Pubblicato da Piero il 23/11/2008 alle 08:04:45, in Notizie sparse, letto 2519 volte
E' uscito nelle librerie il primo libro che documenta e svela gli orrori che si celano dietro gli spettacoli circensi e venatori finanziati con soldi pubblici nonché le loro implicazioni sui minori che vi assistono.
(DIS)Educazione alla violenza
Un saggio su "La violenza a scopo ludico: il circo con animali e le fiere ornitologico-venatorie" che documenta e svela gli orrori che si celano dietro gli spettacoli circensi e venatori finanziati con soldi pubblici nonché le loro implicazioni sui minori che vi assistono.
Da molti anni, la ricerca psicologica ha dimostrato che la violenza perpetrata dai bambini e dagli adolescenti nei confronti degli animali è spesso associata a disturbi psicologici ed in particolare ad atteggiamenti e comportamenti aggressivi nei confronti delle persone. La crudeltà verso gli animali può essere, nell'infanzia e nell'adolescenza, un indicatore potenziale di una situazione esistenziale patogena; per esempio, di una situazione famigliare ed ambientale particolarmente problematica, caratterizzata, a seconda dei casi, da violenza fisica, psicologica o abuso sessuale.
Come dimostrano le ricerche scientifiche nell'ambito della psicologia e criminologia, può anche e soprattutto essere un indicatore potenziale dello sviluppo di successivi comportamenti antisociali e/o criminali in età adulta.
L''assistere ripetutamente ad atti di violenza può inoltre produrre nei bambini una diminuzione dell'empatia, della capacità, cioè di immedesimarsi negli altri; una delle qualità umane più efficaci per prevenire, diminuire e/o eliminare la violenza nei rapporti tra gli esseri umani e tra gli esseri umani e gli animali.
Ancora peggiori sono i comportamenti violenti presentati ai minori sotto forma di attività ludiche, dove si ride della sofferenza altrui e si cerca il divertimento tramite l'applicazione continua, voluta e legalizzata, di atti di sopraffazione.
A cura di Monica Bertini, Francesca Sorcinelli, Massimo Tettamanti, con il supporto del "Gruppo di Studio sulle Tradizioni Violente".
lo potete ordinare anche su: www.agireoraedizioni.org www.edizionicosmopolis.it
Pubblicato da Piero il 24/11/2008 alle 09:35:43, in anti caccia, letto 4713 volte
Parte il nuovo campo contro il bracconaggio organizzato dalla LAC Lega per l'Abolizione della Caccia in Sardegna.
Da diversi anni volontari da tutta Italia e dalla Germania prendono parte alle azioni di bonifica del territorio della macchia sarda, a ovest di Cagliari, per contrastare il massacro di piccoli uccelli migratori e mammiferi autoctoni. Il fenomeno del bracconaggio in Sardegna è trainato da forti interessi economici; piatti tipici del Natale sardo sono le grive: spiedini composti da un mix di piccoli passeriformi, dal costo elevatissimo.
Il compito dei volontari sarà quello di rimuovere il maggior numero di trappole nascoste tra la vegetazione e contemporaneamente controllare il territorio da altri abusi su animali. (VEDI VIDEO...)
Per ogni informazione, consultare il sito www.abolizionecaccia.it
UNA GIORNATA DI LOTTA ALLO SPECISMO venerdì 28 novembre proteste StopHLS e AIP presso BRISTOL MYERS SQUIBB e MAX MARA/MAX & Co.
Uno scienziato in camice bianco, giustificato dalla "indispensabilità" della ricerca medica, e un negoziante di abbigliamento di lusso, desideroso di trasferire denaro dalle tasche dei consumatori alle proprie: entrambi procedono nelle loro attività incuranti delle vite che queste calpestano... le vite degli animali su cui vengono effettuati crudeli esperimenti, utili solo a chi li commissiona; le vite degli animali scuoiati per confezionare capi che soddisfino le richieste della moda più sanguinaria.
Due facce di una stessa medaglia, due dei molteplici lati di una cultura fatta d'indifferenza, mercificazione della vita e ossessiva ricerca del profitto. Un sistema specista, un sistema sbagliato, un sistema contro cui bisogna lottare strenuamente, tutti insieme, subito.
Venerdì 28 novembre combatteremo in difesa degli animali detenuti nei laboratori e negli allevamenti, aderendo alla settimana mondiale di mobilitazione contro uno dei principali clienti del più grande laboratorio di vivisezione d'Europa, Huntingdon Life Sciences (obiettivo delle campagne SHAC e StopHLS), nonché alla campagna internazionale "Attacca l'Industria della Pelliccia" contro il Max Mara Fashion Group:
dalle 12.00 alle 14.00 presso BRISTOL MYERS SQUIBB via Virgilio Maroso 50 (EUR/Laurentina) - bus 716, 772
dalle 16.00 alle 18.00 presso MAX MARA piazza Enrico Fermi 62 dalle 18.00 alle 19.30 presso MAX & CO. viale Guglielmo Marconi 129/a bus C6, 170, 766, 791 (da via Maroso cambio 716 > 766 a via Ambrosini)
Come sempre sono graditi cartelli, fischietti, megafoni, striscioni, voce e tanta rabbia verso aguzzini e sfruttatori!
Sabato e domenica si terranno altre proteste in adesione alla campagna AIP, orari e luoghi saranno comunicati quanto prima.
Dopo le iniziative in adesione al Fur-Free Friday di venerdì 28 novembre, anche domenica torneremo davanti ai negozi del Max Mara Fashion Group per denunciare gli orrori dell'industria della pelliccia e chiedere alla dirigenza di mettere fine allo sfruttamento di oltre 50 milioni di animali ogni anno.
DOMENICA 30 NOVEMBRE dalle 16.30 alle 19.30
presso MAX & CO. di via dei Condotti 46
(angolo largo Goldoni / via del Corso - metro A Spagna)
Chiunque voglia urlare il dolore di tutti gli individui rinchiusi negli allevamenti è invitato a raggiungerci portando con sè ogni mezzo utile a esprimere la propria indignazione!
Pubblicato da Piero il 30/11/2008 alle 22:02:37, in Notizie sparse, letto 8093 volte
SI CERCA COLLABORAZIONE CON ALTRE ASSOCIAZIONI LOCALI E NAZIONALI PER LE ADOZIONI.
Abbiamo appreso dagli organi di stampa del recente sequestro del canile di Fondi (LT), avvenuto probabilmente il 22 novembre scorso (v. articolo). La nostra Associazione si era di recente impegnata per ottenere la possibilità d'ingresso al pubblico (prima limitata a due giorni a settimana dalle ore 07.00 alle ore 09.00 di mattina) e aveva avviato una consultazione con la competente locale Asl per concordare procedure di adozione e adeguamento della struttura alle normative vigenti, ma è stata immediatamente strumentalizzata da alcuni quotidiani locali che avevano pubblicato dichiarazioni del nostro Presidente mai rese. Nella struttura non avevamo potuto fare a meno di notare un grave stato di confusione ambientale in quanto in soli 13 recinti "La Mimosa” di Fondi accoglieva circa 750 cani, con una media di 70 cani a spazio (dati del giugno 2008). Nel primo box si superava il numero di cento unità. . Solo nel mese di luglio iniziavano le sterilizzazioni. In questo quadro avevamo segnalato come fosse estremamente complicato effettuare le adozioni, scopo principale della nostra Associazione, per la materiale difficoltà nel seguire e conoscere il singolo animale e poterne descrivere le caratteristiche. Estremamente pericoloso era entrare nei recinti, visto che la presenza di estranei poteva scatenare facilmente episodi di aggressività nel branco, anche in presenza di volontari esperti. La locale Asl aveva effettuato prescrizioni a cui ci risulta che il gestore stesse cominciando ad adeguarsi. Nel frattempo sembra abbia presentato ricorso al Tribunale del riesame (v. articolo). Alle Amministrazioni e Autorità coinvolte lasciamo il compito di valutare la regolarità della struttura. Intanto cerchiamo urgentemente la collaborazione di associazioni nazionali e locali che possano aiutarci nel difficilissimo compito di decifrare la situazione e organizzare le adozioni. . Contattare: info@associazionicanililazio.it e presidente@associazionecanililazio.it . Maggiori informazioni sono sulsito dell'ACL.
Pubblicato da Piero il 02/12/2008 alle 12:07:07, in anti caccia, letto 1960 volte
Bracconaggio notturno, utilizzo di lacci per la cattura di fauna selvatica e caccia di frodo all’interno dei parchi, è questa la triste realtà, ai più sconosciuta, di quanto accade nei boschi e nelle campagne della periferia romana. Ma a tutto questo una risposta è arrivata e con forza da parte degli agenti dell’Ufficio Caccia della Polizia Provinciale di Roma, da tempo impegnati al controllo di tutte le illegalità connesse all’attività venatoria e costituenti oramai un vero e proprio nucleo operativo contro il bracconaggio. Nella notte del 17 novembre tre bracconieri venivano bloccati proprio a pochissimi chilometri dal raccordo anulare della Capitale all’interno della Riserva Naturale del Litorale Romano. La Polizia Provinciale fermava ed identificava dapprima due persone che, per dare la caccia ad alcuni cinghiali, avevano sconfinato di oltre un chilometro il limite dell’area protetta, sottoponendo poi gli stessi alla denuncia presso la Procura di Roma ed al sequestro dei rispettivi fucili. Dopo circa un ora, in un altra zona del Parco, scattava la caccia ad un altro soggetto che approfittava dell’oscurità per nascondersi nella macchia e sparare agli animali selvatici. L’uomo, che era stato prontamente localizzato dalla Provinciale, sentitosi braccato, si dava ad una repentina fuga nella boscaglia ma, dopo un breve inseguimento a piedi, veniva bloccato dagli agenti. Vano è stato anche il tentativo, da parte del bracconiere di gettare il fucile utilizzato per la caccia illegale durante la fuga; gli uomini della Polizia Provinciale hanno ritrovato l’arma che, al controllo, è risultata inoltre essere stata rubata da una privata abitazione nel 2005. Il controllo tuttavia non terminava qui, giunti presso l’abitazione dell’uomo, in aperta campagna, venivano riscontrate ulteriori irregolarità in merito alla detenzione di armi e munizioni. Non è questa la prima operazione di rilievo da parte dell’Ufficio Caccia della Polizia Provinciale ed il contrasto di situazioni illegali che vanno anche oltre i singoli reati a danno della fauna selvatica indicano quanto sia importante l’operato della Polizia Provinciale negli ambiti rurali del territorio provinciale.
Pubblicato da Piero il 03/12/2008 alle 21:07:41, in romantispecismo, letto 2287 volte
. CONFERENZA PUBBLICA ZOO SAFARI: RAGIONI DEL DISSENSO, PARERI DELLA GIUNTA COMUNALE
SABATO 13 DICEMBRE - ORE 16.30 Sala D'Attore - via Ponte Marino 2 - Ravenna
INTERVERRANNO: GABRIO MARALDI (assessore all’urbanistica del comune di Ravenna) ANNAMARIA MANZONI (psicologa e psicoterapeuta) ADRIANO FRAGANO (associazione Oltre la Specie)
LA CATTIVITA': UN PRODOTTO DELLA CIVILIZZAZIONE
Ammaestrare animali e raccoglierli in parchi molto simili agli odierni zoo risale alla nascita delle prime civiltà moderne. I Greci furono i primi ad addestrare leoni, orsi e cavalli e ad insegnare loro movimenti innaturali; in questo modo gli animali da sempre simbolo della natura, servivano per svalutarne la considerazione, legiferandone l'autorità. L' Impero Romano più di ogni altro, con i combattimenti tra uomini e animali e con il Circo Massimo, esaltò la cultura della supremazia umana sul resto dell’universo. Gli spettacoli con carneficine di massa servivano per motivi ben precisi: controllare la popolazione e ostentare la ricchezza e il potere di Roma sulle regioni lontane e sugli animali selvatici che le abitavano.
Con il cristianesimo i massacri e le crudeltà diminuirono e le esibizioni cambiarono, invece di atroci uccisioni venivano fatti danzare, presi in giro, molestati, ridicolizzati così come accadeva per nani e storpi. Il nuovo intrattenimento, meno violento, serviva allo stesso scopo del precedente: sminuirli e collocarli al di sotto del dominio umano. Prima dell' avvento dell' industrializzazione, in una società basata sull'agricoltura e l'allevamento dove piante e animali autoctoni venivano annientati per proteggere la proprietà, disporre ed esporre animali esotici pericolosi era considerato un vanto, sinonimo di un’appartenenza ad una classe privilegiata le cui ricchezze gravavano sulla vita di tutta quella schiera di uomini e donne che "sfortunatamente" non erano nati dall'unione di sedicenti nobili. A quel tempo avere felini e grossi mammiferi provenienti dalle colonie più remote del pianeta era un simbolo di potere e rinchiuderli in gabbie serviva ad intimorire e sottomettere la cittadinanza, per lo stesso motivo avevano maniglie d' oro alle porte.
Oggi in un mondo totalmente antropizzato, la natura è stata finalmente sconfitta: luoghi incontaminati non esistono più e quei pochi che resistono stanno scomparendo insieme alle specie che li abitano. Gli zoo servono esclusivamente all' essere umano, una sorta di alibi per preservare artificialmente gli animali (meglio se rari) il cui habitat è stato annientato. La loro casa è stata distrutta dalla civilizzazione. Quel dannato progresso, spacciato con l'inganno di sollevare l' umanità da malattie, paure, povertà e fatiche, ha invece causato tumori, mediocrità, sofferenze psicologiche e tanto sfruttamento. Tutto è stato prezzato e gli animali sono visti come una fonte di guadagno. L' uomo, essere supremo capace di tutto, non ha più nessuna inibizione.
Negli ultimi anni, per risollevare la loro attività commerciale, gli zoo sono stati riformati: anche per i più indifferenti le gabbie di cemento e i piccoli serragli apparivano troppo crudeli e rischiavano di comprometterne l'immagine e quindi i profitti. Per far fronte a questi problemi sono stati ampliati i recinti, piantati alcuni alberi e soprattutto modificata la legislazione con un’infinità di paradossi e menzogne. Dal 2005, con l' attuazione di una direttiva europea, i giardini zoologici (non più zoo) sono obbligati a perseguire le seguenti finalità: potenziare il ruolo della conservazione della biodiversità allo scopo di proteggere la fauna selvatica e di salvaguardare la stessa diversità biologica, nonché partecipare a ricerche scientifiche, programmi di educazione e sensibilizzazione del pubblico e del mondo scolastico. Ma come si possono obbligare gli altri animali a vivere in spazi che non appartengono loro, nella totale dipendenza dall'umanità e pensare di fargli del bene, di proteggerli ed educare i bambini alla loro conservazione?
In tutto il pianeta il cemento avanza quanto l'inquinamento. Sempre più lotti di terra vengono strappati alle specie selvatiche che insieme ad alberi, piante e popoli indigeni li abitano. L'ingordigia umana prelevando, imprigionando e facendo riprodurre gli animali per i propri scopi là dove ha distrutto o alterato il loro habitat, manifesta tutto il suo egoismo. I responsabili di giardini zoologici, bioparchi e parchi faunistici, al contrario di quello che affermano, sfruttano e non preservano l' estinzione della fauna selvatica. Ricerche scientifiche, lucro e divertimento sono le principali cause dell'esistenza di queste strutture. La conseguenza è la reclusione di migliaia di animali-non-umani segregati da circensi, stati, enti o società specializzate in sfruttamento animale per soddisfare i propri obbiettivi. Queste prigioni sono visitate, usate e tollerate per il semplice fatto che l' umanità, autoelettasi padrona di tutto e di tutti, dispone degli altri animali a sua discrezione. E’ così punto e basta e gli zoo, con la loro totale inutilità, ne sono la prova inconfutabile. "Abbiamo trasformato gli animali da esseri animati simili a noi in freddi simboli del potere dell' uomo sulla natura” J. Mason. Come realmente preservare il nostro pianeta non lo sappiamo, sicuramente dobbiamo toglierci quella maledetta corona che sta conducendo l’essere umano la natura e gli animali in miseria; questo apporterà la rivoluzione della nostra esistenza, dei rapporti tra noi e noi e tra noi e tutto il resto.
A Ravenna il parco faunistico che vogliono costruire servirà esclusivamente per fare guadagnare altri soldi all'Alfa 3000, società già detentrice del circo Medrano e proprietaria dello zoo safari di Fasano; infatti non a caso la struttura verrà costruita accanto a Mirabilandia: essa, come affermano le categorie dei commercianti e decanta l'amministrazione comunale, servirà a destagionalizzare il turismo cioè per far arrivare (e spendere) gente non solo d' estate.
Il 13 dicembre a Ravenna in una sala pubblica abbiamo organizzato una conferenza ed invitato l'amministrazione comunale, questo per cercare di farle ammettere davanti a più persone possibili la vera natura del parco faunistico "Le dune del Delta". Al nostro fianco ci sarà una psicologa che si è interessata all’impatto diseducativo, dello zoo sullo sviluppo empatico del bambino e un esperto che fin dagli inizi ha seguito la situazione di questa futura struttura e ne smentirà le false promesse, affrontando anche lo sfruttamento animale in un contesto più ampio. Tentiamo di fare indignare le persone presenti per quanto questo zoo sia nocivo per tutti tranne che per l' Alfa 3000 e qualche commerciante, speranzosi che dopo questa conferenza più individui possibili si attivino per impedire la realizzazione di questo vergognoso e sadico progetto.
CAMPAGNA CONTRO LA COSTRUZIONE DELLO ZOO DI RAVENNA Affinché qualunque specie possa vivere nel proprio habitat naturale senza restrizioni o imposizioni da parte degli esseri umani. Contro la reclusione degli animali. Contro lo specismo.
Pubblicato da Piero il 04/12/2008 alle 00:00:01, in anti caccia, letto 2356 volte
. Valtrompia, Valcamonica e Valsabbia, queste le zone interessate dal fenomeno del bracconaggio dove gli attivisti della LAC, efficacemente supportati dai volontari del Komitee, di ValleVegan e dal c.r.a.s. il Pettirosso, hanno valicato in lungo e in largo le selvagge montagne alla ricerca di siti per la cattura di uccelli.
Il bracconaggio è un fenomeno in evoluzione continua, che interessa molte parti d'Italia. Nelle valli bresciane sta da qualche anno subendo una trasformazione. Sono sempre più rari i ritrovamenti di siti ove erano posizionati centinaia di archetti: i dati sulla quantità di trappole ritrovate rispetto a dieci anni fa stanno diminuendo ma questo non deve trarre in inganno. Non bisogna sottovalutare il fatto che il bracconaggio sta subendo una riconversione dei metodi: il minor utilizzo di archetti, reti e sep non può essere preso come un riferimento utile a segnalare il calo del fenomeno, che è diminuto solo nella quantità. Quello che sta accadendo è una riconversione dei metodi. .
.
Le malfamate sep, piccole trappole a scatto utilizzate solitamente per catturare topi, aumentano e complicano il lavoro di ricerca e, oltre tutto, disorientano. Anche se le tese (gruppo numeroso innescato) di trappole sono in calo, l'adozione della trappola semplifica il metodo di cattura e il lavoro del bracconiere: si stima che chi usava una tesa di 100-150 archetti, passando alle sep usa solo 15-30 congegni. Questa che potrebbe sembrare una notizia positiva, è l'opposto: poichè la sep viene armata con un'esca viva (una piccola larva camola, irresistibile per molti piccoli insettivori, soprattutto pettirossi), è facile da occultare anche in tasca, semplice da armare seppur più costosa rispetto all'archetto. Sulla tesa di sep il bracconiere passa più spesso a controllare poichè più difficili da monitorare. La camola può restare viva per circa 10 ore e non c'è sep carica che non catturi. Nonostante la loro apparente infallibilità, sono stati presi bracconieri anche su una tesa di sole 5 sep. La situazione resta grave anche perchè queste micidiali trappoline sono in vendita regolarmente nelle ferramenta della Valtrompia. Da non dimenticare le reti da uccellatore, anch'esse in aumento, posizionate sui valichi come in giardini privati. .
. Rispetto agli altri anni, i volontari hanno perfezionato le tecniche e, grazie all'esperienza ed alla conoscenza del territorio acquisite, sono stati identificati numeri maggiori di siti e conseguenti segnalazioni alle forze preposte: se ne deduce che, seppur vi siano meno strumenti di cattura, i bracconieri presi e i siti scoperti sono aumentati: la riconversione dei mezzi riduce gli arsenali di cattura ma non i bracconieri in circolazione. Anche quest'anno sono stati osservati capannisti, cioè cacciatori legalmente autorizzati alla caccia da capanno fisso, armare illegalmente sep o stendere reti a poca distanza dalla loro struttura da caccia.
Con la chiusura dei roccoli (piccoli edifici mimetizzati per la cattura di uccelli) da parte del T.A.R. su ricorso della LAC, si teme che l'attenzione dei cacciatori e bracconieri venga spostata sulla cattura di turdidi tra cui cesene e tordi.
Queste sono le principali specie trovate morte o liberate dai volontari: pettirosso, fiorrancino, passera scopaiola, frosone, crociere, fringuello, merlo, scricciolo, verzellino, lucherino, tordo sassello e bottaccio.
Gli attivisti compiranno ancora uscite sporadiche durante l'arco invernale, soprattutto perchè c'è necessità di trovare nuovi posti. Occorrono ovviamente nuovi volontari, veramente motivati, per poter ispezionare zone sempre più vaste.
Un ringraziamento particolare va al NOA, nucleo operativo antibracconaggio del Corpo Forestale dello Stato che anche quest'anno ha svolto un ottimo lavoro, prendendo con le mani nel sacco oltre un centinaio di bracconieri in solo un mese.
Questo campo della LAC si è svolto nelle valli bresciane da ottobre a fine novembre, mentre tra i prossimi vi saranno quello in Sardegna già dai primi di dicembre e nelle isole pontine in primavera.
Catia Acquaviva Lac Milano
-- LAC - Via Solari 40 20144 Milano tel. 0247711806 www.abolizionecaccia.it
SABATO 6 DICEMBRE dalle 16.30 alle 19.30 presso Max Mara, via Tuscolana 941 (metro A Giulio Agricola)
Il Max Mara Fashion Group manifesta ormai costantemente segni di insofferenza per la rumorosa presenza, davanti ai suoi negozi di tutto il mondo, delle attiviste e degli attivisti che hanno aderito alla campagna internazionale lanciata da AIP nei suoi confronti. Più di 30 città italiane e altri 13 Paesi d'Europa e d'America sono coinvolti ogni fine settimana nell'offensiva contro uno dei nomi della moda internazionale che più farebbe la differenza per milioni di animali se adottasse una politica fur-free.
Finché la famiglia Maramotti non accetterà di interrompere la vendita di capi con inserti in vero pelo animale nei negozi a marchio MaxMara, Max&Co, Marella, Marina Rinaldi e tutti gli altri del gruppo, il collettivo romantispecismo andrà di fronte ai punti vendita in tutta la capitale a mostrare a dipendenti, clienti e semplici passanti la sofferenza procurata da ogni colletto e ogni polsino, l'orrore dell'industria della pelliccia che si cela dietro le luccicanti vetrine e i lussuosi vestiti.
Nei tre giorni di questo fine settimana e del successivo "ponte" faremo visita a un nuovo negozio (con una sorpresa in serbo...), poi torneremo sul luogo del nostro primo presidio di questa campagna, e infine andremo in trasferta per promuovere l'antispecismo anche in Campania.
SABATO 6 DICEMBRE dalle 16.30 alle 19.30 presso Max Mara, via Tuscolana 941 (metro A Giulio Agricola)
DOMENICA 7 DICEMBRE dalle 16.30 alle 19.30 presso Max Mara, via Cola di Rienzo 275 (metro A Ottaviano)
LUNEDÌ 8 DICEMBRE dalle 16.30 alle 19.30 presso Marella, via Mazzini 18/20/22 - CASERTA (per chiedere o offrire un passaggio scriveteci pure)
Pubblicato da Lidio il 11/12/2008 alle 14:24:02, in Notizie sparse, letto 5261 volte
Gli ultimi aggiornamenti attraverso la rete degli amici su FaceBook: L'alluvione ha causato l'allagamento dei box e 15 cani sono morti.I superstiti verranno portati all'hotel cani e gatti, per il resto pare non abbiano bisogno di nulla perché ci pensa il comune di Roma, essendo un rifugio convenzionato. Il Rifugio delle Code Felici è raggiungibile via internet al sito www.codefelici.org
Ancora un fine settimana vedrà antispeciste e antispecisti in strada davanti ai punti vendita del MaxMara Fashion Group per denunciare il cruento massacro di cui la dirigenza del gruppo è mandante in nome di stupido lusso, vacua vanità e sporco profitto. Anziché di soldi grondanti del sangue di animali innocenti, per due negozi romani questa domenica sarà foriera di volantini e megafoni davanti alle loro porte. Le attiviste e gli attivisti del collettivo romantispecismo daranno luogo a proteste della Campagna Attacca l'Industria della Pelliccia:
DOMENICA 14 DICEMBRE dalle 16.00 alle 20.00 presso MaxMara/Max&Co. in via Ugo Ojetti 35/120 (zona Montesacro/Talenti, autobus C5-60-63-69)
Come sempre, si auspica la partecipazione massiccia di tutti coloro che vogliono far parte del grido di dolore di milioni di esseri senzienti senza voce, rinchiusi negli allevamenti in attesa di essere barbaramente uccisi.
fino alla liberazione animale, antispeciste e antispecisti romane/i
Pubblicato da marco il 12/12/2008 alle 16:10:11, in anti caccia, letto 2364 volte
Domenica 14 dicembre, intralciamo lo sfruttamento e l’uccisione degli animali. All’alba i cacciatori, al tramonto i pellicciai. Meteo permettendo: se piove ci pensa Madre Natura ad annacquare i sanguinosi istinti dei cacciatori, se splende il sole ci pensiamo noi. Ennesimo disturbo venatorio della stagione: scegli un pezzo di terra, di bosco, di radura; arriva prima dei cacciatori, difendi flora e fauna dal piombo, fai volare liberi gli uccelli e rimanda a casa gli assassini. Gradito tutto ciò che la fantasia ci suggerisce e la legge ci permette.
Pubblicato da Lidio il 18/12/2008 alle 10:18:21, in romantispecismo, letto 2093 volte
Un evento senza precedenti quello organizzato dagli/dalle antispecisti/e romani/e per la campagna AIP.
Sei punti vendita MaxMara contemporaneamente presidiati nella capitale.
MARTEDI 23 DICEMBRE 2008 DALLE 15 ALLE 20
E' importante esserci in questo giorno, per fargli sentire la nostra voce, per fargli vedere che siamo tanti, per farli smettere per sempre di vendere pellicce! Il gruppo Max Mara Fashion Group conta più di 2000 negozi nel mondo, ed è un colosso non semplice da abbattere. Solo se siamo in tanti, possiamo farcela!
Concentramento degli attivisti presso il binario 1 della stazione Termini dalle 15.00alle 15.30, divisione in tre "squadre" e spostamento più rapido possibile verso le proteste.
Protesta davanti al punto vendita MARELLA in via Tuscolana(civico 837, metro A Lucio Sestio) e poi protesta davanti a punto vendita MaxMara (civico 931, metro A Giulio Agricola)
Protesta davanti al punto vendita MaxMara in viale Guglielo Marconi, (civico 232) e poi protesta davanti al punto vendita Max&Co. (civico 129/a), bus C6-170-766-791
Protesta davanti al punto vendita MaxMara in via Ugo Ojetti (civico 35) e poi protesta davanti al punto vendita Max&Co. (civico 120), bus C6-60-63-69
... per un totale di SEI presidi ;)
Altri appuntamenti dell'Offensiva Natalizia a Roma (sabato e domenica):
* sabato 20 dalle 16.30 MAX MARA e MAX&CO via Ugo Ojetti n.35/120 (bus C5-60-63-69)
ne facciamo due in contemporanea, l'abbiamo già sperimentato domenica scorsa ed è stato un successone, replichiamo subito visto che quel max mara è l'unico non-franchising presidiabile, mentre al max&co hanno mostrato ottimi segni di insofferenza già al nostro arrivo.
* domenica 21 dalle 16.30 e mercoledì 24 dalle 10.00 MAX MARA via Cola di Rienzo n.275 (angolo via Silla, metro A Ottaviano) insistiamo su quello che ci ha dato più soddisfazione sia come posizione sia come reazioni :)
Pubblicato da Lidio il 28/12/2008 alle 18:39:24, in romantispecismo, letto 3377 volte
Dieci punti vendita del MaxMara Fashion Group presidiati in quattro giorni e prima distribuzione FoodNotBombs
Oltre un centinaio di attivisti compatti e solidali - alcuni assidui, altri alternatisi nei quattro giorni - ha partecipato agli appuntamenti romani dell'offensiva natalizia AIP davanti a negozi MaxMara, Max&Co e Marella.
Sabato 20 dicembre Dopo la prima visita della settimana precedente, torniamo a presidiare il MaxMara istituzionale di via Ojetti e il vicino Max&Co. Con la presenza di alcuni attivisti pescaresi e di numerose nuove leve dell'antispecismo capitolino, raggiungiamo la quarantina di persone e decidiamo quindi di protestare contemporaneamente davanti a entrambi i punti vendita. Anche stavolta registriamo solo indifferenza dai dipendenti del negozio di proprietà del MaxMara Fashion Group, dato che evidentemente la nostra presenza non influenzerà i loro stipendi sporchi di sangue; mentre il Max&Co in franchising nella stessa via è stato teatro di reazioni ben più nervose, quasi disperate, e la nostra presenza per due settimane di seguito ha anche portato un vicino del negozio a tentare di strappare violentemente il megafono dalle mani di un attivista.
Domenica 21 dicembre Tre ore di incalzante presenza di fronte al punto vendita MaxMara di via Cola di Rienzo. Più di 30 attivisti hanno presenziato con striscioni, megafoni, immagini e supporti audiovisivi per il dispiacere dei dirigenti di quel negozio, i quali ormai nemmeno tolgono più dalle vetrine gli inserti di pelliccia. Cresce parallelamente il loro nervosismo per promettenti giornate prenatalizie sfumate tra cori e proteste. Rapidamente il punto vendita si è svuotato, mentre si sono ingrossate le fila dei manifestanti.
Martedì 23 dicembre Abbiamo deciso di dividerci in tre gruppi per presidiare altrettante battutissime strade romane, ciascuna con almeno due negozi del MaxMara FG. Dunque, in tutto, presidi contemporanei di fronte a sei punti vendita in adesione alla "demothlon", la maratona di offensiva natalizia della campagna AIP.
Via Ojetti Circa una quindicina di attiviste ed attivisti si sono ritrovati davanti al MaxMara e poi al Max&Co di zona con bandiere verdenero, megafoni e due banchetti per richiamare l'attenzione sull'industria sanguinaria della pelliccia e sulla dannosità del consumismo natalizio. Due presidi a breve distanza che si sono svolti molto bene: pochissimi clienti, molti solidali, giornaliste curiose e una simpatica signora che ci ha promesso due pellicce ereditate dalla madre. Ancora una volta abbiamo colpito nel segno.
Via Tuscolana Per la prima volta il negozio Marella di questa via riceve la visita della campagna AIP, con più di 20 attivisti che si sono smistati tra questo punto vendita e quello MaxMara poco distante, già presidiato alcune settimane prima. Nonostante le restrizioni imposte, ci siamo fatti sentire parecchio con 4 ore di proteste continue a meno di un metro dagli ingressi e le reazioni sono state le più imprevedibili: dopo nemmeno un'ora di presidio il direttore di Marella ha deciso di chiudere le porte del negozio, forse sperando che bastasse a porre fine alla protesta, per riaprile due ore dopo; ma gli attivisti erano ancora in zona, mentre le commesse erano ormai andate a casa. Anche il direttore di MaxMara ha provato a scacciarci con modalità poco ortodosse: gettando del puzzolente topicida sul marciapiede davanti la soglia del negozio, con l'unico risultato di far cambiare strada a ogni eventuale cliente.
Viale Marconi I restanti quindici attivisti hanno deciso invece di incalzare senza sosta prima il MaxMara e poi il Max&Co di viale Marconi. Il primo punto vendita si è rapidamente svuotato, con l'eccezione di qualche saltuaria entrata dei soliti indifferenti. Il secondo negozio è risultato invece più popolato, ma comunque povero di acquisti. Molta gente ci ha incoraggiati, una ragazza ci ha regalato il suo collo di pelliccia di coniglio che credeva sintetico.
Mercoledì 24 dicembre Non esiste vigilia di Natale né vacanze per gli animali rinchiusi negli allevamenti, dunque non possono esisterne nemmeno per noi, e non deve esserci pace per MaxMara. Torniamo in una quindicina di manifestanti a presidiare il punto vendita MaxMara di via Cola di Rienzo. Nuovamente registriamo alcune restrizioni da parte delle forze dell'ordine: divieto di stazionare accanto all'ingresso del negozio, divieto di megafonare a voce troppo alta, divieto di usare più megafoni contemporaneamente. Non ci manca però il sostegno di molti passanti inorriditi e solidali, come non ci sfugge l'esasperazione della direttrice, la quale ci ha rivelato che pur di non vederci più protestare davanti al suo negozio sta cercando di non ordinare abiti con inserti in vero pelo animale. Contemporaneamente a questo presidio, è stato organizzato il primo FoodNotBombs romano, a piazza Vittorio Emanuale: distribuzione gratuita di cibo altrimenti sprecato nella follia consumista di queste ipocrite feste. Moltissime persone prive di reddito hanno apprezzato le abbondanti pietanze (ovviamente vegan) preparate da volenterose/i antispeciste/i, spesso solo dopo essersi sincerati dell'assenza di prodotti di derivazione animale. Un'esperienza molto soddisfacente che replicheremo l'ultimo dell'anno.
Pubblicato da marco il 29/12/2008 alle 20:39:56, in Notizie sparse, letto 2170 volte
SYDNEY (Reuters) - Uno scienziato australiano sta somministrando cocaina alle api per studiare come il loro cervello reagisca alla droga e possibilmente trovare un modo per bloccare l'effetto assuefazione sugli esseri umani. La ricerca ha trovato analogie tra api e uomini, visto che entrambi sono guidati da un effetto incentivo dalla ricompensa ed entrambi subiscono un'alterazione nelle capacità di giudizio dalla cocaina.
"Questa è la prima volta in cui si scopre che la cocaina ha un effetto di ricompensa su un insetto", ha detto a Reuters Andrew Barron, coautore del rapporto pubblicato questo mese sul Journal of Experimental Biology.
Nell'ambito di un progetto tra Macquarie University, Australian National University e University of Illinois, Barren ha somministrato piccole dosi di cocaina alle api prima di farle uscire in cerca di cibo.
In genere quando le api tornano dalla raccolta di polline eseguono una danza per comunicare che hanno trovato cibo ed è buono. Le api che hanno assunto cocaina eseguono questa danza in modo più euforico delle altre e sembrano godere degli stessi piaceri che danno assuefazione rispetto agli esseri umani, dice lo studio.
Barron sostiene che la cocaina sembra alterare la valutazione delle api su quanto sia stato fruttuoso il loro viaggio. E spera di identificare quale sia il processo che la cocaina segue nelle api, per identificare meglio i meccanismi della dipendenza negli esseri umani da una droga che ha effetti devastanti sia personali che sociali.
http://it.notizie.yahoo.com /4/20081229/tso-oitlr -api-cocaina-89ec962.html
Pubblicato da Lidio il 30/12/2008 alle 14:19:34, in Notizie sparse, letto 2782 volte
RAVENNA. Ieri mattina, 29 dicembre 2008, l`allevamento di Guberti in provincia di Ravenna (Osteria) è stato finalmente posto sotto sequestro. Le operazioni di sequestro sono state svolte dal NIRDA in collaborazione con l’avvocato Maria Cristina Salvucci, presidente dell’ACL – Associazione Canili Lazio Onlus - e altre associazioni animaliste intervenute quali Wuig, Animal Liberation, Anta Onlus e Chiliamacisegua. In particolare, i volontari di Animal Liberation (www.animalliberation.it) e Chiliamacisegua (www.chiliamacisegua.com) hanno, attraverso le loro testimonianze e l’interessamento degli organi competenti, dato il via a quest’operazione. Gli animali sequestrati erano tutti detenuti in situazioni incompatibili con le caratteristiche etologiche proprie della specie, con gravi ed evidenti patologie comportamentali. Sono stati rinvenuti un adulto e un cucciolo deceduti per i quali sono in corso accertamenti. In seguito al sequestro amministrativo operato da Nas nei mesi scorsi, era stato ordinato il trasferimento di tutti gli animali in luoghi idonei, a carico del proprietario, e la drastica riduzione numerica degli esemplari allevati.
Al momento si sta mettendo in moto la macchina organizzatrice per spostare i cani sequestrati (oltre 200) in strutture idonee ad ospitarli, grazie ad Animal Liberation. L’associazione ritiene di poterli trasferire tutti entro la sera del 30 dicembre, ma si continuano a cercare stalli in strutture autorizzate. Chiliamacisegua sta organizzando una raccolta fondi. Forniremo in seguito le coordinate bancarie e pubblicheremo non appena possibile le foto realizzate stamane in quanto sono attualmente al vaglio della magistratura competente.
Pubblicato da chiara il 30/12/2008 alle 19:23:08, in romantispecismo, letto 3016 volte
Riceviamo e volentieri pubblichiamo un comunicato di adesione al presidio di domani sotto il carcere di Rebibbia <http://roma.indymedia.org/node/6946>:
Cercando di fondare il nostro operato su un etica di liberazione; avversando profondamente ogni discriminazione dell'animale uomo nei confronti di ogni animale, umano o non umano; ritenendo ingiusta qualsiasi forma di dominio, tanto di una specie sulle altre che condividono il medesimo ambito spaziotemporale, quanto di alcuni individui sugli altri che condividono il medesimo contesto socioculturale; attivandoci quotidianamente per sovvertire le massive convinzioni antropocentriche e speciste; partendo da queste basi, non possiamo non avvertire l'urgenza di interrogarci sul più palese dei possibili parallelismi tra schiavitù intraspecifiche e sfruttamenti interspecifici.
Su entrambe le facce della medaglia ci sono individui imprigionati, privati della propria libertà e quindi, almeno in parte, della propria individualità; in entrambi i casi questi ex-individui sono stati rinchiusi per effetto di decisioni altrui, prese da persone che ritengono legittimo imporre loro questa detenzione e persino, a volte, anche la morte; da un lato i moderni lager in cui animali non umani vengono allevati per essere sfruttati, fino a estreme conseguenze, da chi pretende di ridurne i corpi a oggetti; dall'altro strutture di detenzione, temporanea o meno, dove animali umani vengono coercitivamente posti pretendendo di prevenirne la presunta pericolosità sociale.
Una società, quella moderna, che a molti continua però ad offrire solo motivi ed occasioni di rendersi pericolosi ai suoi occhi, in quanto serva del denaro e dell'apparentemente incontrovertibile bisogno di esso anche per garantirsi la mera sopravvivenza; e allo stesso tempo una società oggettivamente pericolosa per il pianeta che la ospita e per tutti gli esseri viventi che lo popolano, schiava com'è dello sfrenato consumo di risorse, alimentato dal continuo desiderio di un vacuo progresso.
Per questi motivi non possiamo che odiare ogni gabbia, nei carceri come negli stabulari, nei cpt come nei macelli e negli allevamenti; e desiderare la fine di ogni struttura volta ad esercitare oppressione o repressione su esseri senzienti; non possiamo che denunciare gli orrori dello sfruttamento animale al pari della vergogna di un sistema dove alcune persone vengono punite per aver trasgredito regole decise e imposte da altri, con l'unico risultato di produrre alienazione; e non possiamo che definire ipocrisia collettiva, anche se inconscia, quella di chi solidarizza con ergastolani e condannati a morte, non potendo far altro fino a un cambiamento radicale del sistema, per poi condannare alle stesse pene gli animali vittime delle proprie abitudini alimentari e consumistiche, quando invece le scelte di ogni individuo possono fare la differenza per migliaia di altri.
alcun* antispeciste/i solidali alla lotta anticarceraria