a la altura de las circunstancias. Los animales no nos perdonarían otra actitud.
Si quieres ver la web sobre este tema con fotos, video, repercusión mediática y otra información pincha aqui.
E' avvenuto oggi a ValleVegan (c'è anche un'altra foto, solo per i nottambuli)... ----->
E' tornato a trovarci Francisco dal Portogallo ed ha subito immortalato questo evento. Due tartatughe che puntano due ragni.
Subito dopo una tartaruga si è tuffata...
Zoo di Basilea, soppressi due leoncini.
Uccisi due dei quattro cuccioli di leone nati da 43 giorni fa. La direzione: «Non c'è abbastanza spazio»
MILANO: non avevano nè virus nè malformazioni. Erano bellissimi, sembravano peluche. Ma per loro non c'era posto. Sabato lo zoo di Basilea ha annunciato di aver soppresso due dei quattro cuccioli di leone nati 42 giorni fa in quell'ambiente «in tutto simile a una savana », come scrive con orgoglio il sito zoobasel.ch. Il motivo: non c'era abbastanza spazio. Quel paradiso terrestre «a misura di leone» non poteva accogliere troppi nuovi ospiti. I due in eccesso, entrambi maschi, non sarebbero cresciuti «in condizioni naturali». E, appena diventati adulti, dicono gli esperti, avrebbero rischiato di morire brutalmente, uccisi dal capobranco. Così «sono morti dolcemente, senza soffrire». Non avevano nemmeno un nome. O almeno l'amministrazione dello zoo non l'ha comunicato, forse per non far affezionare troppo i visitatori.
Di certo l’11 giugno non si aspettavano così tanti cuccioli da un solo parto. È un fatto raro per una leonessa, almeno in un ambiente naturale. In cattività, invece, la fertilità delle leonesse sta crescendo in modo esponenziale: aumentano le gravidanze, e i parti plurigemellari sono sempre più frequenti. Per questo quando da Basilea hanno chiesto agli altri zoo se ci fosse posto per due cuccioli, si sono sentiti rispondere sempre di no: «Abbiamo lo stesso problema, non sappiamo dove mettere i nostri».
La gabbia dei leoni è uno dei fiori all’occhiello dello zoo svizzero.
Gli animali hanno spazio per correre, per socializzare, per accoppiarsi al riparo dallo sguardo dei visitatori. Anche se la privacy non è totale, visto che quello che succede nelle zone «private » è filmato da telecamere nascoste che trasmettono le immagini in diretta sugli schermi fuori dal recinto. Le ragioni della «terribile decisione di uccidere degli esemplari» è spiegata in un comunicato, anche questo sul sito dello zoo. È tutto un problema di Lebensraum, di «spazio vitale». In più, il comunicato aggiunge un dato statistico: «Anche nella savana i cuccioli di leone nei primi due anni di vita hanno una mortalità molto alta: attorno al 50 per cento».
Impossibile tenere tutti gli animali nello stesso spazio, costringendoli a vivere un po' più stretti. I leoni sono «poligini», in ogni branco c'è un solo maschio adulto. Nella savana, quando i cuccioli maschi diventano autosufficienti se ne vanno per la loro strada. Oppure uccidono il capobranco (o è lui a ucciderli), anche se è il loro stesso padre. Troppo difficile mandare i due cuccioli a crescere in Africa, dove peraltro la specie è in calo preoccupante: l'ambientamento sarebbe stato complesso, e l'operazione sarebbe costata molti soldi. Sbagliata — almeno per la filosofia dello zoo — anche la politica del controllo delle nascite: «L'istinto alla riproduzione non può essere deviato, sarebbe andare contro le leggi della natura». Qui però il problema diventa più complesso. «Non mi sembra che programmare a priori le nascite sia meno legittimo che sopprimere vite a posteriori — commenta l'etologo Danilo Mainardi —. In fondo, vale anche per la nostra specie».
Paolo Beltramin (Corriere della Sera)
23 luglio 2007
PICCOLINA...CANUCCIA OBESA O FOCA PELOSA?
GIORGIA
Sir POMPO
Liberazione palombelle ad Orvieto (maggio 07)
Messaggio anonimo ricevuto dalla rivista "La Nemesi":
Palombella libera - informazione in gabbia!
Clamorosa incompetenza giornalistica riguardo agli avvenimenti che hanno preceduto la tristemente nota festa della crudelta' sulla palombella di Orvieto.
Quest'anno nella notte del 24-05-07 il Fronte Liberazione Animale e' intervenuto con metodi illegali quanto efficaci a liberare e salvare alcune centinaia di palombelle dell'allevamento lager che ogni anno ne fornisce la vittima sacrificale.
La festa si e' svolta di conseguenza con minor clamore e palesemente sottotono vista anche la massiccia presenza di polizia e nessun giornale ha riportato la notizia dell'avvenuta liberazione.
Nonostante inutili leggi sul maltrattamento!
Nonostante crudeli tradizioni religiose!
Nonostante il silenzio di chi dovrebbe informare... le palombelle sono libere!
A.L.F.
Le informazioni qui riportate sono a solo scopo informativo e possono essere incomplete, non si intende incitare ne' azioni ne' comportamenti illegali.
Esistono varie ragioni in base alle quali è nato questo sito.
Sono tutte nobili.
Dalla prima all'ultima.
Sono certo sia assolutamente inutile che mi metta a snocciolarle in questa comunicazione di servizio, poichè ciò sminuirebbe il lavoro fatto in circa un anno da un discreto numero di persone che credono nella buona comunicazione.
Il tentativo di alcuni, di provocare discussioni - attaccandosi a effimere motivazioni quali, ad esempio, l'opportunità di pubblicare l'IP di chi inserisce commenti - sono palesi azioni di disturbo, artatamente organizzate per distogliere l'attenzione da quelli che sono i temi dominanti che quotidianamente vengono immessi in queste pagine.
Per mia forma mentale non ho mai censurato nulla, non ho mai bannato nessuno all'interno dei forum e non intendo iniziare ora.
Chiedo dunque - e lo chiedo gentilmente - a coloro che vogliono proseguire in queste infantili dissertazioni, di cambiare idea e di rimboccarsi le maniche insieme a noi per riprendere a lavorare.
L'obiettivo è ambizioso: ricompattare tutto il movimento per essere un reale punto di riferimento nel cambiamento. Aumentare il numero di persone che si schierano dalla parte degli esseri senzienti che non hanno altro modo per far sentire la propria voce. Diminuire il consumo carneo globale facendo sì che chi decide di stare da questa parte, la nostra, lo faccia per motivazioni squisitamente etiche e quindi prenda quella decisione una volta per tutte.
Viste dall'esterno, le vostre schermaglie fanno amaramente sorridere. E il pensiero corre ai canili lager, ai circhi, alle foche immerse nel loro sangue che contrasta con il candore della neve circostante.
Il pensiero corre allo sguardo di un gorila dietro le sbarre di uno zoo.
Se potesse leggervi!
Basta. Ve lo chiedo per favore.
Lidio
CAMPO DI PROTEZIONE DEGLI UCCELLI MIGRATORI A CIPRO.
Autunno 2007
Nella primavera del 2006 nell’ambito della Rete Natura 2000 abbiamo proposto per Cipro l’istituzione di una zona di protezione intorno all’area di Capo Greco. Questa importante area di sosta per i migratori è da noi sorvegliata in primavera ed autunno, affinché gli uccelli di passo non vengano fatti oggetto di bracconaggio.
A Cipro ancora nel 2005 sono stati cacciati o bracconati più di 10 milioni di uccelli, nonostante dal 2002 l’Unione Europea faccia pressioni sul governo dell’isola perché una volta per tutte il bracconaggio venga eliminato.
E’ necessaria la nostra guardinga presenza, soprattutto nella zona di protezione proposta, perché le misure promesse dal Governo vengano mantenute. La popolazione dell’isola dà per scontato il bracconaggio e molti mangiano abitualmente gli uccelli; per questa ragione riusciamo a trovare ben pochi sostenitori delle nostre azioni fra i locali.
Con un gruppo di volontari svizzeri, italiani e tedeschi riusciamo invece a controllare che il divieto di caccia ai migratori venga rispettato nelle sovracitate aree anche per quest’anno.
Il governo cipriota riunisce squadre di guardia caccia ciprioti che sostengono il lavoro dei nostri gruppi; purtroppo queste guardie sono troppo poco attive e ci delegano una fin troppo grande parte del controllo del territorio. In ogni caso noi lavoriamo come isservatori. Ogni scontro, confronto o misura repressiva contro i bracconieri non fa parte delle nostre mansioni e viene lasciata alle guardie.
Ciononostante, la liberazione e cura degli uccelli è demandata a noi.
Durata del campo: 21 Settembre – 26 Ottobre 2007
PROGRAMMA DIARIO:
Sveglia presto. A letto circa alle 20-21 la sera.
Durante il giorno o di sera ricerca del vischio o di tracce di bracconaggio sul territorio.
I bracconieri cambiano spesso le loro tattiche a causa del divieto di caccia, che li rende a tutti gli effetti dei criminali. Di conseguenza anche noi dobbiamo adeguare i nostri tempi ai loro. Di notte un secondo gruppo di volontari esce per 2-3 ore alla ricerca dei richiami elettromagnetici.
Cibo ed alloggiamento sono messi a disposizione gratuitamente per i partecipanti.
Fare il bagno al mare e il birdwatching (portare i binocoli) saranno naturalmente un nostro piacere per i momenti di relax.
Una condizione fisica eccellente, maturità, senso di responsabilità e interesse per il mondo degli uccelli sono caldamente auspicati! La ricerca di siti di bracconaggi richiede giornalmente lunghe attese, spesso in aree pietrose o in zone impervie. I ritmi di marcia richiedono pertanto una condizione fisica buona e l’attitudine al trekking.
IL VOSTRO MATERIALE DI LAVORO
Un cellulare personale, che vi funzioni anche all’estero. Gli adattatori, macchine fotografiche e rullini si possono comprare in loco.
Uno zaino piccolo ed un cappello sono obbligatori. In più forbici, attrezzi personali, un coltellino, quaderno degli appunti e penna.
Gli stranieri normalmente non sono molto ben visti nell’area. Gli uccellatori comunque non sono armati. Mai in passato abbiamo subito incidenti o attacchi di qualsiasi tipo
ABITI
Costume da bagno e asciugsmsno (temperatura del mare 26 gradi), vestiti leggeri, una giacchetta a vento e dun maglioncino. In autunno può esserci sull’isola un vento fresco insistente.
Un cappello contro il sole, protezione solare, secondo la vostra sensibilità si possono trovare anche in loco.
I vestiti di lavoro sono pantaloni leggeri ma robusti ed una t-shirt scura (verde, marrone, blu, nera). Stesso colore anche la giacca. I vestiti chiari sono visibili da lontano e tradiscono la nostra presenza. Scarpe alte da trekking sono obbligatorie per camminare fra cespugli spinosi e terreni accidentati.
Il volo: destinazione Larnaca, arrivi giornalieri (4 ore dall’Italia). I partecipanti saranno ricevuti all’aereoporto in auto.
La moneta locale è la sterlina cipriota (CŁ). 1 CŁ è più o meno il doppio di un €.
Le carte di credito sono utilizzabili. Se dovete cambiare fatelo direttamente qui. E’ più conveniente.
Lingua franca: inglese
Prima di salire su un taxi stabilire il prezzo.
Sistemazione:
è in una casa affittata vicino al mare a Protaras/Connos bay, con stanze doppie. Sistemazione e spese sono tutte pagate. Il cuoco no: bisogna fare la spesa e cucinare. I negozi sono vicini alla casa
Durata minima richiesta ai partecipanti:
2 Settimane, è possibile prolungare. A chi si ferma almeno due settimane viene rimborsato il biglietto di viaggio.
Indirizzo a Cipro:
c/o Helen Panova
Protaras, Odos Pountou 21
Paralimni
Cipro
Tel 00357 23 833009
E-mail: flora.ch@gmx.net
Ulteriori informazioni:
Edith Loosli, Schorenstr 33, CH - 3645 Gwatt Tel 033/336 30 45
E-mail: flora.ch@gmx.net
E’DISPONIBILE LA VERSIONE IN INGLESE. PER PARTIRE DALL’ITALIA (DA ROMA) CI STIAMO ORGANIZZANDO SIA PER IL VIAGGIO INSIEME SIA PER EVENTUALI TRADUTTORI. CHI VOLESSE ADERIRE ME LO COMUNICASSE SU attivismo@vallevegan.org DANDOMI TUTTI I DATI.
Grazie,
Piero Liberati
Quiz notturno.
Cosa starà pensando Tarallo il gatto, alla vista di Flora il cane (?) ? Scoprilo alla pagina seguente...
bleah! ... (PERCHE'?)
(Perchè l'ha vista di profilo!!!)
(...prognatismo...animalettismo...)
FUR FREE, ovvero liberi dalle pellicce, una policy con la quale certe
aziende prendono le distanze da un capo di abbigliamento confezionato
con i lembi dei corpi di animali morti. Morti apposta per compiacere la
vanità di una moda assassina.
Una linea di condotta che gia' La Rinascente ha abbracciato nello scorso
mese di maggio, rendendo pubblico il cambio di politica aziendale in un
comunicato arrivato alla campagna AIP e poi attraverso la stampa.
Una politica che da adesso hanno adottato ufficialmente anche i grandi
magazzini UPIM, che hanno inviato un comunicato che potete leggere qui
sotto e che conferma quanto da loro preannunciato in giugno:
...............................................
POSIZIONE UFFICIALE DELL’AZIENDA
UPIM NON UTILIZZA PELLICCE DI ANIMALI
Milano, 18 luglio 2007 – UPIM nel 2006 ha dato mandato a tutti i propri
buyer di non utilizzare pellicce di animali di alcun tipo (siano esse di
coniglio, volpe, procione o altro). Una decisione che fa seguito al
cambiamento dei vertici aziendali e della compagine azionaria avvenuto
nel 2005.
Gli effetti di questa decisione strategica si concretizzano appieno nel
2007 con collezioni UPIM che utilizzano solo ed esclusivamente pellicce
ecologiche. Le uniche pelli di cui l’azienda continua a fare uso sono
pellami di vitello e maialino in alcune giacche.
Per ulteriori informazioni:
Stefania Lazzaroni
Ufficio Stampa UPIM
02 3313493
............................
Nota aggiuntiva della campagna AIP:
L’industria della pelle, indipendentemente che la si consideri collegata
o meno all’industria carnea, e' sostanzialmente diversa dall’industria
della pelliccia. L’unico comune denominatore e' nella sofferenza degli
animali.
Dopo questa dichiarazione UPIM rinuncia a vendere gli inserti che fino a
questo inverno erano esposti nei loro punti vendita, abbandona un mondo
fatto di gabbie piccolissime e schiavitu', di bastonate e scosse elettriche.
Un insieme di abomini che devono cessare per sempre. Non dimentichiamoci
mai quanto dolore e agonia provochi questo settore, uno dei tanti regni
dello sfruttamento animale.
Lottare contro di esso e' urgente e possibile, lo dimostra questa doppia
vittoria sul doppio obiettivo che la campagna AIP si era inizialmente
prefissata e che instaura in tutti noi entusiasmo e voglia di fare (e
che speriamo sproni chi legge e che ancora non si e' attivato a non
essere spettatore passivo e a cominciare ad aiutare gli animali).
UPIM in questi anni ha avuto a che fare con decine e decine di proteste
davanti ai suoi negozi in piu' di venti citta' diverse e anche agli
uffici direzionali, ha ricevuto migliaia di e-mail di protesta, continui
inviti al boicottaggio, per non parlare della fantasia che si e'
trasformata in un allucchettamento dentro una filiale o delle migliaia
di volantini distribuiti in tutta Italia.
Le campagne antipellicce funzionano e ottengono risultati tangibili,
diminuiscono le vendite e questo incide su tutto il settore, a
cominciare dagli allevatori e cacciatori che incrudeliranno su un numero
sempre minore di animali. E questo avviene in molti paesi: sono decine i
grandi magazzini stranieri o gli stilisti fur-free, tutti convinti a
suon di megafono e presidi.
Settembre sara' un mese importante per AIP, vogliamo continuare questo
percorso che, ci auguriamo, contribuira' ad estinguere per sempre questo
massacro.
Nuovi obiettivi conosceranno a breve la costanza e la passione che ci
spinge, perche' tanti altri animali necessitano di essere salvati.
Prendete parte alla lotta contro le pellicce!
CAMPAGNA AIP - Attacca l'Industria della Pelliccia
MBE 242/101, Via Muratori 55, 20135 Milano
Web: www.campagnaaip.net
Mail: info@campagnaaip.net
Fax: 02/36522062
Infoline: 340-6368139
Cerasella (ovis cerasellis linnaei).
Vegana dalla nascita. ValleVegana di adozione.
.
Un'altra buona notizia!
CAFT (Coalition to Abolish the Fur Trade) ci informa di un'altra vittoria contro l'industria della pelliccia.
L'azienda americana di abbigliamento GUESS diventera' completamente fur-free dalla fine della prossima stagione autunno-inverno, ovvero da aprile 2008.
La comunicazione dell'azienda e' un altro grande traguardo degli attivisti che negli scorsi mesi hanno tenuto proteste internazionali davanti ai suoi punti vendita in Inghilterra, America, Olanda, Svezia, Irlanda, Canada, Russia e Italia. La scelta di GUESS segue quella di molti marchi che trainano la moda internazionale.
La campagna AIP ha preso parte alla campagna contro GUESS organizzando due giornate di protesta a distanza di un mese, in cui i negozi di Torino, Milano e Bologna e gli uffici europei di GUESS a Firenze hanno visto molti manifestanti davanti alle proprie porte.
Purtroppo GUESS continuera' a vendere prodotti con inserti in pelliccia anche questo inverno.
Fermare l'industria della pelliccia che ogni anno tortura ed uccide milioni di animali in nome del lusso e dell'apparenza e' possibile, e dobbiamo farlo.
GUESS to go fur free -
Formed in 1997, CAFT-UK has helped regenerate the grass-roots campaign against the fur trade in Britain.
Through investigations, education, campaigns and demonstrations we have exposed the horror of the fur trade and helped establish and continue anti-fur actions across Britain. We have filmed undercover in fur farms, lobbied for a ban on fur farming and persuaded dozens of shops to stop selling real fur.
We also work with anti-fur groups across the world. The fur industry is a global one so our fight against it should work on an international level too.
For those of you who haven’t yet decided which side of the ‘fence’ you are on we hope that the materials contained on this website will help you come to the right decision, and that you will join the millions of other caring people who realise there is no excuse for murdering millions of animals each year for vanity.
For those of you firmly opposed to the fur trade we hope this site will inspire you to get more active and join us in ending this sickening trade. Wherever you live in the world there is always something you can do. Under Links you will find links to other anti-fur groups around the world. To find your nearest Animal Rights group in the UK or elsewhere see http://www.veggies.org.uk
Please join us in the struggle on behalf of fur-bearing animals worldwide. Get actively involved, support us financially, and educate others.
Thank you for your support.
Incontro antispecista a porte aperte tra le Ceraselle, Luis di Equanimal (Spagna), Carletto, Bastian.
Questa immagine giustifica ogni sacrificio...
(regalino per gli antispecisti).
Che differenza c'è?
Coniglio-uomo-ratto.
Gi animali che non morivano negli incontri venivano soffocati o annegati
Michael Vick, quarterback degli Atlanta Falcons, davanti al giudice: è accusato di avere organizzato combattimenti clandestini tra cani.
RICHMOND (Virginia, Usa) - E' una star del footballl americano, tra i più acclamati portacolori degli Atlanta Falcons. Michael Vick, uno dei quarterback più in vista della National Football League (Nfl), si sta ora giocando la carriera e la reputazione in un processo che lo vede alla sbarra come membro di un'associazione a delinquere dedita allo smercio di pitbull e all'organizzazione di combattimenti tra cani. In una sua villa, lo scorso 25 aprile, la polizia che aveva fatto irruzione alla ricerca di droga aveva rinvenuto 66 cani e attrezzatura specialistica utilizzata per l'addestramento alla lotta degli animali, come catene, collari, bastoni e divaricatori per aprire forzatamente la bocca degli animali.
LE ACCUSE - Le accuse di cui deve rispondere assieme ad altre tre persone sono molto gravi. E oltre alla decisione del tribunale di Richmond, in Virginia, c'è attesa per i provvedimenti che saranno adottati dalla stessa Nfl e dalla sua società. Il patron dei Falcons, Arthur Blank, ha fatto sapere che il club era pronto a comminare al suo atleta quattro turni di sospensione, la massima penalità che un team può disporre nei confronti di un proprio tesserato. Ma la stessa Nfl avrebbe chiesto alla società di prendere tempo, in attesa delle decisioni della corte. Ora che il processo è stato definito - si svolgerà dal 26 novembre prossimo - le autorità sportive potranno prendere i propri provvedimenti.
IL GIRO D'AFFARI - La posizione di Vick è tutt'altro che semplice. Nella sua residenza di campagna di Smithfield, nella contea di Surry, secondo i capi di imputazione scaturiti dall'operazione «Bad Newz Kennels» e contenuti in una relazione di 18 pagine, era stata allestita una vera e propria centrale clandestina finalizzata all'organizzazione di combattimenti tra cani in diversi Stati americani. Un'attività attorno alla quale ruota un giro di affari altissimo, legato in particolare alle scommesse e alla compravndita dei cani. Difficile però pensare che Vick possa essere stato attratto da una motivazione puramente economica: nel 2004 ha infatti siglato un contratto da 130 milioni di dollari, il più ricco nella storia della Nfl.
ALL'ULTIMO SANGUE - Gli animali, secondo gli inquirenti, venivano tenuti in condizioni precarie, probabilmente per aumentarne l'aggressività. E secondo quanto risulta nei documenti processuali depositati nelle settimane scorse, i cani che non venivano uccisi durante i combattimenti - la cui regola era quella dell'«ultimo sangue», ovvero l'incontro doveva terminare con la morte di uno dei due animali in lotta - erano poi uccisi con colpi di arma da fuoco oppure venivano soffocati o annegati.
L'AUTODIFESA - Vick si è fino ad ora difeso sostenendo di non sapere nulla delle attività illegali che venivano svolte nella sua villa, una residenza secondaria dove, secondo quanto da lui stesso raccontato, il quarterback si recava raramente e dove invece viveva stabilmente un suo cugino. L'accusa però non è dello stesso parere e pensa che l'atleta abbia avuto un ruolo non secondario nell'organizzazione. Vick ha cercato di ribadire la propria innocenza anche nel corso dell'udienza preliminare, dichiarandosi non colpevole per alcuna delle accuse mosse nei suoi confronti. Attorno al suo caso l'interesse è grande: nell'attesa del rinvio a giudizio i contatti al suo sito Internet personale sono stati così tanti da causare al caduta del server per eccesso di visitatori.
SUPPORTER E ANIMALISTI - All'esterno del tribunale, nel giorno della prima udienza, si sono affollati sostenitori dell'innocenza di Vick ma anche gruppi animalisti - tra cui la Peta, che già aveva organizzato presidi all'esterno della sede dei Falcons e davanti al palazzo della Nike, uno dei principali sponsor di Vick - che hanno inscenato una proesta contro la pratica dei combattimenti tra cani. Ora c'è grande attesa per la sentenza: se condannati, l'atleta dei Falcons e gli altri imputati potrebbero dover scontare fino a sei anni di reclusione e pagare una sanzione pecuniaria di 350 mila dollari. I gruppi animalisti sperano che la vicenda accenda i riflettori sulla realtà dei combattimenti clandestini e che serva da monito per il futuro. «Che sia giudicato innocente o colpevole - si legge in una dichiarazione della Peta a margine di una petizione contro i combattimenti tra cani - , Michael Vick è solo una persona in un grande mucchio. La vera linea del fronte nella guerra al dogfighting è nelle comunità locali ed è una guerra combattuta ogni giorno da gruppi animalisti e forze dell'ordine. Una battaglia per questi animali innocenti che non hanno né voce né scelta».
Alessandro Sala (Corriere della Sera)
26 luglio 2007