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inverti l'ordine]
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marco il 01/10/2008 alle 13:28:21, in
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SABATO 4 OTTOBRE
Non si cacciano animali ma umanoidi assassini; non si usano armi ma ironia, sberleffo e rumore. Si avvicinano i cacciatori all'opera, si parla loro, si fa rumore, li si prende per i fondelli finché non si allontanano senza aver ucciso nessun animale.
Il disturbo venatorio è legale, pacifico, rumoroso (portate fischietti se ne avete). Sveglia all'alba, incontro in una zona da decidere e poi azione di disturbo venatorio in campagna. Più siamo meglio è, perché si salvano più animali e perché è una vera occasione di confronto con i nostri "nemici", ovvero con coloro che uccidono animali.
Articolo de L'Arena di Verona, 1 ottobre 2008, tratto da http://www.finoallafine.info
A San Martino Buon Albergo l’Animal Liberation Front recide le reti di recinzione. Centinaia di visoni «evasi» dalle gabbie. I «guastatori» hanno creato un grosso varco per fare fuggire gli animali destinati a diventare pellicce
Nella notte tra lunedì e martedì gli animalisti hanno svuotato di nuovo l’allevamento di visoni a Campalto di San Martino Buon Albergo. È il secondo assalto in una settimana ai danni della ditta Anipel. Stavolta, il commando, che gli inquirenti ipotizzano sia sempre composto da almeno sei, sette persone per la rapidità dell'azione e per la quantità dei danni inferti, non ha rivendicato il gesto scrivendo la sigla della propria associazione sui muri all’interno dell’azienda o telefonando al centralino del giornale L’Arena.
«Tuttavia, la Digos e i carabinieri di San Martino Buon Albergo sono convinti si tratti ancora dell’Animal liberation front, autore delle precedenti intrusioni, quattro in due anni, inclusa l’ultima, e un incendio che devastò un nostro fabbricato usato per preparare il pastone destinato ai visoni e i camion parcheggiati in cortile», spiega Luca Begnini figlio del titolare della società. Il blitz è stato portato a termine prima dell’alba. Alle 4,30, una telefonata dei vicini a Campalto è giunta nell’ abitazione dei Begnini a San Martino Buon Albergo che da 40 anni allevano visoni.
«Sette giorni fa avevamo tremila animali. Oggi ne sono rimasti meno di un migliaio. Il resto delle bestiole sono morte o disperse», continua Luca Begnini. «Ma, ripeto, nate e cresciute in gabbia, non hanno alcuna possibilità di sopravvivere se abbandonate in mezzo alla campagna». Se fossero rimaste nell’ allevamento, sarebbero rimaste in vita, ma giusto fino al momento di essere macellate per ricavarne la pelliccia.«Abbiamo perso tutto», dice Luca Begnini. «Vedremo se riprendere o meno l’attività. Oggi siamo la ditta maggiormente preso di mira in Italia». La famiglia del giovane gestisce l’unico allevamento di visioni a Verona. La tattica seguita dal gruppo di animalisti è stata la stessa di una settimana fa: hanno raggiunto l’allevamento passando dai viottoli sterrati della Coetta. Messi i veicoli al riparo dai curiosi, hanno percorso l’ ultimo tratto a piedi, attraversando i terreni attorno all’azienda dove hanno lasciato molte impronte. Stando alle forze dell’ordine, sono dei professionisti bene organizzati.
L’Animal liberation front svolge azioni contro lo sfruttamento e l’abuso degli animali nel mondo. In Italia, ha cominciato dagli anni Novanta. Arrivato all’allevamento, il commando ha tagliato la recinzione per una lunghezza di 40 metri. La breccia era talmente larga da permettere facilmente alle bestiole di fuggire dall’allevamento per un raggio di un chilometro, poco più. Tenute in stato di cattività, basta poco a disorientarle. Una volta libere, perciò non si allontanano mai troppo. «La Digos e i carabinieri hanno effettuato un lungo sopralluogo nell’azienda alla ricerca del minimo indizio», aggiunge Luca Begnini. «Mi hanno detto di avere aumentato i controlli nel circondario dopo l’incursione della settimana scorsa. Hanno anche promesso di intensificare nei prossimi giorni i pattugliamenti notturni. A noi, invece, rimangono i danni».
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marco il 04/10/2008 alle 20:35:00, in
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Primi di ottobre, tempo di quaglie. Sedici attivisti tornano all'alba in quella zona di litorale romano frequentato ormai da anni. In questo enorme campo decine e decine di cacciatori presenti. Con almeno venticinque di loro abbiamo preso contatto: parlando, deridendoli, ridicolizzandoli, ostacolando la loro mira con la semplice frapposizione dei nostri corpi, li abbiamo convinti ad abbandonare il campo. Un altro paio di decine hanno preferito andarsene spontaneamente, facendoci risparmiare tempo e fiato. Risultato: pochissimi spari di fucile.
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Anche stavolta come nelle occasioni passate abbiamo incontrato tutto il campionario possibile di questa strana e nociva (sotto)specie umana: il vecchietto apparentemente bonario, il padre di famiglia con annessa prole a seguito, il cacciatore cordialone e quello minaccioso, e per ultimo l'immancabile tamarro che tra insulti, minacce verbali e fucili puntati addosso pensa di spaventarci.
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Di contorno le solite frasi surreali: dal "ti aspetto fuori!!!" da regolamento dei conti da scuola media al devoto "la caccia è un diritto dell'uomo, c'è scritto nella Bibbia". Nel frattempo alcuni di noi si sono preoccupati di non lasciare soli nemmeno i pescatori presenti a qualche centinaio di metri in riva al mare (da disturbo venatorio a disturbo "pescatorio"): chissà perchè nell'immaginario dell'uomo comune la caccia è un'attività esecrabile, la pesca no. A noi invece è ben chiaro che si tratta di due attività identiche: brutale e vigliacco assassinio di animali liberi.
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Tra pochi giorni si replica: ribadiamo, anche di fronte alle voci di un'imminente cambiamento in peggio della legge quadro 157/92 (allungamento della stagione di caccia da agosto a febbraio, inserimento nel carniere di specie tutelate come i fringuelli e i cormorani etc.etc.), la necessità di combattere l'attività venatoria e rispondere alla predazione umana con una pacifica occupazione/liberazione del territorio dalla molesta presenza dei cacciatori. Ci auguriamo che analoghe attività di disturbo venatorio, legali e pacifiche, si diffondano sempre di più in Italia.
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Piero il 05/10/2008 alle 09:21:15, in
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CAMPO ANTI BRACCONAGGIO TRA I MONTI DELLA PROVINCIA DI BRESCIA. Ottobre 2008.Anche quest'anno si svolgerà il campo di contrasto alla caccia e al bracconaggio. Grande numero di volontari da tutta europa per bonificare le aree da micidiali archetti/trappole per piccoli uccelli, reti da uccellaggione, fucilate.
FIACCOLATA CONTRO GLI SPARI SUI VALICHI ALPINI E A TUTELA DEI PICCOLIUCCELLI MIGRATORIDomenica 12 ottobre 2008 in Località COLLE S. ZENO – Provincia di BresciaOre 7- 8: alle prime luci dell’alba partirà il corteo che si snoderà lungo
la cresta di Colle S. Zeno accompagnato da una marcia funebre scandita da
fucilate. (le fiaccole saranno fornite dalla LAC)
Seconda parte
Ore 8-12: presidio di Colle S. Zeno
La manifestazione è
organizzata dalla LAC per protestare contro:
- la Provincia di Brescia che non ha recepito pienamente la sentenza del TAR della LOMBARDIA del 2007.
Infatti avrebbe dovuto sancire il divieto di caccia in otto siti interessati al passaggio del flusso migratorio dell’avifauna.
Quest’ anno a Foppella di Colle S. Zeno è stata istituita una piccola zona con divieto di caccia in forma vagante, ma non quella da appostamento fisso. Una minuscola enclave circondata dai capanni.
- la Regione Lombardia che, per la stagione venatoria 2008/2009 , ha approvato una legge per la caccia in deroga a specie protette: fringuello, peppola e storno, in numero superiore a quello della scorsa stagione e per
un periodo molto ampio, dall’apertura della caccia al 31 dicembre.
E questo nonostante la Corte Costituzionale abbia dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge quadro della Regione Lombardia sul prelievo in deroga di uccelli protetti.
Inoltre la Regione Lombardia è oggetto di una procedura d’infrazione, n.2131 del 2006, da parte della Commissione Europea per violazione alla Direttiva uccelli 79/409/CE.
Punti di ritrovo:
- per chi parte da Milano: ore 5 Via Andrea Costa ang. Via Ricordi (zona Loreto)
- ore 6.15 all’uscita del casello autostradale di Ospitaletto, lungo l’autostrada «A4».
MA POTETE COMUNQUE UNIRVI A NOI ARRIVANDO IN ZONA CON I VOSTRI MEZZI A QUALSIASI ORA, CALCOLANDO CHE IL PRESIDIO DURERA’ FINO ALLE 12 E CHE DA MILANO CI VOGLIONO CIRCA DUE ORE
Come arrivare a Colle S.Zeno dall’ uscita autostradale di Ospitaletto seguire le indicazioni per Iseo e la Val Camonica, a Pisogne lasciare la superstrada e seguire le frecce (a destra) per Colle S. Zeno
Per informazioni:LAC - Via Solari 40, 20144 Milano, tel. 0247711806, Email:info@abolizionecaccia.it
BILANCIO A UN ANNO DAL SEQUESTROE’ trascorso quasi un anno dal sequestro dei canili di Giuliano di Roma e di Sgurgola, già gestiti entrambi dalla Cooperativa Percorso Sicuro, effettuato ad opera del NIRDA - Nucleo Investigativo del Corpo Forestale dello Stato – anche grazie all’iniziativa della LAV e al materiale documentale raccolto negli anni dall’Associazione Canili Lazio Onlus, poi incaricata dalla Procura di Frosinone di occuparsi delle adozioni dei cani posti sotto tutela giudiziaria. Il bilancio di questo periodo di sequestro è positivo: sono stati bloccati immediatamente gli ingressi in quanto i canili erano estremamente sovraffollati e il Custode Giudiziario, dott.ssa Luciana Perfetti, Sindaco di Sgurgola, ha incaricato della gestione delle strutture una cooperativa che ha usato grande attenzione nelle assunzioni selezionando personale competente all’interno delle principali associazioni animaliste locali, comprese Legambiente ed ENPA - sezione di Frosinone. Sebbene all’inizio vi fossero problemi di fondi in quanto i Comuni convenzionati non pagavano, grazie alla mobilitazione nazionale creatasi subito dopo il sequestro, si sono alternati quotidianamente e del tutto gratuitamente anche volontari di Associazioni nazionali quali la
Fondazione Vallevegan, i Volontari Canile di Porta Portese e ovviamente ACL. Solo così, anche in assenza di risorse economiche adeguate, si è potuto garantire l’accudimento dei cani custoditi e sono stati tolti dai due canili a spese delle associazioni moltissimi animali bisognosi di cure urgenti (15 tuttora in carico all’Associazione Canili Lazio, nessuno dei quali deceduto, fra i molti prelevati). Il tutto in un quadro in cui il benessere dei cani, il loro diritto alla vita, alla salute e all’adozione è stato messo al primo posto. I risultati? 17 cani deceduti in entrambe le strutture e 3 cani malati che risultano deceduti dopo l’affido ad altre associazioni, per un totale di 20 cani morti in tutti e due i canili in 11 mesi.
Cifre ben diverse da quelle che si registravano prima del sequestro e che vale la pena ricordare: oltre 5.000 cani morti in meno di dieci anni, 854 nel solo 2003.Questi dati, le 160 adozioni realizzate e ancor più l’evidente benessere dei cani, irriconoscibili perché ingrassati e tranquillizzati, dovrebbero fare riflettere le istituzioni competenti (v. foto del cane sopra prima del sequestro e nel settembre 2008).
La nota spiacevole è stata l’assoluta mancanza di disponibilità del Dirigente della Asl di Frosinone, dott. Zotti, ad incontrare la nostra Associazione per cominciare a percorrere insieme la strada del “dopo sequestro” evitando che quando inevitabilmente le strutture verranno riconsegnate al proprietario, si torni ai vertiginosi indici di mortalità che avevano fatto di Giuliano di Roma il canile con il record delle morti in Italia, come riportava il settimanale Panorama nell’ articolo del 18 marzo 2005 sui canili lager. La “colpa” dell’ACL - lo ricordiamo a tutti coloro che ci conoscono solo da poco tempo - è stata quella di avere segnalato per anni formalmente tutte le irregolarità della gestione del canile di Giuliano di Roma, compresa quella sanitaria, facendo espressamente riferimento a gravi comportamenti di alcuni veterinari della Asl.
Per questo motivo l’ACL chiede ai propri sostenitori di firmare una petizione invitando l’ASL di Frosinone ad impegnarsi esigendo dal proprietario la ristrutturazione delle strutture non a norma nel canile di Giuliano di Roma, a non oltrepassare il limite di due cani per recinto e a mantenere l’attuale livello di benessere degli animali garantendo la collaborazione con ACL e le altre associazioni animaliste sia per l’ingresso di volontari che possano aiutare nell’accudimento e socializzazione dei cani, sia per le adozioni.
Questo è il testo originale: http://www.associazionecanililazio.it/diario/bilancio-a-un-anno-dal-sequestro-giuliano-di-roma-e-sgurgola-non-si-muore-piu
Un'altra vittoria importante
Anche Diesel ha deciso di diventare fur-free ancora prima che iniziasse la nostra campagna internazionale di proteste, annunciata per l'11 ottobre, in contemporanea con il trentennale dell'azienda.
Durante il presidio che si è svolto giovedì 2 ottobre davanti agli uffici di Diesel a Molvena (VI), alcuni attivisti della campagna hanno avuto un colloquio con l'amministratore delegato e il rappresentante legale dell'azienda. Il colloquio è stato molto positivo e la dirigenza di Diesel ha scelto di disegnare da questo momento in poi solamente collezioni prive di inserti di vera pelliccia.
La collezione Diesel autunno-inverno 2009/10 è già stata disegnata e andrà a breve in produzione, quindi su quella non è stato possibile intervenire, ma già dalla collezione primavera-estate seguente, quella del 2010, nessun tipo di pelo animale verrà utilizzato per i loro capi.
C'è da dire che la quantità di inserti proposti da Diesel nell'ultima collezione è comunque bassa, e durante il colloquio abbiamo scoperto che è più bassa di quello che credevamo, soprattutto come quantità di
fabbricazione dei modelli che avevamo visto nelle collezioni.
L'effetto di questa scelta da parte di Diesel non sta però solo nel numero di animali salvato direttamente, quelli che non verranno usati per i loro abiti, ma nel segnale che sempre più aziende stanno dando e nell'importanza di annoverare il marchio Diesel tra le aziende fur-free. Ed è questo il motivo per cui è stato scelto come obiettivo questo marchio così importante a livello internazionale.
Nomi importanti della moda italiana come Stefanel, Sixty, Belstaff e Diesel hanno scelto negli ultimi mesi di dire basta alle pellicce nelle loro collezioni. Si tratta di centinaia e centinaia di negozi in tutto il mondo in cui in futuro non si troveranno più inserti, ma soprattutto di un inizio del cambiamento a lungo termine che vogliamo generare con la nostra campagna. Quando sempre più aziende e marchi di tendenza avranno fatto la scelta fur-free, quelli che continueranno a proporre la moda senza scrupoli degli inserti saranno una minoranza e potremo così prevenire il ritorno di questo fenomeno che negli ultimi anni ha generato una strage di animali per produrre colletti, sciarpe e polsini.
Fonte: www.campagnaaip.net
Tra le "associazioni amiche" sarà presente anche ValleVegan con uno stand informativo su veganismo e antispecismo.
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marco il 09/10/2008 alle 15:58:20, in
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Dopo la proficua uscita di sabato, domenica 12 ottobre è l'occasione ideale per una sveglia collettiva prima dell'alba e una passeggiata nelle campagne romane infestate dalla presenza dell'homo fucilans. Da buoni amanti della biodiversità il nostro compito è quello di disinfestare questi ambienti dalla presenza di tali, perniciosi soggetti. Segni di riconoscimento: fucile in bella vista, vestiti mimetici o tendenti al verde-grigio latrina, andatura barcollante, eloquio sconnesso, grammatica e sintassi non pervenute.
La passeggiata è pacifica, ironica, legale e... ovviamente disarmata.
Ecco il resoconto del primo DISTURBO VENATORIO http://www.vallevegan.org/dblog/articolo.asp?articolo=642
Ripartono le adozioni di RATTI e TOPI nel centro sud Italia. L'iniziativa nasce dalla collaborazione tra i due rifugi per animali VitaDaCani e ValleVegan per riuscire a dare una seconda vita a questi mammiferi e creare piccole oasi diffuse, in modo da riuscire a salvarne molti altri da laboratori, allevamenti, negozi.
I roditori si trovano al momento ben accuditi presso le strutture dei volontari del ParcoCanile di Arese (MI). Per aumentare il numero di animali salvati e recuperati, ValleVegan si rende disponibile come punto di appoggio del centro sud per ospitare a tempo limitato gli animali prima di affidarli, dopo valutazioni, ad eventuali adottanti. La collaborazione
ValleVegan - VitaDaCani, essendo collaudata da tempo, ha permesso in passato la sistemazione di centinaia di piccoli roditori oltre che di animali più grandi (maiali, galline, conigli, cani, pecore).
Stiamo quindi cercando: - Adottanti affidabili preventivamente valutati in grado di poter accudire definitivamente i ratti e/o i topi. Dovranno compilare un foglio di affido.- Volontari che da Milano a Roma trasportino un buon numero di gabbiette da viaggio (già fornite) con vari roditori.- Viaggiatori che da Roma si rechino abitualmente verso città del sud per portare a destinazione finale i ratti e i topi richiesti.Chiediamo quindi aiuto a tutti per attivarsi e per divulgare.Questi sono gli animali che al momento cercano casa:
TOPIEtà varia di cui alcuni oltre i 2 anni. Miracolosamente sopravvissuti a esperimenti di vivisezione sulla gravità nello spazio.
70 topi ognuno in alloggio singolo, molti maschi e poche femmine. Colori del pelo principalmente bianco ma anche nero e marrone/grigio
1 gruppo da 10 maschi, colori misti.
1 gruppo da 30 maschi colori misti.
1 gruppo da 66 femmine.
1 gruppo da 80 femmine.
1 gruppo da 20 femmine.
1 gruppo da 24 femmine.
RATTI (rattus norvegicus)
Incredibilmente scampati dopo aver subito test di tossicità.
8 ratti ognuno in alloggio singolo, maschi. Colori bianco o b/n.
1 gruppo da 6 maschi.
1 gruppo da 8 maschi.
1 gruppo da 15 femmine.
L'iniziativa è mirata a salvare un sempre maggiore numero di animali dai luoghi di abuso ma anche a sensibilizzare le persone che la vita di un animale non è merce e per questo non va usata, acquistata, sfruttata... umanizzata.
Per informazioni e adozioni scrivere a ValleVegan email attivismo@vallevegan.org o tel 3294955244. Per conoscere tutte le esigenze di un roditore consultare il sito del progetto specifico www.vitadatopi.net
ValleVegan www.vallevegan.org
VitaDaTopi www.vitadacani.org
notizia girata dall'ELP
In Germania, un cacciatore di 71 anni è morto dopo essere stato attaccato da un cinghiale mercoledì scorso. Dopo essere stato ferito da una pallottola, il cinghiale è fuggito in un campo di grano, dove è stato inseguito dal cacciatore. Il cinchiale si è vendicato attaccando il cacciatore, che è deceduto. Purtroppo pure il cinghiale è morto.
Notizia originale: Sadly the boar in this report died but it went out fighting..... http://www.evana.org/index.php?id=37987�©=de (in German) A 71-year old hunter died after the attack by a wild pig last Wednesday evening. The boar was shot and wounded and when the hunters chased him into a corn field, the boar counter-attacked (and died later).
‘Na mattina
Un pettirosso ancora mezzo addormentato
Sentì n’amico suo che stornellava,
cantava e strillava a perdifiato
“Quarcosa de strano avrà magnato…
‘Na bacca, n’erba strana
Oppure un fungo avvelenato…”
Pensò l’ucelletto stupefatto
Ner vedè er tordo che volava come un matto.
“Che t’è successo amico mio?
Te senti male?
Si c’hai bisogno, una che conosco io
Te porta in frett’e furia all’ospedale.”
“Ma quale male!?” disse er tordo
“Quale malee!?Anzi!
D’esse stato così bene in vita mia numme ricordo.
E’ inutile pure
Che te racconto quer che m’è accaduto,
Tanto numme credi
E passo pè cornuto”
L’amico incuriosito sul ramo si posò,
Gonfiò le piume rosse
E poi s’accovacciò.
“Mo m’hai incuriosito! Dai, racconta!
E nun te lo fa chiede n’artra vorta!”
“E va bene” disse l’amico
“Ma tu devi promette
De crede a quello che te dico!”
“Prometto.” j’arispose “Anzi giuro!
De la parola mia poi sta sicuro.”
“Datosi che oggi ‘nse sparava
E potevo cercamme ‘na compagna
So ito a fa na bella passeggiata
Proprio in cima in cima a ‘na montagna.
Dopo circa n’ora che volavo
Cominciai a sentì na certa fame
E decisi de cercamme mpò de cibo
In un posto ‘do non c’era manco ‘n cane.
Così, nascosta tra le fratte
Legata tra dù siepi ben potate
Ce stava piazzata na gran rete
Dove le zampe mie se so ‘ncastrate.
Più cercavo de scastramme
E più la rete ar collo me stringeva
Era tanta la fretta a liberamme
Da nun accorgeme
Ch’er filo sempre più s’entorcinava.
Quanno vidi 4 umani avvicinasse
Quatti quatti come fossero pantere
M’aresi quasi subito a la morte
Recitando le mie urtime preghiere.
Uno m’acchiappa con 'na mano
Mentre n’artro tajava la retaccia
N’artro ancora riprendeva questa scena
L’urtimo me scioje e me sfilaccia.
Numme chiede come né perché
Adesso me ritrovo sano e salvo
A raccontà sta storia pure a te
“’Nte chiedo niente” disse l’altro che rideva
“E sai perché?
Perché la stessa cosa
E’ successa l’artroieri pure a me!”
Da Campagna AIP e CCVU... VERSACE ALL'UNINSUBRIA: CORPI RESI OGGETTI, INDIVIDUI RESI "CORPI"
Presidio davanti all'Università dell'Insubria
via Dunant 3, Varese
Lunedì 13 ottobre ore 14 Lunedì 13 ottobre l'Università dell'Insubria invita, nell'ambito dei festeggiamenti del proprio decennale, lo stilista Santo Versace a tenere una lezione presso la Facoltà di Scienze.
Noi però non vogliamo dimenticare che questa stessa università è quella che, nel chiuso dei propri laboratori, utilizza da anni migliaia di animali per la sperimentazione, grazie anche alla complicità di istituzioni che, come il Comune di Busto Arsizio, elargiscono finanziamenti dedicati alla vivisezione.
E non vogliamo tacere il fatto che l'illustre ospite è un individuo che si arricchisce proponendo ogni anno indumenti di "alta moda" costruiti sulla sofferenza di migliaia di animali allevati e uccisi appositamente per la loro pelliccia, alimentando una logica di consumo che vede nelle persone dei consumatori da conquistare.
Ancora una volta denunciamo la vivisezione in quanto pratica di sequestro legalizzato di corpi viventi, resi oggetti nelle mani dei ricercatori.
Si tratta di un circolo vizioso.
Da una parte è la riduzione di corpi viventi al rango di cose a legittimarne uno stupro sistematico che non accetta alcun tipo di critica sostanziale. Dall'altra è proprio il perpetuarsi quotidiano di tale pratica a legittimarla ed a rafforzare la stessa convinzione che un corpo vivente possa essere oggetto, addormentando così la capacità d'immedesimazione nell'animale-cavia e con essa qualsiasi senso critico.
E, ancora una volta, vogliamo far notare come la pratica della sperimentazione animale si inserisca in un sistema generalizzato di reificazione di corpi animali (umani e non umani).
Nei laboratori, i corpi resi cavie e sezionati non sono altro che modelli di corpi etichettati dalla medicina ufficiale come "pazienti", come "malati", come oggetti di "cura", e parcellizzati in organi e funzioni.
Denunciando la vivisezione, denunciamo dunque non solo una singola pratica, ma una manifestazione emblematica di un intero sistema basato sulle medesime logiche.
GLI ANIMALI NON SONO OGGETTI La presenza delle autorità accademiche è oggi l'espressione più visibile di una di queste pratiche, quella vivisettoria, esercitata nel segreto degli scantinati universitari.
La presenza di Versace è invece simbolo di un'analoga pratica di dominio, che si esprime però sotto i riflettori dell'alta moda, facendo indossare a persone rese "corpi", animali fatti a pezzi e resi cappotti, resi merce da propinare a persone ridotte a semplici consumatori.
Non è dunque un caso che l'Università dell'Insubria, mentre pretende di costruire il sapere sulla tortura legalizzata di migliaia di cavie, celebri il proprio ruolo nella società chiamando chi ha costruito la propria fortuna sul sangue degli animali "da pelliccia" e sull'adesione acritica al cosiddetto "sistema della moda", al culto dell'immagine, alla pratica di degradare i corpi mostrandoli come beni di consumo privi di vita, di emozioni, di desideri, morti come le pelli degli animali che li rivestono in passerella.
Versace, Uninsubria...
Dietro ogni pelliccia c'è un animale.
Dietro ogni consumatore, dietro ogni malato, c'è una persona.
Dietro ogni cavia c'è un individuo.
AIP – ATTACCA L'INDUSTRIA DELLA PELLICCIA
COALIZIONE CONTRO LA VIVISEZIONE NELLE UNIVERSITA'
www.campagnaaip.net www.bastavivisezione.net
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marco il 12/10/2008 alle 20:58:36, in
anti caccia, letto 2818 volte
Colti da improvvisa e inspiegabile insonnia, una decina di antispecisti decide di alzarsi prima dell’alba per una passeggiata nelle colline e nei boschi dei Castelli romani. C’è chi però ci ha preceduto: in mezzo alla selva troviamo un’altra decina di strani individui, vestiti in mimetica e armati di fucile, tutti con il naso all’insù.
La prima impressione che ne abbiamo ricavato è stata quella di una recita teatrale in mezzo alla boscaglia (presumibilmente L’Idiota di Dostoevskij): abbiamo poi scoperto invece che questa decina di individui era dedita a un’insolita attività chiamata ‘caccia’. Ben contenti di aver trovato compagnia nella nostra uscita domenicale, abbiamo iniziato a dialogare con i presenti.
Due i momenti chiave della giornata: prima quando uno degli individui in mimetica si è lanciato in un’approfondita analisi dell’attuale situazione geopolitica mondiale concludendo con una soluzione geniale (un lampo di luce nell'ottenebrata mente di noi comuni uomini della strada): “Indu sto paese ce vorebbe Musssssolini!”; poi il toccante racconto dell’incidente di caccia occorso allo zio di un altro di loro, purtroppo tragicamente deceduto “sott’a li mia occhi!!!”.
Con nostro sommo dispiacere, dopo un proficuo e costruttivo scambio di idee, i nostri interlocutori hanno deciso di andarsene, borbottando insulti e minacce che però, siamo sicuri, non erano certamente rivolti a noi. Siamo così rimasti da soli a goderci il bosco e gli uccellini. Tuttavia un interrogativo è rimasto senza risposta: ma a cosa servivano quei fucili?
Posti meravigliosi, letteralmente invasi dai cacciatori che non danno tregua ai pochi uccelli rimasti, che se sfuggono ai loro tiri incrociati, dovranno poi vedersela con le invisibili reti poste tra albero e albero all’interno del bosco; con gli archetti tentatori addobbati con bacche colorate e messi in bella mostra lungo i sentieri più impervi; con le infime trappole poste sul terreno e malvagiamente nascoste.
Appena il bosco diventa meno fitto, ad ogni radura, sono posizionati dei capanni rivolti verso valle ridicolmente mimetizzati con foglie, rami o reti. Ogni lato di questi capanni presenta delle feritoie dalle quali il cacciatore può far uscire la canna del fucile e sparare. Intorno al capanno vengono costruite delle apposite strutture in legno con lo scopo di far posare gli uccelli attratti da bacche messe lì come esche, o dal canto di uccelli tenuti in misere gabbie poste sugli alberi.
Tra i tanti capanni, come se non bastasse, si intravede un roccolo: questa infernale struttura viene costruita utilizzando alberi in doppio filare posti a formare un semicerchio anch’esso rivolto verso valle. Lungo queste piante viene posizionata un’intelaiatura atta a reggere le reti stese per tutto il semicerchio. Quasi al centro di questa struttura, poco più arretrata, viene costruita una torretta, nascosta da erbe rampicanti o alberi addossati dalla quale il cacciatore può avere una vasta visuale e dominare l’area di cattura.
Dopo la prima settimana del campo antibracconaggio nelle valli bresciane, grazie anche al monitoraggio dei volontari L.A.C., col determinante sostegno delle forze preposte sono stati presi oltre 60 bracconieri (in aumento rispetto agli anni precedenti) molti dei quali anche cacciatori, sequestrate circa 100 trappole tra archetti, vischio e tagliole, moltissime reti da uccellagione e più di 200 uccelli tra beccofrusoni, crocieri, pettirossi e tordi tutti detenuti illegalmente e consegnati al Centro di recupero animali selvatici di Modena. Da notare l’elevato numero di bracconieri colti sul fatto rispetto al basso numero di strumenti di cattura scoperti, fenomeno questo che gratifica per tutti gli sforzi compiuti contro il massacro di animali.
Anche in Italia, dalla Campania, le scarpe etiche, una produzione che rispetta i lavoratori, gli animali, l'ambiente.
COSA SONOSono le SCARPE NO LOGO prodotte in Portogallo e vendute in tutto il mondo che hanno una sola missione: PRENDERE A CALCI LA NIKE e tutte le multinazionali sportive che sfruttano i lavoratori ed inquinano l'ambiente. Invece che optare per il boicottaggio e le denunce contro lo sfruttamento degli operai nelle fabbriche asiatiche contro la NIKE, Kalle Lasn (il fondatore di AdBusters.org) ha deciso di produrre in modo corretto. Etico.
LA FABBRICANiente sfruttamento degli operai, niente delocalizzazioni selvagge. Una guerra ad armi più o meno pari, perchè Lasn rinuncia al profitto. La fabbrica si trova in una zona agricola del Portogallo, in cui si producono scarpe da 400 anni. Appartiene alla stessa famiglia da 3 generazioni ed è considerata un'azienda modello: macchinari nuovi e costantemente aggiornati, spazi ampi ed adeguatamente illuminati ed areati, un medico presente in azienda 2 volte a settimana al quale i dipendenti possono rivolgersi gratuitamente. Le condizioni di lavoro sono eque e gli stipendi arrivano a superare del 35% il minimo salariale previsto per legge; lo straordinario non è obbligatorio ed è ben retribuito. Gli operai sono tutti del posto, e la pausa pranzo è di un'ora e mezzo. Inoltre secondo il sindacato aziendale - e gli stessi lavoratori - nessuno è mai stato licenziato ingiustamente.
PERCHÉ ACQUISTARLEAcquistare le Blackspot significa contribuire a creare una cooperativa di consumo mondiale il cui scopo è rivoluzionare il mercato della scarpa da ginnastica promuovendo una produzione etica, nei confronti sia dei lavoratori sia dell'ambiente. L'obiettivo dichiarato è quello di rosicchiare un 1% di quota di mercato della NIKE, per dimostrare che è possibile produrre eticamente creando imprese valide.
I MATERIALILe Blackspot V1 e V2 sono fatte di canapa naturale al 100%, lavorata con metodi come la macerazione ad acqua, che consentono di non utilizzare sostanze chimiche. La suola in gomma e le parti in VERA FINTA PELLE sono biodegradabili al 70%. La suola del nuovo modello V2 è costituita da copertoni riciclati. Il non-logo è disegnato a mano.
DOVELe Blackspot V1 e V2 sono disponibili (meglio se su prenotazione) presso
NATAPUTECA Bottega del Mondo
Associazione di Promozione Sociale ALTRONAUTI
via Gambardella 16 - Torre Annunziata (NA)
tel: 333.6784378 - email:
altronauti@yahoo.itPer maggiori informazioni, foto e quant'altro visita il sito
www.blackspotsneaker.org
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marco il 17/10/2008 alle 12:18:27, in
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Imperdibile occasione di socialità vegana aperta a tutti gli interessati. Domenica mattina 19 ottobre svegliati all’alba, scegli un prato, un campo o un bosco e fai volare alto il tuo aquilone. Come in tutti i giochi di società che si rispettano, dovrai difenderlo da pericoli, nemici e malintenzionati.
In particolare attenzione a corpi contundenti che vengono sparati da terra, il tuo aquilone dovrà superare ostacoli e sopravvivere agli imprevisti. Oltre agli altri concorrenti sul posto troverai anche altre persone a caccia di brividi ed emozioni, a fine giornata grande fagiolata aperta a tutti: se magna, se ride, se beve.
Accorrete numerosi, date qui la vostra adesione!
Astenersi sociopatici, isterici, psicolabili e soprattutto assassini di ogni genere
Escursione alle Gole del Biedano (Barbarano prov. di Viterbo, altezza 348 metri)
domenica 26 ottobre.
Sarà un itinerario di 5 ore di cammino,con pochissimo dislivello, in mezzo a tombe etrusche e chiese medievali abbandonate, in una delle zone più belle del Lazio anche dal punto di vista naturalistico (sono segnalati tutt'ora Lupi e Lontre). Lungo il percorso ci saranno dei guadi per cui consiglio caldamente di avere addosso degli scarponi da trek e un paio di calzettoni e un paio di scarpe di ricambio in macchina da indossare al ritorno. Qualcuno porti una torcia elettrica che ci sarà utile per ispezionare le tombe etrusche. Il percorso è ad anello.
Come le ultime volte, con Luisa vorremmo proporre anche una piccola seduta di Yoga sul prato. Ovviamente gli esercizi di yoga sono facoltativi e chi preferisce può anche prendere il sole sul prato. E’ molto bello condividere con gli altri la bellezza della passeggiata, ma ci piacerebbe provare a fare anche solo pochi minuti di cammino in silenzio (si chiama meditazione camminata) per ascoltare anche il silenzio dei boschi e dei monti. Anche nel caso della meditazione camminata chi non è interessato si mette in fondo al gruppo e continua a camminare e a comunicare come più gli piace.
Sentiamoci comunque il venerdì prima dell’escursione perché a seconda delle condizioni del tempo potremmo fare dei cambiamenti di appuntamento e di obiettivo. Fino alle 18 di venerdì leggo le mail su internet dopo di che sono reperibile solo al cellulare.
Appuntamento ore 8.30 al parcheggio del benzinaio TOTAL de LA STORTA. Dal raccordo prendere la CASSIA normale(evitare la CASSIA BIS) direzione Viterbo. Dopo qualche Km si supera sulla Ds il benzinaio AGIP della Giustiniana, poco dopo si seguono le indicazioni a Ds per CASSIA Viterbo, e poco dopo ancora si arriva a LA STORTA, sulla Sn c'e' un campanile e sulla ds c'e' un benzinaio TOTAL.Dopo che ci saremo radunati andremo con le macchine lungo la Cassia fino a superare Capranica. Dopo 5 km da Caprinica si prende a Sn per Barbarano dove lasceremo le macchine e cominceremo a camminare.
Consigli per le cose da portare:
1)Innanzi tutto si consiglia l’utilizzo di scarponcini da trekking. Sono comodi, si fatica di meno perché fanno più presa nel terreno, proteggono dalle storte.
2)Uno zainetto da portare a spalla dove vanno messe le varie cose.
3)Almeno un litro d’acqua a persona.
4)Pranzo al sacco. Non esistono rifugi gestiti come sulle Alpi, per cui per il pranzo bisogna essere autosufficienti. Invito caldamente tutti i partecipanti (vegan, vegetariani,e simpatizzanti in transizione) a portarsi per questa escursione un pasto vegan (senza animali e derivati).
5)Abbigliamento: durante le escursioni ci si veste a strati, perché si può passare dal molto caldo al molto freddo nel giro di poco tempo. Come calzoni vanno bene un paio di blue jeans comodi o i pantaloni di una tuta. Consiglio poi una camicia a maniche lunghe, un pile o un maglione, un giubbotto di sicurezza per la pioggia e da mettere comunque se fa freddo, un berretto, dei guanti.
6) in macchina lascio un paio di scarpe da ginnastica e un paio di calzettoni di ricambio da mettere al ritorno. Dopo avere camminato è buona norma cambiarsi i calzettoni e gli scarponcini (questi ultimi possono essere infangati, fanno traspirare poco il piede, rendono difficile la guida della macchina).
7) in macchina lascio anche una t-shirt di riserva per cambiarmi al ritorno dell’escursione e mettermi un indumento pulito.
La gita è gratuita!
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Escursione già svolta!
Giovedì 23 ottobre alle ore 15.30 l'Associazione Volontari Canile di Porta Portese ha promosso una manifestazione a Piazza San Marco, il giardino che è proprio sotto la scalinata del Campidoglio nella parte alta di piazza Venezia. La manifestazione, di sostegno alle associazioni animaliste romane che da tanti anni si occupano dei cani e dei gatti vaganti, feriti, sequestrati per maltrattamenti presenti sul territorio del Comune di Roma (animali dei quali è proprio il Sindaco - secondo la normativa vigente - il diretto responsabile) ha un titolo esplicativo: "I canili e i gattili romani non possono diventare un business".
Obiettivo dell'iniziativa il contrastare l'intenzione dell'amministrazione comunale di indire gare europee aperte alle società commerciali per la gestione dei canili e dei gattili pubblici. La normativa nazionale di riferimento infatti esplicitamente dichiara che prioritariamente la gestione delle strutture comunali devono essere affidata ad associazioni animaliste no profit, le uniche che possono garantire, senza fini di lucro, benessere animale e servizi al cittadino.
Le associazioni che hanno aderito alla manifestazione indetta da AVCPP aumentano ogni giorno: LAV, ENPA, Lega Ambiente, Associazione Canili Lazio, Associazione Torre Argentina, Associazione ARCA, Associazione Panda, Associazione Pet Village, Associazione Mente Naturale, Associazione La Casetta dei gatti, Associazione Gli Amici di Carlotta e Pesciolino, Associazione Azalea. L'AVCPP ha chiesto al Sindaco Alemanno di ricevere una delegazione di associazioni, vista la sensibilità alle tematiche animaliste mostrata dal Sindaco nel corso della sua campagna elettorale.
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marco il 23/10/2008 alle 15:40:00, in
anti caccia, letto 2506 volte
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Due manipoli di attivisti hanno approfittato delle luci dell'alba per visitare campi e boschi a sud di Roma e liberarli dalla molesta presenza del temibile boletus venatorius. Questo malefico fungo è conosciuto da tutti gli esperti per essere un agente di sterminio della fauna selvatica, in particolare quella migratoria. Con perfidia e vigliaccheria si annida al bordo dei campi per colpire a morte gli uccelli e i mammiferi terrestri.
- Oggi abbiamo riscontrato la presenza di almeno una decina di boletus (tuttavia l'eco dei rumori molesti emessi da questo fungo, molto simili agli spari, ci hanno dato l'idea che in realtà ve ne fossero molti di più sparpagliati e nascosti in tutto il territorio): li abbiamo presi in consegna e convinti con le buone maniere ad andarsene, oppure li abbiamo sospinti nel bosco fitto, riducendo o annullando il loro impatto assassino.
Abbiamo ricevuto anche informazioni su alcune pratiche di caccia abbastanza diffuse nella zona, magari usate da alcuni degli stessi cacciatori che abbiamo (del tutto casualmente, mentre eravamo alla ricerca del suddetto fungo) incontrato. Uso di richiami elettromagnetici, caccia al cinghiale fuori stagione etc.-
Come riconoscere il boletus venatorius?
- aspetto particolarmente ripugnante alla vista
- odore non piacevole
- non è commestibile, anzi è altamente tossico
- maneggiare con cura, divieto assoluto di toccarlo e anzi si consiglia di rimanere a distanza di sicurezza
- nuoce gravemente all'ecosistema
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