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 Sempre, bisogna pensare all'individuo di cui ci prendiamo cura
 Solo per i cuccioli, sono troppo deboli e senza intervento esterno rischiano di morire. Da adulti se la cavano
 Mai, i vaccini sono testati su molti altri animali e per salvarne uno se ne condannano molti altri
 No, non servono anche perchè la natura deve fare il suo corso
 Non so, non escludo la vaccinazione ma valuto di volta in volta

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Pubblicato da Piero il 27/10/2008 alle 08:21:20, in Notizie sparse, letto 1788 volte

 

PROGETTOVIVEREVEGAN

 

 
Pubblicato da Piero il 27/10/2008 alle 08:29:43, in Notizie sparse, letto 3175 volte

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MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO LE PELLICCE
per chiedere la chiusura degli allevamenti di animali da pelliccia
SABATO 8 NOVEMBRE 2008

Ritrovo alle 14.30 in Piazza della Repubblica - ROMA
Il corteo attraverserà il centro della città e terminerà in P.zza Venezia
dove da un palco prenderanno la parola i rappresentati
delle associazioni animaliste

Se acquisti una pelliccia o un capo contenente bordi in pelliccia, purtroppo diventato una moda anche tra i più giovani, sei silenziosamente colpevole del massacro di milioni di animali allevati negli allevamenti intensivi, veri e propri lager che non considerano minimamente le esigenze naturali di un essere vivente. Gli animali sono sottoposti per tutta la loro vita a continuo stress, a causa della vita in gabbie ridottissime in cui vengono costretti a subire correnti d’aria e freddo per rinfoltire il pelo e le femmine divengono spesso “macchine” forzate alla riproduzione. Infine questa sorta di “vita” conduce ad una morte certa altrettanto dolorosa perché ottenuta con soffocamento, annegamento, bastonate ed elettroshock.
Nei giorni successivi alla manifestazione consegneremo al Parlamento le decine di migliaia di firme raccolte per chiedere la chiusura degli allevamenti di animali da pelliccia, così come accaduto in molti paesi Europei, dove è proibito l’allevamento di qualsiasi specie di animali da pelliccia.

Uniamoci contro le pellicce! Affinché, anche in un paese civile come l’Italia venga approvata una legge per il divieto degli allevamenti di animali da pelliccia.
FONTE: OIPA
 
Pubblicato da vegandalf il 29/10/2008 alle 04:36:50, in romantispecismo, letto 1884 volte
Una settimana di azione contro Novartis, cliente di Huntingdon Life Sciences, sta avendo luogo con decine di proteste in numerose nazioni.

Attivisti in tutto il mondo - dai Paesi Bassi al Cile passando per Svezia, Svizzera, Regno Unito - stanno dando voce alla sofferenza delle centinaia di animali detenuti e quotidianamente uccisi all'interno di HLS, il più grande laboratorio di vivisezione d'Europa, davanti a numerose sedi della multinazionale farmaceutica Novartis, colpevole di commissionare un elevatissimo numero di esperimenti a questo moderno lager per animali non umani.

In Italia si è tenuta martedì mattina una protesta alla sede Novartis di Origgio (VA), già in passato sede di numerose manifestazioni della campagna StopHLS.
Anche a Roma urleremo la nostra indignazione nei confronti di HLS e Novartis:

VENERDÌ 31/10 dalle 16.30
presso la sede di Novartis Farma Spa
viale Cesare Pavese 24
(zona EUR/Umanesimo)
Metro B Laurentina - bus 779

Per informazioni, domande, adesioni, passaggi potete scrivere a romantispecismo@inventati.org

Fino alla liberazione animale,
antispecisti/e romani/e
 
Pubblicato da mukawama il 01/11/2008 alle 19:06:03, in anti caccia, letto 1621 volte
Trentaduenne inciampa e dal suo fucile partono due colpi

(ANSA) - NARDO' (LECCE), 1 NOV - Un cacciatore di 32 anni, imprenditore edile di Leverano (Lecce), e' morto nel Salento a causa di un incidente di caccia. Dal suo fucile sono partite due pallottole che lo hanno ferito all'addome. L'uomo e' morto poco dopo. L'incidente e' avvenuto alla periferia di Nardo', in localita' 'Boncore'. Stando ai primi accertamenti, il cacciatore e' inciampato e poiche' aveva il dito sul grilletto, ha fatto accidentalmente partire i colpi.
 
Pubblicato da Piero il 02/11/2008 alle 20:15:09, in Diario di ValleVegan, letto 1516 volte
 
Pubblicato da Piero il 05/11/2008 alle 09:01:47, in Notizie sparse, letto 1658 volte
L'Oasi di recupero Locatelli a Mazzano Romano ospita quasi 100 cani, di cui solo pochi sostenuti da adozione a distanza: la maggioranza si trovano nel rifugio dai tempi del suo sequestro, altri sono stati tolti da situazioni gravissime e il loro mantenimento grava completamente sull'Associazione Canili Lazio Onlus, che non gode di alcun contributo pubblico per il sostenimento del rifugio né per le sue attività. La trasformazione dei cani ospitati, il miglioramento delle loro condizioni fisiche e psicologiche, sono visibili a chiunque frequenti l'Oasi o informandosi sul sito (www.associazionecanililazio.it). Per poter continuare la sua attività, però, l'ACL ha bisogno di sostegno economico. Per questo abbiamo organizzato due iniziative che chiediamo a tutti di divulgare partecipando il più possibile: un buffet vegetariano in centro a Roma e l'offerta di magliette e felpe di denuncia della situazione di abbandono e detenzione nei canili a cui i ns. amici sono soggetti.

Giovedì 6 novembre, ore 21, Piazza Santi Apostoli 52 a Roma, cena di beneficienza con menu vegetariano per aiutare i cani abbandonati del Lazio. Per info e prenotazioni Giuliana 333 3355868 giulimonte@gmail.com . Durante la cena e sul ns. sito vengono offerte le felpe e le magliette ACL, disponibili in due modelli e nelle taglie S, M, L, XL. Per una donazione pari al costo che noi sosteniamo di solito per un vaccino o un test sulla leishmania avrete un indumento adatto a chi veste casual e ama gli animali, con un messaggio forte dedicato… “a chi vuole dimenticarli, a chi gli ha voltato le spalle, a chi si è arricchito con le loro sofferenze, a chi pensa… sono solo bestie“. Sostieni la nostra denuncia e aiuta i nostri amici animali! Per informazioni: Giuliana 333 3355868 o Monica 340 7835777 giulimonte@gmail.com
 
Pubblicato da Piero il 05/11/2008 alle 15:45:26, in Notizie sparse, letto 1539 volte
Provincia di Pordenone e Regione Friuli Venezia Giulia riaprono l’uccellagione per poter distribuire uccelli selvatici alle sagre e fiere venatorie

Una vera e propria condanna alla pena dell'ergastolo per centinaia di uccelli della Provincia di Pordenone per l'egoistico, assurdo oltre che crudele scopo di sentirli cantare all'interno di piccole gabbie e sulla base di un provvedimento che se ne infischia delle norme statali e comunitarie in materia di tutela della fauna e che addirittura dichiara di fregarsene del parere negativo espresso dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, organo che deve essere consultato, oltre che adeguatamente ascoltato, in quanto l'unico competente ad esprimere un parere scientifico in siffatte circostanze.

E' questo il contenuto dell'autorizzazione regionale datata 24.10.2008, con la quale in attuazione della legge regionale 14/2007 è stato rilasciato il provvedimento di deroga alla Direttiva Comunitaria Uccelli selvatici 79/409.

Dal 1977 in tutta Italia l’uccellagione è un reato, attualmente punito con l’arresto fino ad un anno. 

Il provvedimento per la cattura degli uccelli è stato richiesto dalla Provincia di Pordenone con lo scopo di destinare gli uccelli stessi, catturati in natura e poi ingabbiati a vita, agli espositori nelle sagre e nelle fiere venatorie, nello specifico alla “associazione ornitologica friulana sagre e fiere venatorie”. Ma la fauna selvatica è definita dalla Legge “patrimonio indisponibile dello Stato tutelato nell’interesse della comunità nazionale ed internazionale”. Regione e Provincia di Pordenone stanno dunque programmando di sottrarre alla comunità una parte di quel patrimonio ambientale pubblico in cambio di qualche potenziale voto da parte degli aderenti ad una associazione privata.

La richiesta di cattura sarebbe motivata dal fatto che gli uccelli cresciuti in allevamento non cantano come quelli in natura. L'Istituto preposto, che ora si chiama ISPRA, già INFS (Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica) ha chiaramente detto alla Regione che è assolutamente contrario ad un provvedimento di tal fatta, poiché “è possibile insegnare il canto ai soggetti nati in cattività   ricorrendo a registrazioni facilmente reperibili sul mercato o selezionare esemplari prodotti dagli allevamenti”.

Insomma il messaggio è chiaro: non c'è nessuna necessità di catturar degli uccelli, peraltro protetti, per il gusto di sentirli cantare e/o esporre.

Ma nel giustificare la cattura di merli, cesene, tordi, allodole, e specie quali fringuelli, peppole, cardellini, e lucherini, la Regione Friuli Venezia Giulia ha raggiunto veramente l'inconcepibile. Una delle ragioni poste a fondamento dell'atto, si legge, è determinata dal fatto che autorizzare la cattura degli uccelli, vietata e sanzionata penalmente, “riduce il rischio del verificarsi di catture illecite”(sic!).

E' come dire che è data facoltà al correntista di rapinare la propria banca almeno una volta l'anno, onde prevenire il ben più pericoloso fenomeno delle rapine non autorizzate!!

L'evidente illogicità dell’atto amministrativo, oltre che la sua palese illegittimità, non possono essere tollerate dalle scriventi associazioni che stanno già predisponendo una diffida da inoltrare a Regione e Provincia perchè, esercitando l’autotutela amministrativa, ritirino immediatamente gli atti emessi.

Diversamente, siamo pronti a rivolgerci alla magistratura sia amministrativa che penale, oltre a  recarci negli impianti di cattura per documentare pubblicamente questa anacronistica, illegale e delirante  pratica.

Intanto, chiediamo pubblicamente al Presidente della Regione Tondo di dire chiaramente cosa intende fare in favore della legalità e della Fauna e di adoperarsi per lasciare a centinaia di uccelli la libertà di continuare a volare nel cielo anziché essere reclusi in gabbie per allietare le orecchie di qualche collezionista di animali.
 
 
                             Le associazioni firmatarie

                             Per la Lega per l' Abolizione della Caccia

                             Sezione del Friuli Venezia Giulia

                             Alessandro Sperotto

                             Per la LIPU Friuli Venezia Giulia

                              Ilario Zuppani

                             Per il WWF
                    
                             FRIULI VENEZIA GIULIA

                             Per la LAV

                              Stefania Ivanovic
 
Pubblicato da Piero il 05/11/2008 alle 19:49:30, in Notizie sparse, letto 2790 volte
In memoria di Barry Horne
(17 Marzo, 1952 – 5 Novembre, 2001)

7 anni fa moriva uno dei più noti attivisti per la liberazione animale britannici, dopo il terzo sciopero della fame durato 68 giorni. Era stato condannato a 18 anni di prigione, per danni e incendi dolosi, principalmente contro aziende coivolte nella vivisezione.

Barry si stava lasciando morire di fame per protestare contro il supporto del governo britannico alla vivisezione e al mancato mantenimento delle promesse pre-elettorali riguardo gli esperimenti animali.

Le sue attività, pubblicizzate a livello mondiale, hanno portato ad un notevole incremento di azioni di liberazione animale, che tuttora durano.

Nonostante il governo britannico mantenga il pugno duro contro i cosidetti"ecoterroristi", inasprendo le pene, gli attivisti per la liberazione animale non si fermano, e Barry rimane per molti un eroe e un ispiratore.

Until the end, animal liberation
 
Pubblicato da Piero il 06/11/2008 alle 08:52:08, in Veg(A)Roma, letto 1936 volte


Sabato 8 novembre ore 21

Dopo la MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO LE PELLICCE...

Terza cena a cura del collettivo culinario autonomo IL VEGABBONDO

Cena VEGAN benefit per la CAMPAGNA AIP a soli 10 euro!

 

Appuntamento al l.o.a. ACROBAX, via della vasca navale 6 (ponte Marconi). Bus 170, 791, 23, metro S.Paolo Basilica.

E' graditissima e consigliata la prenotazione al n. 380.3279309

 

VEGABBONDO

 
Pubblicato da Piero il 10/11/2008 alle 18:43:16, in Notizie sparse, letto 5249 volte
San Cesareo, Roma. 2 novembre 2008

Sono anni che Tonino Sbardella distrugge la vita di migliaia di visoni rinchiusi in 15 logori capannoni situati nel suo lager in via dei visoni a San Cesareo (Roma).
All'interno cumuli di gabbie pressate e non più a norma, al loro posto gabbie con qualche centimetro in più, centimetri che non ci interessano...
Non vogliamo vedere nessun essere vivente rinchiuso in gabbie più grandi. Stanotte migliaia di visoni avranno l'opportunità di assaporare la vera libertà fatta di terreno morbido sotto le zampe e di corsi d'acqua dove gettarsi. Qualcuno dirà che molti finiranno investiti da qualche auto, vi chiediamo: c'è così tanta differenza rispetto ad una vita passata in gabbia in attesa di una sentenza di morte già decretata? Noi sappiamo la risposta e stanotte abbiamo agito per loro abbattendo le recinzioni e aprendo tutte le gabbie.
Questo, per coloro che condividono il nostro pensiero, è un invito a prendere parte a questa lotta, agendo in tale direzione e superando le proprie paure e incertezze.
Come vergato sulle mura del lager stanotte...
'La libertà non si chiede, si prende' "

Fonte: La Nemesi, www.finoallafine.info

Le informazioni qui riportate sono a solo scopo informativo e possono essere incomplete, non si intende incitare ne' azioni ne' comportamenti illegali.
 
Pubblicato da Piero il 11/11/2008 alle 07:17:12, in Veg(A)Roma, letto 4732 volte
E.R. GAS (Economie Ribaltate, Gruppo di Acquisto Solidale veg a Roma) è il frutto delle esigenze di singole persone stanche di aderire passivamente a logiche commerciali indotte, a parametri d'acquisto imposti e a modelli di compravendita dettati da poteri economici dominanti che producono disuguaglianze nella distribuzione di reddito e risorse.

Il GAS rifiuta la logica del supermercato, le arance che vengono dal brasile e le carote implasticate una ad una, i cavoli d'estate e i pomodori d'inverno, le melanzane ogm e le zucchine ai pesticidi… Cerca invece un modo sano, equilibrato e naturale di comprare, rispettoso dell'ambiente e della dignità del lavoro, segue la stagionalità dei prodotti, ne rintraccia la provenienza, sceglie e conosce il produttore locale e compra direttamente da lui, spezza la catena distributiva, favorisce le piccole realtà, paga equamente il lavoro del produttore, sceglie il biologico, condivide socialmente le scelte e gli acquisti attraverso la partecipazione responsabile, la fiducia e la solidarietà.
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E.R. GAS è attivo a centocelle dall'inizio del 2008 e non ha fini di lucro. Ha una struttura organizzativa orizzontale ed è un GAS vegan-vegetariano. Si riunisce una/due volte al mese nei locali dello spazio sociale 100celleAPERTE a Centocelle, in via delle resede, 5. Oltre all'acquisto collettivo ERGAS fa esperienze laboratoriali (laboratorio per fare il pane, i saponi e i detersivi ecologici, riciclaggio, energia pulita etc etc.) e organizza visite alle aziende per conoscere i produttori dai quali acquista.

Prodotti e produttori

Statuto E.R. GAS

Documento Base dei GAS

Contatti


100celleAPERTE
 
Pubblicato da Lidio il 11/11/2008 alle 17:47:00, in VeganSoul, letto 3301 volte
Concerto & Bevande incluse ... clicca per avere maggiori informazioni
Il terzo appuntamento a Druento (TO). Nell'Hinterland Torinese si ripete l'iniziativa! Questa volta il ricavato andrà devoluto - in parti uguali - alla Lega Abolizione Caccia, per finanziare i prossimi camnpi antibracconaggio e alle Sfigatte, per la sterilizzazione e il mantenimento dei gatti e dei cani di cui loro si prendono cura.
La terza serata in compagnia di Sara Berni (cantante soul, vegana) si terrà al Ristorante La Rosa d'Oro - Druento (TO). Giovedì 20 novembre ore 21. Il menu sarà reso noto a breve.

Per ulteriori informazioni: www.vegansoul.eu
 
Pubblicato da vegandalf il 13/11/2008 alle 00:18:31, in romantispecismo, letto 3081 volte
AIP LANCIA UNA NUOVA CAMPAGNA INTERNAZIONALE: MAX MARA FASHION GROUP

 

Dopo i recenti successi nazionali e internazionali di campagne contro le pellicce, che hanno convinto marchi di moda e grandi magazzini a non vendere o produrre più capi con inserti di vero pelo, è il momento di lanciare una nuova campagna su di un nome della moda italiana tra i più noti e diffuso in tutto il mondo.
Questa campagna, come tutte le altre lanciate finora da AIP o da network internazionali contro le pellicce, si basa sulla pressione, sull'informazione e sul boicottaggio dell'azienda, e non avrà termine fino a che non ci sarà un impegno aziendale verso una politica senza pellicce.

La campagna partirà ufficialmente con una giornata di mobilitazione internazionale il 22 e 23 novembre. In quei giorni si terranno proteste davanti ai negozi Max Mara e Max&Co in molte città d'Italia, ma anche in Inghilterra, Germania, Svezia, Danimarca, Belgio, Olanda, Usa, Svizzera, dove gruppi di attivisti hanno già aderito all'appello di AIP. Per maggiori informazioni sulla campagna e come sostenerla visita il sito www.maxmaracampaign.net


APPUNTAMENTI:

VENERDI 14 NOVEMBRE – ore 8.30
Protesta davanti al quartier generale del Max Mara Fashion Group.
Via Maramotti 4, Reggio Emilia

SABATO 22 e DOMENICA 23 NOVEMBRE – GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO MAX MARA
Proteste in Italia: Milano, Bologna, Torino, Roma, Pescara, Lucca, Genova, Como, Cesena, Faenza, Forlì, Bergamo.

 
Pubblicato da chiara il 14/11/2008 alle 19:18:55, in Notizie sparse, letto 2102 volte
da www.mentecritica.net Metà novembre 2008, campagna intorno a Pecs (Ungheria). Notte. Fa freddo, nel vecchio capannone di fianco alla cascina. Fa tanto freddo, ma quello che colpisce è l’odore. Dentro uno degli scatoloni di cartone, allineati sul pavimento sporco, una giovane mamma si lamenta piano. E’ sfinita, non solo per il recente, ennesimo parto, ma soprattutto perché ha avuto poco da mangiare. Non ha quasi più latte, e cerca di calmare leccandoli i tre piccoli che cercano disperatamente calore e nutrimento. Gli altri quattro hanno smesso di muoversi già da un po’, e stanno diventando rigidi. Tutto intorno, sotto il tetto di lamiera, si sente uggiolare sommessamente nel buio. La giovane mamma non è da sola, ce ne sono molte altre come lei.

Metà dicembre 2008, soggiorno di un appartamento signorile nel centro di una grande città del nord Italia. Pomeriggio. La bambina saltella e ride felice, non sta più nella pelle. Conterà i giorni, da adesso. Il padre la guarda sorridendo, e la gioia per quello che vede gli fa dimenticare i dubbi e le preoccupazioni. Certo, sarà un impegno che coinvolgerà tutta la famiglia, pensa. E gli sembra già di sentire le lamentele della moglie, per il pelo sui tappeti, per qualche cosa di rosicchiato. Ma piacerà a tutti, ne è sicuro, e comunque basta guardare il modo in cui brillano gli occhi della piccola, per capire che ne vale la pena. Tra l’altro, ha concluso un ottimo affare: a quel bel negozio di animali sotto casa, quello dove tanti bambini spiaccicano il naso sulle vetrine per vedere meglio, arriveranno i cuccioli giusto per Natale. Quella razza così carina, non gli viene in mente il nome, quei batuffoli che si vedono anche nella pubblicità. Ne ha prenotato uno a quasi metà prezzo rispetto a quello dell’allevamento dove aveva telefonato prima, e che oltre che caro era pure scomodo da raggiungere perché ci voleva un’ora e mezza di macchina. Meglio di così. 22 dicembre 2008, zona dell’ex confine Italo-Sloveno, sull’altipiano del Carso, sopra Trieste. Prime luci dell’alba. L’autostrada è semideserta, e l’autotreno corre veloce. L’uomo al volante, che quel viaggio lo ha fatto molte volte, pensa che è incredibile essere già in Italia. Poche ore ancora, e farà la consegna. Passare per Maribor e Ljubljana, in modo da evitare la Croazia, allunga un po’ il giro, in effetti. Ma la ricompensa per il tempo perso è l’assenza di frontiere, e di controlli doganali. Visto il carico che trasporta, è decisamente meglio così. Certo, le carte sanitarie e i documenti, a prima vista, potrebbero passare per buoni, ma una verifica approfondita farebbe venire fuori problemi seri. Soprattutto perché, durante l’ultima sosta, ha dato un’occhiata dentro il cassone, e si è reso conto che i guaiti e i lamenti sono molto calati di intensità. I tranquillanti hanno fatto effetto, sicuramente, però tra i mucchi pulsanti di esserini pelosi, ammassati in gabbie che riempiono fino al soffitto il gelido vano merci, tanti sono troppo immobili per essere semplicemente addormentati. Spiegare il motivo per cui sta trasportando decine di piccoli cadaveri sarebbe difficile. Scuotendo la testa, spera solamente che non siano più della metà come l’ultima volta. La sua percentuale calerebbe parecchio.

Vigilia di Natale, magazzino sul retro di un pet-shop, centro di una grande città del nord Italia. Mattina. I due uomini sorridono soddisfatti. Uno indossa un camice, e ha appena finito di fare numerose iniezioni. Dosi massicce di gammaglobuline e cortisone, per lo più. E’ un veterinario, e procurarsi i farmaci per lui non è un problema. Guarda l’altro, che sta sistemando i cuccioli in vetrina. Ha fatto un buon lavoro, sono vispi e saltellano giocando tra loro. Saranno irresistibili, e per qualche giorno reggeranno tranquillamente. Peccato per quello, già pagato al trasportatore, che ha avuto la crisi di convulsioni e diarrea emorragica proprio l’ultima notte. D’altronde, a poco più di trenta giorni di vita, il sistema immunitario è quello che è. Ma pazienza, erano poche decine di euro, e comunque meglio che sia morto nella sua gabbietta sul retro. Fosse stato male mentre era in vetrina, avrebbe spruzzato sangue dappertutto. Con quelli che verranno venduti sarà comunque realizzato un guadagno esponenzialmente maggiore della spesa. Si congeda dall’altro uomo, che ha molto da fare. Oggi ne consegnerà parecchi, e incasserà tanto denaro. Tra gli altri, nel pomeriggio, ha appuntamento con un signore molto simpatico che ha una meravigliosa bambina bionda, e che vive lì vicino.

Fine dicembre 2008, una cameretta colorata di un appartamento signorile nel centro di una grande città del nord Italia. Sera. La bambina sta gridando. Grida con tutte le sue forze, uno strillo lacerante interrotto solo a tratti dai singhiozzi. E’ sporca di sangue, come gran parte del pavimento vicino alla cuccia. I genitori cercano di calmarla, abbracciandola, ma sono molto scossi anche loro. Il cucciolo ha smesso da poco di contorcersi dal dolore, e di guaire forte. Adesso è fermo, e non respira più. Le violente scariche di vomito, e l’emorragia, almeno sono finite. Nei giorni precedenti, quando aveva cominciato a stare male, il veterinario del negozio di animali era irreperibile, così come il gestore. Chiuso per ferie. Nella clinica dove si erano precipitati erano stati effettuati esami, e somministrati farmaci. Stavano per portarcelo nuovamente la mattina dopo, per tentare un’ultima disperata terapia, ma ormai è troppo tardi. Sotto choc, la bambina passa lo sguardo, gli occhi sbarrati e spenti, dal corpicino ai suoi piedi alle luci intermittenti dell’albero di Natale nella stanza accanto. Il suo pianto si fa più debole, senza smettere, e assomiglia sempre di più al tenue lamento di una cagnolina sfinita, magra e tremante che sta in una scatola di cartone, mille chilometri più a est. Dove fa freddo. Tanto freddo. Oggi. Che cosa è l’orrore? Difficile dare una risposta. In un tempo come quello che stiamo attraversando, probabilmente ce n’è troppo, intorno a noi, perché sia possibile attribuirgli dei connotati definiti. L’orrore ha mille facce, mille volti spesso rassicuranti dietro i quali nasconde bassezze e abiezioni inimmaginabili. Per quello che può valere, cercheremo di svelarne almeno uno, di renderlo il più evidente possibile, nella speranza che la consapevolezza possa divenire uno strumento di difesa per coloro che potrebbero rischiare di incontrarlo.
Non si vede come sia possibile definire senza utilizzare termini come “orrore” e “crudeltà” un traffico di esseri viventi, nati da pochissimo, indifesi e deboli, la cui convenienza viene freddamente e vigliaccamente calcolata sui sentimenti e sulle emozioni della gente. Traffico che in gran parte dei casi vede come conclusione malattie terribili e morti atroci, di cuccioli troppo piccoli, e traumi psicologici pesanti, spesso subiti da bambini.
Storie spaventose, come quella che abbiamo raccontato, sono già successe, succedono, e succederanno, tante volte. Proviamo almeno a informare, a spiegare, a far conoscere. Se grazie a questo se ne potrà evitare anche una sola, ne sarà valsa la pena.

http://www.mentecritica.net/lorrore-e-in-vetrina-e-minuscolo-e-scodinzola-prima-parte/informazione/settantasette/7361/

 
Pubblicato da vegandalf il 16/11/2008 alle 15:12:55, in romantispecismo, letto 2005 volte

Protesta sotto gli uffici direzionali a Reggio Emilia

Venerdì 14 novembre attivisti di Campagna AIP si sono dati appuntamento davanti agli uffici direzionali del Max Mara Fashion Group per dare ufficialmente inizio ad una campagna internazionale di pressione
e boicottaggio contro questa casa di moda emiliana che nelle sue collezioni fa largo uso di resti di cadaveri animali.

Sotto una pioggia battente dalle 08:15 del mattino quasi 30 attivisti hanno accolto dirigenti e dipendenti di Max Mara con striscioni, cartelloni raffiguranti le immagini degli animali rinchiusi ed uccisi negli allevamenti, tamburi e megafoni.
A centinaia di lavoratori è stato dato un volantino che spiega le motivazioni della campagna e mette in chiaro che essa non è diretta contro di loro ma contro il marchio per il quale lavorano e la dirigenza, la quale, nonostante Campagna AIP abbia spedito negli scorsi mesi un dossier informativo e dei filmati sull'industria della pelliccia, non si è nemmeno degnata di rispondere.

Ben sapendo che le scelte delle aziende contro le quali protestiamo e del mondo della moda in generale siano dettate esclusivamente da questioni puramente economiche, con questa protesta abbiamo voluto dare un segnale deciso ai manager del Max Mara Fashion Group mettendo in chiaro che questa campagna cesserà unicamente il giorno in cui essi sottoscriveranno una politica fur-free.Fino a quel giorno le nostre proteste davanti ai negozi continueranno al fine di far aprire gli occhi a potenziali clienti e mostrare alle persone cosa si nasconde dietro a capi d'abbigliamento decorati con pezzi di pelli di animali uccisi per elettrocuzione anale o in camere gas.

Le vostre scelte sono dettate dal profitto, e da una visione del mondo che subordina ogni forma di vita ad esso. Le nostre azioni sono dettate dalle nostre coscienze, e dalla consapevolezza che nel preciso istante in cui state leggendo queste righe milioni di individui sono rinchiusi in piccole gabbie di rete metallica nelle quali sono nati e hanno trascorso i pochi mesi della loro atroce esistenza, solo per poter confezionare inutili capi d'abbigliamento venduti nei negozi Max Mara.

 
Pubblicato da marco il 16/11/2008 alle 15:43:38, in anti caccia, letto 4807 volte

Breve resoconto dell'odierna escursione in una zona del Lazio un tempo ad alta intensità venatoria.

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Quattro cacciatori trovati e allontanati, eco di spari lontani di tanto in tanto, pochi cacciatori in giro e pochi uccelli, ormai decimati da riscaldamento della temperatura, inquinamento, disboscamento, caccia e avvelenamento da pesticidi. Un prato fino all'anno scorso pieno di assassini di allodole oggi era vuoto.

 

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"Gui nze ghiappa biù niende" lo sconsolato commento di uno dei personaggi che abbiamo incontrato nei boschi. Che, tradotto in italiano, vorrebbe dire più o meno: "Qui non si prende più nemmeno un animale".
La soluzione? Parola di cacciatore medesimo: "Bisognerebbe vietare la caccia per dieci anni, poi vedete quanti uccelli ci sarebbero!"...

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Detto da un uomo intento a scaricare il suo fucile, pensavamo di aver toccato il fondo del genere umano. Poi sulla strada del ritorno abbiamo visto una trentina di vigliacchi imbecilli accalcati gomito a gomito intorno a uno stagno che chiamano "laghetto di pesca sportiva" e, sullo sfondo, immensi capannoni di un allevamento intensivo che segrega migliaia di vite animali, e abbiamo capito che di fondo da raschiare, nel barile, ce n'è ancora parecchio...

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La giornata comincia presto, è l'8 novembre e noi tutt* del gruppo antispecista romano (Romantispecismo) ci prepariamo a camminare con il nostro spezzone critico all'interno della manifestazione nazionale contro le pellicce, auspicando la chiusura degli allevamenti di animali da pelliccia e la fine di questa moda cruenta. I giorni antecedenti sono un'odissea di proposte, c'è chi non è del tutto favorevole a partecipare ad una manifestazione con un contenuto "massivamente corretto", ma il desiderio di comunicare comunque il nostro dissenso, la speranza di trovare contatto con nuov* attivist*, amic*, compagn* e il desiderio di crescita/aggregazione del movimento ci trova solidali.

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Così ci incontriamo tutte e tutti a piazza della repubblica alle 14.30 per il concentramento. In piazza poca gente, sono le 14.30 spaccate e più che un corteo nazionale sembra uno dei nostri presidi settimanali davanti a qualche grande magazzino; piano piano le cose migliorano: cominciamo a vedere volti amici, diverse conoscenze lontane... così tra uno scambio di idee e un abbraccio si ritorna nello spirito giusto. Cominciamo a montare striscioni e tavolo contro-informativo in attesa della partenza, diffondiamo i nostri volantini a tappeto: vademecum dell'antispecismo esternato e proposto dagli Animali dell'Aurora e campagne AIP in corso. Mentre giriamo tra la gente ci accorgiamo che stiamo diventando tantissim* ed abbiamo la sensazione che la massa di persone che partecipa al corteo, attraverso associazioni o a livello individuale, appoggi noi, esteti del nulla se l'estetica è crudeltà, con occhio complice. Spontaneamente ci si crea un cerchio attorno di interesse e approfondimento verso il movimento militante.

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Partiamo, sono circa le 15.00. Il corteo è molto lungo e solo il nostro spezzone è composto da oltre un centinaio di attiviste e attivisti roman* e ulteriormente supportato da gruppi locali dell'Abruzzo, delle Marche, dell'Emilia Romagna e della Campania. Piacevole la compagnia di percussionisti africani. Attraversiamo via Cavour e via dei fori imperiali, riempiendo anche l'aria con i nostri megafoni rivolti ai passanti, oltre agli striscioni e alle bandiere. Fumogeni artigianali ci abbracciano col loro effetto scenico. Alla fine del corteo ci si raduna a Piazza Venezia, gli organizzatori si preparano per fare i loro discorsi sul palco, noi ne approfittiamo e ci uniamo con gli ultimi fumogeni per i cori finali.

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Da Como ci arrivano messaggi complici e solidali nella lotta parallela e contemporanea svoltasi in pieno centro dal gruppo locale. "Abbiamo disposto striscioni e cartelli di aip," ci riferiscono dal nord, "ci siamo messi in semicerchio ed abbiamo messo nel mezzo una ragazza con un pc in mano dove si faceva girare il filmato degli squoiamenti. Al megafono abbiamo parlato di questa moda assassina che permette la tortura, uccisione di milioni di animali e lo sfruttamento di uomini nei paesi del terzo mondo per avere pellicce a prezzi stracciati. Della colpevolezza in primis degli stilisti che han rilanciato la pelliccia tramite gli inserti... ed abbiamo spesso evidenziato che la verità la si poteva vedere sullo schermo del pc, oppure ben edulcorata dietro le vetrine dei negozi. Anche se Como è una città molto fredda e la gente particolarmente diffidente, molti si sono fermati a vedere le immagini, a chiedere spiegazioni ed alcuni anche a dare un contributo. Abbiamo preso l'occasione per lanciare la campagna contro Max Mara, invitando tutti al primo presidio a Como del 22/11."

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Considerazioni a posteriori: i cori del nostro dissenso verso questo mondo antropocentrico e insensibile sono stati forti nel ribadire ancora una volta che la lotta per la liberazione animale non può prescindere da quella della liberazione umana, e che quindi va presa anche una posizione anti autoritaria, anti sessista, anti razzista. ANTISPECISTA - E'- ANTIRAZZISTA! Il nostro rammarico è stato quello di notare presenze ambigue aperte a correnti neofasciste. Allo stesso modo c'era, tra la folla, chi protestava contro l'utilizzo di pellicce con abbigliamento cruelty fashion. Speriamo comunque che il vederci così forti e... alternativi apra gli occhi a chi finora non ha riflettuto.

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Questi eventi, nel loro insieme, hanno mostrato una buona riuscita. Una critica costruttiva deve essere anche quella di una scelta più radicale e non qualunquista di alcuni marchi e etichette, dai nomi accattivanti ma dai contenuti discutibili, di partecipanti passivi. Non ci riferiamo alle associazioni storiche. Le nostre bandiere dai colori nero e verde hanno lanciato messaggi e contenuti importanti e non rappresentavano né veicolavano alcun logo.

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Questo è un video autoprodotto sul corteo.

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Noi, spezzone antispecista critico romano, abbiamo trovato conferma della nostra unità, crescita numerica e qualitativa: parametri essenziali per le prossime lotte di liberazione animale.

Per rinfrescare la memoria, ecco un video sulla campagna contro le pellicce di un paio d'anni fa, i cui obiettivi sono già stati raggiunti...

 
Pubblicato da chiara il 19/11/2008 alle 15:02:28, in Notizie sparse, letto 4172 volte

Non sono ancora state accertate le cause della caduta di Birillo, il cavallo di una botticella che questa mattina è stato colto da un malore, nei pressi del Colosseo. I simpatici vetturini hanno dichiarato  che un camion gli è passato molto vicino a tutta velocità e che il cavallo, per lo spavento, abbia poggiato male le zampe sui sampietrini per poi accasciarsi a terra. Il veterinario accorso sul posto ha deciso l'abbattimento dell'animale tramite un'iniezione letale, dopo aver constatato diverse fratture, tra cui quella della tibia.

Queste sono le parole del sottosegretario alla salute Francesca Martini: «Sono costernata dalla gravità dell'accaduto e confermo la mia grande preoccupazione per una situazione che, sotto gli occhi di tutti e quotidianamente, evidenzia un inaccettabile fattore di rischio per i cavalli che trainano le botticelle in un traffico caotico e convulso come quello di Roma. Questo episodio  è un'ulteriore testimonianza di incompatibilità tra norme di tutela della salute e dell'incolumità dei cavalli e il traffico urbano del centro di Roma. Convocherò immediatamente il Tavolo ministeriale sul tema già istituito concordemente con il competente Assessore del Comune», ha concluso il sottosegretario.

Questa è invece la dichiarazione del sindaco: «È stato un incidente. È stato necessario abbattere l'animale. Purtroppo una normale procedura veterinaria. Mi auguro che non si speculi su un doloroso incidente. Non è il sottosegretario che decide che cosa succede a Roma. Le botticelle sono in regola».

«È stata una tragica fatalità. Una grave perdita. Spero che non ci sia speculazione sul caso», ha aggiunto l'assessore all'ambiente Fabio De Lillo. Il cavallo «stava agonizzando. Quando è stato constatato che sarebbe morto ugualmente, è stato prima addormentato e poi abbattuto».


Birillo (sembra quasi che il nome abbia segnato il suo destino) non è la prima vittima di questa tradizione romana, e credo che non sarà nemmeno l'ultima. Siamo sempre dell'idea che nessun animale debba subire alcuna imposizione da parte dell'uomo, tantomeno se l'unico guadagno di cui esso possa beneficiare è la morte, la fine cioè di ogni sofferenza, tortura, stress e frustrazione.

Che maledizione invece per il vetturino, ora senza cavallo e senza lavoro! Speriamo solo che con questo sporco mestiere non abbia guadagnato abbastanza soldi da poterne comprare un altro. Ma ci sono sempre le file di collocamento...

 
Pubblicato da vegandalf il 19/11/2008 alle 15:13:55, in romantispecismo, letto 3518 volte
SABATO 22 E DOMENICA 23 NOVEMBRE SI TORNA IN STRADA!
due proteste in pieno centro di Roma, sabato e domenica pomeriggio

Milioni di gabbie, milioni di animali non umani la cui vita viene brutalmente interrotta tra atroci sofferenze, milioni di capi di vestiario grondanti sangue, milioni di euro sporchi di morte che quotidianamente entrano nelle casse di allevatori e stilisti, distributori e negozianti.

Questa è la realtà nascosta dietro il mercato degli inserti in vero pelo animale, questo è l'orrore dell'industria della pelliccia.

Dal lato opposto di questa follia consumista e specista, si trovano centinaia di punti vendita da presidiare, centinaia di strade e piazze, centinaia di attivisti dotati di volantini, cartelloni, striscioni e megafoni, e soprattutto forti della ferma intenzione di fare il possibile per interrompere al più presto l'indicibile ingiustizia di un mondo in cui esseri senzienti vengono crudelmente allevati e barbaramente uccisi all'unico scopo di soddisfare la perversa vanità di danarosi umani, lo stupido "bisogno" indotto dal mercato capitalista stesso che ci vorrebbe tutti consumatori acritici e irresponsabili… l'avidità senza fondo di chi mercifica la vita per arricchirsi.

Romantispecismo invita tutte e tutti coloro che avvertono l'urgenza di opporsi a questo sistema profondamente sbagliato, fatto di sofferenza e prevaricazione, ad unirsi alle proteste organizzate in adesione alla nuova campagna di boicottaggio e pressione costante lanciata in tutta Italia e in numerosi altri Paesi contro il Max Mara Fashion Group, proprietario di alcuni dei marchi più noti e diffusi nel mondo della moda internazionale.

Anche a Roma ci troveremo di fronte ai numerosi negozi MaxMara e Max&Co ad urlare la nostra rabbia e a dar voce al dolore di tutti gli individui soggiogati dall'industria della pelliccia per sottrarne il manto e confezionare "lussuosi" abiti o inserti.

I primi appuntamenti, per il weekend di lancio internazionale della campagna, avranno luogo in via Cola di Rienzo, già teatro di mesi di proteste ogni settimana davanti al punto vendita COIN, e all'angolo tra via del Corso e via dei Condotti, altra "zona calda" dello shopping prenatalizio:

* SABATO 22 NOVEMBRE dalle 16.30 alle 19.30
presso MAX MARA in via Cola di Rienzo 275/277
zona piazza del Risorgimento (metro A Ottaviano)

* DOMENICA 23 NOVEMBRE dalle 16.30 alle 19.30
presso MAX & CO in via dei Condotti 46
angolo via del Corso / largo Goldoni (metro A Spagna)

Portate come sempre ogni mezzo utile a esprimere la vostra indignazione: cartelli, striscioni, fischietti, megafoni, trombe, tamburi e quant'altro.

Per un mondo senza più dominio né padroni, senza gabbie né catene, per la liberazione animale!
antispeciste/i romane/i - romantispecismo@inventati.org


 
Pubblicato da Piero il 21/11/2008 alle 20:09:05, in anti caccia, letto 2817 volte
Oggi è iniziato il processo contro il bracconiere più noto dell'isola Ponza. Fu querelato per minacce di morte a mano armata (contro tre attivisti: P.L. di Roma, A.D.M. di Torino e V.S. di Genova) e per bracconaggio (sparava e abbatteva una tortora in primavera). La prossima udienza sarà nel 2010.

Uno dopo l'altro dovranno presentarsi anche gli altri cacciatori/bracconieri dell'isola querelati durante i campi antibracconaggio degli anni passati.
 
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